Riaprire la porta della natura

Riaprire la porta della natura

Nella soverchiante Emergenza Coronavirus), tra alluvioni di vuote chiacchiere e continue irrorazioni di aria fritta, risuona squillante la voce di quanti chiedono insistentemente la riapertura dell’uscita di sicurezza più importante, ma dimenticata: la Porta della Natura! Il Centro Parchi è intervenuto ripetutamente per ricordare al Governo che, mai come in questo momento, è necessario incoraggiare e sostenere la visita alle meraviglie del nostro Paese, e soprattutto alle Aree Protette: Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali e Parchi Marini, di cui l’Italia può vantare una straordinaria corona ricca di attrazioni, bellezze e biodiversità, dalle vette delle Alpi alle acque subtropicali del Mediterraneo.

Nessun altro genere di attività collettiva, infatti, potrebbe produrre benefici socioeconomici e culturali altrettanto consistenti, indirizzati verso le zone più emarginate e depresse del Paese, capaci di stimolare la ripresa delle numerose piccole e medie imprese semifamiliari e l’occupazione giovanile, in villaggi altrimenti condannati allo spopolamento e all’abbandono. E nessuna altra attività può garantire, a parità di cautele, un impatto minore e un rischio più ridotto. La visita ben organizzata nella natura assicura distanziamento sociale, esclude contagio, e per di più tonifica la salute degli ospiti e dei locali impegnati nella accoglienza, assistenza e guida, irrobustendo il sistema immunitario di tutti e, fatto non trascurabile, decongestionando le zone urbane sovraffollate.

Per questo esortiamo il Governo ad accogliere al più presto l’appello del Governatore della Sicilia Nello Musumeci al Presidente Giuseppe Conte, di iniziare subito a “disciplinare quali segmenti del turismo possono ripartire, come quelli naturalistico o ambientale, che non creano assembramenti”. Al quale si aggiungono centinaia di istanze e sollecitazioni analoghe, tra cui spicca quella degli Amici di Ninfa, il giardino romantico più bello e famoso del mondo. Senza visitatori nella buona stagione, l’Oasi non può impegnare i giardinieri che la curano. Ma se torna il flusso ordinato e regolare dei visitatori, anche questo prodigio di natura, storia e ingegno umano ritorna alla vita. Inoltre al Centro Parchi Internazionale continuano a pervenire frequenti richieste di gruppi stranieri, desiderosi di organizzare viaggi in Italia.

“Anche se per congeniti limiti culturali a qualcuno questa verità sfugge – ha ribadito Franco Tassi, responsabile del Centro Parchi Internazionale –, un poderoso rilancio delle Aree Protette sarebbe in questo momento la migliore terapia per ottenere non solo equilibrio ecologico, idrogeologico e climatico, ma anche salute, benessere e, non ultimo effetto, una graduale ripresa dell’economia diffusa.”

 

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