Saro Faraci
Settimana dell’Insegnante in corso e occasione per ringraziare i docenti e il loro ruolo importante nella formazione umana e scolastica dei professionisti di oggi. Ascoltiamo la dottoressa Clelia Zarbà, laureata in Lettere e Filosofia, funzionario all’Università di Catania, esperta di formazione delle risorse umane e di stress lavorativo. Un sogno nel cassetto non realizzato, quello di insegnare a Scuola per far crescere i ragazzi. Un sogno coronato invece, quello di scrivere un libro tutto suo. Con Mistero Sotterraneo, pubblicato qualche anno fa per i tipi della casa editrice Il Soffio, la scrittrice Clelia Zarbà, sposata e mamma, ha percorso un meraviglioso viaggio nelle viscere di Catania, quella città sotterranea ricca di storia che mai ti aspetteresti.
Un ringraziamento speciale a chi, in occasione della Settimana dell’Insegnante?
« A scuola: i professori di lettere, latino, storia e geografia nelle medie e nel biennio liceale, per l’importante formazione linguistica e letteraria, severi entrambi ma capaci di apprezzare per il merito che lo studente dimostrava. Fra tutti, mi sento di ricordare Suor Sofia alle scuole medie professoressa all’Istituto San Giuseppe e il professore Guzzone al Liceo Galileo Galilei di Catania. All’Università, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dove mi sono laureata, invece ricordo con affetto il Professore Salmeri di Filologia Romanza e la Professoressa Guastella di Storia dell’arte medievale, per il metodo insegnato nell’analizzare l’origine di una lingua l’uno e di un’opera d’arte l’altra, inoltre, per l’amore e la conoscenza che dimostravano di possedere nella materia. Conservo anche il ricordo di un docente di Economia che ho incontrato post-lauream per la passione, professionalità, originalità e chiarezza con cui spiegava la propria materia agli studenti e per lo stimolo a crescere professionalmente che mi ha trasmesso»
Oggi come pensi che la Scuola debba cambiare e se tornassi indietro da studentessa per quale motivo ti piacerebbe essere ringraziata?
« Ritengo che la scuola debba stimolare maggiormente la creatività e che la severità sia mitigata dal confronto aperto tra studente e insegnante e che vengano rinforzati gli apprezzamenti verbali oltre che attraverso i voti. Ho ricevuto apprezzamenti da alcuni professori, ma sarebbe stato meglio se li avessero fatti più spesso direttamente a me, oltre che ai miei genitori. Comunque oggi sono ciò che sono anche grazie al contributo dei professori che hanno contribuito in modo determinante alla mia formazione.»