Rianimazione chiusa da cinque mesi, ad Acireale infermieri e cittadini si mobilitano davanti ai cancelli del nosocomio

ACIREALE – L’ospedale di Acireale cola a picco. Si registrano gravi carenze in ordine alla struttura, all’igiene e al personale. La goccia che fa traboccare il vaso è una chiusura più che prolungata del reparto di rianimazione, che tra le altre cose, si occupa di emergenza con la postazione 118. Oggi, infatti, gli infermieri del NurSind ci hanno messo la faccia per denunciare pubblicamente lo stato in cui versa l’ospedale di Acireale.

Fu proprio il NurSind – sindacato delle professioni infermieristiche – che nei primi giorni dell’estate scorsa denunciò ai Nas dei carabinieri le gravi carenze strutturali, igieniche e del personale. A tale denuncia seguì, per disposizione dell’Asp 3 di Catania, la chiusura del reparto per lavori di ristrutturazione. Il cantiere avrebbe dovuto protrarsi “solo” 60 giorni ma dopo 5 mesi ancora la rianimazione resta chiusa. «I lavori sono andati abbastanza a rilento, a tutt’oggi manca tutta la parte della strumentazione – racconta Antonio Messina, infermiere in servizio al reparto di rianimazione di Acireale – nel frattempo le emergenze si fronteggiano con due posti tecnici collocati dentro il gruppo operatorio ma servono solo per la stabilizzazione. I pazienti poi vengono trasferiti in altri ospedali, presso le altre rianimazioni disponibili su tutto il territorio regionale».

«La gente muore proprio per disservizi del genere – aggiunge Vincenzo Neri, dirigente provinciale del NurSind Catania – in uno stato di emergenza si cerca, dove disponibile, un posto in rianimazione. Si perde tempo!»

L’onorevole acese Nicola D’Agostino interviene sulla pubblica denuncia degli infermieri definendola “squallida” e strumentale ad altri fini. Secondo il deputato regionale la chiusura porterà ad una struttura migliorata.
«Ci suscita un misto di rammarico e stupore la dichiarazione del deputato regionale che, probabilmente, a questo punto ci pare, non sappia che la chiusura, prevista inizialmente per soli sessanta giorni, si è protratta ad oggi per quasi 5 mesi e che non è  prevista, stante l’avanzamento dei lavori, una riapertura a breve, con notevoli disagi per l’utenza – gli risponde il segretario provinciale del NurSind Catania Salvatore Vaccaro – Siamo consapevoli che  avremo una struttura migliorata,  ma non possiamo accettare ulteriori ritardi che rischiano di mettere in pericolo la pubblica salute».

“Forse il signor Vaccaro è ignorante in materia e il suo suggeritore lo mette sulla cattiva strada. I lavori sono stati prolungati per migliorare l’efficienza del reparto, la riapertura è comunque prevista a breve e questo sindacalismo da strapazzo è vergognoso. Piuttosto ci facciano i complimenti per le somme stanziate, i lavori in corso e i grandi risultati conseguiti in favore dell’ospedale di Acireale. E la smettano di utilizzare l’ospedale di Acireale con polemiche sterili e pretestuose per fini ben diversi. Questa protesta è ridicola e soprattutto rende ridicolo il Nursind”, ha ulteriormente risposto l’on. Nicola D’Agostino.

Al presidio di oggi ha preso parte anche una delegazione del Comitato cittadino per la riapertura dell’ospedale di Giarre. «La struttura di Acireale è assolutamente inadeguata, a maggior ragione con la mancanza della rianimazione, per un bacino di utenza di oltre 200.000 abitanti. Ricordiamo infatti che i due presidi ospedalieri sono stati riuniti con un conseguente sovraccarico di questa unità.  Un fatto trattato con assoluta incoscienza dalla politica siciliana» ha affermato Angelo La Rosa, portavoce del comitato giarrese.

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