#RingraziaunDocente. Don Roberto Strano: «mio padre Michele un grande Maestro di vita»

Da domani e fino a venerdì sarà la Settimana dell’Insegnante, la cosiddetta Teacher Appreciation Week che si celebra in diversi Paesi del mondo, portata avanti anche da numerosi gruppi e movimenti per sostenere il mondo della Scuola. Con l’ hashtag #RingraziaunDocente anche in Italia sarà possibile sulla stampa e sui social lasciare un pensiero, ricordare un’esperienza, fare qualche considerazione e soprattutto dire grazie. Ringraziare. Infatti, mai come in questo momento, è fondamentale sostenere il mondo della Scuola, ed estensivamente anche quello dell’Università, così bistrattato, per nulla considerato un asse prioritario dei programmi governativi che invece progressivamente lo hanno impoverito di risorse e svuotato di motivazione, perfino sottovalutato dall’opinione pubblica che vede il mondo dell’Education spesso come un nemico piuttosto che un partner strategico per il rilancio dell’Italia attraverso il contributo delle nuove generazioni. Gli episodi di violenza fisica e verbale contro gli insegnanti nelle scuole sono aumentati, parallelamente ai fatti di pedofilia e violenza sessuale che hanno coinvolto alcuni esponenti della scuola. Si tratta di fenomeni devianti da un lato e dall’altro di cui la stampa parla frequentemente (ed è giusto che sia così), senza poi dare risalto alla stragrande maggioranza di docenti ed allievi che quotidianamente nella Scuola italiana ogni giorno fa il proprio dovere in mezzo a tante difficoltà e, da ambo i lati, prova ad edificare insieme un sistema di conoscenze, di abilità e di competenze che possano essere utili per la ripresa del nostro Paese.

Il nostro giornale si occuperà a partire da domani della settimana dell’insegnante e, richiamando nel titolo di ogni articolo l’hashtag #RingraziaunDocente, lo farà con una serie di interviste, di testimonianze, di opinioni raccolte dentro e fuori il mondo della Scuola e dell’Università, per ringraziare chi come docente ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione umana di chi oggi ha un posto di responsabilità nella società civile; per tratteggiare la figura dell’insegnante ideale capace di insegnare, cioè letteralmente di lasciare un segno nella formazione umana e culturale degli allievi; per dire grazie anche a chi studente lo è stato o lo è ancora, perché l’insegnamento è sempre un processo a doppia via, c’è chi insegna e chi apprende e, alla fine dei conti, anche l’insegnante apprende dai suoi allievi e anche questi ultimi possono insegnare qualcosa ai loro docenti.

Cominciamo però con un’anteprima. Oggi è Domenica, il giorno del Signore. Quale migliore occasione se non quella di ascoltare la testimonianza di Don Roberto Strano, conosciutissimo sacerdote ad Acireale, parroco della Cattedrale nel cuore della città delle cento campane, autore del libro fresco di stampa dal titolo “Un tesoro in vasi di creta” che richiama la meditazione sulla vulnerabilità fatta nella Cappella della Domus Sanctae Marthae da Papa Francesco nel giugno dello scorso anno.

«Il docente che più ha inciso nella mia formazione universitaria è Mons. Francesco Ventorino – ci dice subito il prelato acese. Lui è stato docente di Metafisica e Teodicea e sia a me che agli altri futuri sacerdoti non ha trasmesso nozioni ma ci ha insegnato un metodo per imparare a ragionare e riflettere. Gli sono grato».

Chiediamo a don Roberto se c’è qualche docente che ha “lasciato un segno” nella sua formazione. Ci dice padre Strano: «Il docente che rappresenta il “buon esempio” è senza dubbio mio padre, che prima di insegnare latino e greco al liceo classico di Acireale per 20 anni, è stato maestro di scuole elementari e anche mio maestro. Il suo metodo scolastico, il farsi Maestro non di materie ma di vita e l’ineccepibile deontologia professionale, sono comportamenti ed esempi che da sempre mi porto dentro e che tento di applicare nella vita di ogni giorno anche come sacerdote». E qui il ricordo del papà si fa commozione. Il professore Michele Strano, in fondo, sono ancora tantissimi a ricordarlo con grande affetto ed immenso riconoscimento ad Acireale.

Forziamo un po’ la mano. Chiediamo al sacerdote in cosa la Scuola di oggi dovrebbe cambiare. «La scuola deve essere “maestra di vita”, per cui non può limitarsi alla trasmissione sterile di materie e nozioni, ogni docente deve entrare in un rapporto di simpatia con il proprio alunno, soprattutto quelli più fragili, per far comprendere loro che un uomo che sa vale molto di più di un uomo che sa poco o nulla e soprattutto perché ogni azione sociale che si vuole affrontare deve avere come base la cultura in senso lato»

Un’ultima domanda a don Roberto Strano prima di lasciarlo al compito di officiare la Santa Messa domenicale. Ma non è giusto che anche gli studenti siano ringraziati in questa settimana dell’insegnante? Categorico il parroco della Cattedrale di Acireale: «Quando si compie il proprio dovere di alunno non è necessario essere ringraziati, ci si sente gratificati per il solo fatto di essere stati attenti, costruttivi e disciplinati».

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