#RingraziaunDocente. Adriana Grasso, la Maestra paziente di Acireale che ama i "bambini ribelli"


Saro Faraci

Settimana Italiana dell’Insegnante fino al 13 maggio. Una ricorrenza celebrata in molti Paesi, un po’ in sordina in Italia se non ci fosse il contributo attivo di numerose associazioni e network a sostegno della scuola. Abbiamo intervistato Adriana Grasso, una Maestra. Laureata in Economia e Commercio e in possesso di varie specializzazioni post-lauream, sposata con Salvatore De Leonardis anche lui insegnante alle superiori, mamma di due bambini, non ha mai tradito il suo “primo amore”. Ovvero la passione di fare l’insegnante alla Scuola dell’infanzia per la quale ha rinunciato a declinare i suoi studi di economia in altri ambiti professionali. Attualmente opera nel primo istituto comprensivo di Acireale.

Chi ti senti di ringraziare dopo tanti anni fra i docenti e gli insegnanti che hai conosciuto?

« Vorrei ringraziare la mia professoressa di Italiano e Latino che ho avuto alla Scuola Superiore. In effetti quando frequentavo l’Istituto Magistrale non avevo molta simpatia per lei e le rivolgevo la parola solo per motivi strettamente scolastici; la ritenevo, infatti, intransigente e troppo legata alle buone maniere e al bon ton, qualità ritenute, nell’età adolescenziale, poco importanti. Oggi, invece, come insegnante e come madre, mi ritrovo a ripetere le sue stesse parole, a dare gli stessi esempi e spesso ad avere i suoi stessi atteggiamenti. Credo proprio che, mentre io apparentemente mi ribellavo ad assumere comportamenti garbati e perbene, sotto sotto l’esempio di una persona con le sue belle maniere e il suo rigore che non permetteva errori ha lasciato una traccia indelebile nella mia formazione umana»

Qualcuno fra i docenti che ha rappresentato un buon esempio, al punto da considerarlo tale oggi anche nel tuo lavoro?

«Il docente, anzi, i docenti che rappresentano per me un “buon esempio” nell’attuale lavoro di insegnante sono stati due professori del Corso di Specializzazione al Sostegno. Insegnavano “Tecniche di modifica del comportamento” e “Pedagogia speciale”. Mi sono di esempio costantemente durante le 5 ore di lavoro che svolgo ogni giorno nella Scuola dell’Infanzia, sia per le bellissime lezioni che trattavano, durante le quali restavo letteralmente incantata, sia perché ho avuto la fortuna di “vederli all’opera” mentre lavoravano con i bambini con handicap che frequentavano il centro di riabilitazione da loro fondato. Fra tanti consigli, storie ed esperienze, la cosa che non dimenticherò mai è il modo di parlare del loro lavoro con il massimo amore e con infinita passione»

Da docente chi ti sentiresti di ringraziare fra i tuoi alunni?

«Da insegnante vorrei ringraziare i miei alunni più “difficili”, i più ribelli, coloro che hanno qualche difficoltà nel tradurre i propri sentimenti ed emozioni in comportamenti corretti, coloro che manifestano reazioni aggressive per tutelare il loro tenero cuoricino spesso ferito. Costoro sono quelli che mi danno la forza di provare ogni giorno ad essere un’insegnante migliore, a regalare un sorriso anche quando non ne ho proprio voglia, a trovare la parola giusta per far uscire da ciascun bambino tutto il bello che c’è in ogni essere umano»

Per cosa i tuoi ragazzi a Scuola dovrebbero ringraziarti?

«Credo che i miei alunni dovrebbero ringraziarmi per la mia serietà professionale, perché anche in presenza di situazioni problematiche credo in loro e nelle loro potenzialità, perché non mi arrendo finché non si sviluppano in loro le competenze necessarie e, perché no, per la mia pazienza!!!»

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