#rialzatifleri, dopo il sisma del 26 dicembre l'anno nuovo comincia all'insegna della speranza e della forza di volontà

Saro Faraci

FLERI – La S.Messa del primo dell’anno, la festa della Madre di Dio, è stata officiata dal parroco di Fleri monsignor Alfio Russo in una tenda allestita dall’Ordine di Malta, l’ordine religioso cavalleresco della Santa Sede presente nella frazione di Zafferana Etnea fin dalle prime ore successive all’evento sismico del 26 dicembre scorso. La comunità si è raccolta questa mattina, nella piazza di fronte alla Chiesa, per accogliere con fede e speranza il nuovo anno e provare a riprendere il corso normale della vita quotidiana, anche se il ritorno alla normalità non sarà nè immediato nè facile. La violenta scossa del giorno successivo al Natale non ha provocato nè morti nè feriti, se non qualcuno lieve e da codice verde al pronto soccorso; ha reso totalmente o parzialmente inagibili molte abitazioni, che però strutturalmente rimangono solide e forti nelle travi portanti e nelle fondamenta, segno che qui si è costruito o ricostruito bene, e a norma di legge rispetto all’adeguamento ai criteri anti-sismici, già all’indomani del terremoto del 1984. Ci sono danni materiali, questo è vero. Secondo la Protezione Civile locale, questa mattina alla S.Messa rappresentata da Antonio Mastroeni che ha fornito indicazioni ufficiali, 1.600 sono le istanze pervenute al Comune di Zafferana Etnea da parte dei proprietari di residenze ed edifici commerciali, e ben 600 sono stati già visionate in questi primi giorni. La macchina dei soccorsi procede spedita e i primi provvedimenti del Governo nazionale, non appena operativi, permetteranno di ristorare immediatamente, con somme fino a 25.000 euro, coloro che, ripristinando le proprie abitazioni per danni non strutturali, vorranno farvi rientro al più presto. Poi ci saranno anche altre misure finanziarie, fino a concorso dei primi dieci milioni di euro stanziati dal Governo, cui si aggiungeranno presto le nuove provvidenze che saranno richieste dal Governo regionale che si pone l’obiettivo di uno stanziamento fino a 120 milioni.

#rialzatifleri è l’hashtag che accompagna le foto postate sui social da tanti ragazzi di Fleri, Poggiofelice e Pisano, le frazioni di Zafferana Etnea più colpite dall’evento sismico del 26 dicembre. Sono giovani volontari, scout, ragazzi appartenenti alla comunità parrocchiale Maria Ss. del Rosario che si stanno prodigando in ogni modo per far ripartire Fleri, con speranza ma anche con tanta forza di volontà che, insieme alla determinazione, sono qualità che non mancano da queste parti alla gente operosa e fattiva. Molti adulti ed anziani hanno conosciuto anche l’evento sismico dell’ottobre del 1984, che rese impraticabile il settanta per cento delle abitazioni di allora. Ma Fleri è abituata a cadere e rialzarsi e sarà così anche questa volta. Del resto, come più volte detto, le case hanno retto bene, segno che non ci sono stati nè abusivismo nè approssimazione nella costruzione dei nuovi edifici dopo il sisma del 1984 o nella ricostruzione di quelli preesistenti.

Il lento ritorno alla normalità ha già alcuni chiari capisaldi. Dopo le festività, con l’unica eccezione della scuola media di Fleri che sarà dislocata in altri edifici, tutte le scuole elementari e medie del territorio riapriranno e i fanciulli potranno riprendere il loro cammino di formazione ed istruzione. La Chiesa nuova di Fleri sarà ancora per un po’ inagibile, ma non ha subito danni strutturali; era stata inaugurata nel 1990 ed è una delle strutture più antisismiche del territorio. Quella vecchia, a fianco, avrebbe dovuto essere demolita già dopo il sisma del 1984, ma la Sopraintendenza ai BB.CC. la volle mantenere. E’ stata ristrutturata facendone un moderno auditorium, ma purtroppo il vecchio campanile sopra la facciata è crollato la notte del 26 dicembre scorso. Per un po’ di tempo, la Chiesa si sposterà nei locali di Casa Dusmet in via Vittorio Emanuele 75 sempre a Fleri. Esercizi commerciali e piccole imprese ripartiranno nei prossimi giorni. Da queste parti nessuno è abituato a rimanere a braccia conserte.

C’è una sola preoccupazione in paese, però. Ovvero che, spentisi i riflettori dei mass media nazionali, seppur con qualche imprecisione nelle informazioni fornite, di Fleri non si parlerà più. Si smonteranno le tende, si lasceranno le transenne per inibire l’accesso ad alcuni edifici, e ci sarà un cono d’ombra di oblio ed indifferenza che farà più male dei danni subiti a seguito del terremoto. Per questo occorrerà sempre tenere accesa la luce su Zafferana Etnea, in modo che il ritorno alla normalità possa avvenire secondo programmi e senza più ulteriori traumi.

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