Rifiuti, Cocina: “I soldi muovono il sistema. In troppi del settore a busta paga del malaffare”


 
 
 
 

CATANIA – Secondo l’associazione dei consumatori quello che è mancato in questi anni è la definizione di scelte basate su analisi, comprensione e vicinanza ai cittadini. Il dirigente dell’Ufficio speciale per la differenziata bacchetta le quattro grandi città siciliane. “Percentuali troppo basse”. Arcidiacono, “Catania al 9%, tutto da rivedere”.

“Il sistema dei rifiuti urbani in Sicilia è governato da forti interessi economici

oltre che da scarsa professionalità e sciatteria; sono i soldi che muovono quasi tutto il sistema. In Sicilia stiamo parlando di quasi mille milioni di euro, di cui 500 milioni alimentano il sistema di raccolta e spazzamento, 250 milioni le discariche, il resto sono costi accessori e per le piattaforme di trattamento dell’umido e del secco. Come accertato da meritorie indagini della magistratura e delle forze di polizia, diversi operatori del settore sono a “busta paga” del malaffare. Questo è il vero problema. In particolare in Sicilia, soltanto il 20% dei Comuni agisce in trasparenza con procedure di gara aperte a tutti ad evidenza pubblica, il restante 80% fa procedure negoziate, proroghe e affidamenti diretti”.

Ha parlato fuori dai denti Salvatore Cocina, Dirigente Ufficio Speciale per il monitoraggio e l’incremento della raccolta differenziata della Regione, intervenuto oggi al convegno conclusivo del progetto Il consu…maturo non rifiuta, intitolato Un percorso verso il “Modello Sicilia, svoltosi a Palazzo Platamone.

“Quei tecnici e sindaci che credono di poter fare la raccolta differenziata con i cassonetti – ha proseguito il dirigente – sbagliano e, facendo così gli affidamenti, commettono un falso ideologico perché è impossibile in Sicilia fare una raccolta differenziata superiore al 15% con quel sistema. Dove invece è stato attivato il porta a porta i numeri della raccolta crescono subito e in Sicilia oltre 100 comuni hanno superato il 50%. Se non fosse per le quattro grandi città di Palermo, Catania, Messina e Siracusa ferme al 5-16%, le percentuali nell’isola sarebbero al 30% e non al 24% attuale, pur sempre quasi il doppio del 12.80% del 2015. E non è una questione di dimensioni, Milano è ben più grande di Catania, ma lì la raccolta differenziata funziona mentre a

Catania è scesa inspiegabilmente dal 13 al 7%.

Tutto dipende dalla volontà di rispettare concretamente le leggi e dal coraggio di cambiare pagina e sganciarsi dai vecchi interessi”.

“Le scelte compiute fino ad oggi hanno guardato esclusivamente agli aspetti tecnici della questione rifiuti– ha affermato Vincenzo Romeo, presidente di Adiconsum Sicilia -, si sono impiantati modelli e soluzioni, forse efficienti sulla carta, ma resi inutili nei fatti dalla mancanza di osservazione e analisi del territorio, dei comportamenti, dei cicli e dei tempi.”

Secondo l’associazione dei consumatori, che negli ultimi otto mesi ha portato avanti il capillare programma di formazione e sensibilizzazione, nell’ambito dei rifiuti “Si è scelto di non “governare”, ci si è affidati a “governi tecnici”, pensando che il modello o la tecnologia migliore potessero risolvere il “problema”, si è abdicato, in questo ambito, alla funzione della politica a cui spetta osservazione, analisi, comprensione e vicinanza ai cittadini, definendo strategie, compiendo scelte e in ultimo assumendosi la responsabilità delle stesse”.
L’auspicio dell’associazione è dunque che si torni a fare politica, definendo appunto gli indirizzi nel settore rifiuti e riciclaggio.

Dopo l’intervento del presidente Romeo è stata la volta di Alessandro Maiocchi, Responsabile Centro Studi Adiconsum che, partendo dall’analisi dei dati rilevati nel corso del progetto, ha spiegato come il tema sia di fondamentale interesse per i consumatori perché al centro di un’analisi complessiva sui consumi non si può lasciare fuori il post consumo. “Il progetto parte da lì, ha detto, senza una seria analisi dei comportamenti di consumo qualsiasi progetto calato dall’alto sarà fallimentare”.

Quindi Sebastiano Arcidiacono, Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale di Catania, ha illustrato i dati relativi a Catania con cifre aggiornate a ottobre:
“La media della raccolta differenziata in città è scesa dal 12,77 del 2012 – ha detto – al 10,37 del 2017, toccando nel mese di ottobre il picco negativo del 9,14%. Ma al di là dei dati resta una questione tutta politica: quello che sta mancando è una volontà chiara dell’ente a uscire da questo meccanismo perverso che porta il settore a uscire continuamente sulle pagine della cronaca nera.

Il dato inquietante dunque è l’incapacità della politica di fare il suo compito.

Bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni e una di queste può essere ad esempio quella di internalizzare il servizio anziché darlo all’esterno”.

Poi è intervenuto Gaetano Rubino, Presidente Assopirec che ha spiegato come le piattaforme di recupero garantiscano l’avvio a riciclo dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, dimostrando che è soltanto una leggenda il fatto che tutto vada poi a finire in discarica e che quindi risulta inutile per il cittadino separare. “Il consumatore – ha concluso – è il nostro unico e solo cliente, scegliendo di separare , sceglie tra la discarica e noi.

È stata poi la volta di Rosanna La Placa, Segretaria regionale USR CIS – Sicilia: “Bisogna scardinare il sistema arcaico e perverso delle discariche- ha detto – e affrontare la questione di una riforma seria dell’intero sistema. A questo nuovo governo chiediamo di mettere mano seriamente alla questione e di accelerare sul fronte del riciclo”.

Infine Roberto Maione, responsabile del Progetto “Spiagge di vetro”, ha portato l’esempio di una best practice raccontando il progetto della Y.E.S. S.r.l., consistente nell’aver realizzato un macchinario che riduce i volumi del vetro fino ad un decimo di quello originario.

I lavori sono stati moderati dalla direttrice di Catania Pubblica TV Elisa Catanzaro.

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