#RingraziaunDocente. La gratitudine verso gli insegnanti di Giuseppe e di Luciano, figli di famiglie imprenditoriali che fecero grande Acireale

Saro Faraci

Penultima puntata della Settimana dell’Insegnante che abbiamo seguito con grande attenzione sia per assegnare l’hashtag #Ringraziaundocente sia per discutere, fuori dalle mura scolastiche, sull’importanza della Scuola e dell’Università in un Paese come l’Italia che ancora fatica ad investire coraggiosamente sul capitale umano. L’ultima puntata di domani sarà dedicata alle «ricette del buon insegnamento» anche alla luce delle buone pratiche esercitate da chi un bravo docente è stato e soprattutto ha «lasciato il segno» nella formazione umana e professionale dei suoi allievi.
La storia che Vi raccontiamo questa sera ha le sue origini ad Acireale, quando la città delle cento campane, oltre ad essere una città di studi, era una ridente ed operosa città imprenditoriale e molte delle sue famiglie investivano nel «fare impresa» per creare occupazione, ricchezza e sviluppo economico anche attraverso l’indotto. E’ il caso delle famiglie Leonardi e Privitera, la prima impegnata in varie attività, la più importante delle quali era un rinomato pastificio; la seconda punta di diamante del commercio degli agrumi e molto presente ed attiva sui mercati esteri. Giuseppe Leonardi, Peppe per gli amici, figlio di Saretto, e Luciano Privitera, figlio di Peppino, hanno respirato fin da piccoli «aria d’impresa» e come tanti loro coetanei si sono formati negli istituti scolastici superiori della città prima di iscriversi all’Università di Catania e conseguire la laurea. Poi hanno preso strade diverse.
Peppe ha assecondato la sua vocazione all’insegnamento. Attualmente insegna Diritto ed Economia all’Istituto Tecnico De Simoni di Sondrio, quindi è uno di quegli insegnanti della Scuola che è dovuto andare fuori dalla Sicilia. Luciano invece, dopo aver maturato qualche esperienza post-lauream nel mondo della finanza, ha proseguito l’attività imprenditoriale di famiglia e l’ha riconvertita nella produzione e commercializzazione di prodotti di quarta gamma, oggi noti col marchio Bella Fresca, dunque nel settore ortofrutticolo. Entrambi sono riconoscenti verso i docenti che li hanno formati.
Cominciamo da Peppe Leonardi, nella vita un appassionato di auto e moto.
#RingraziaunDocente. A chi questa dedica?
«Mi sento di ringraziare tanti docenti, non vorrei fare torto ad alcuno e dico Giovanna Fichera, insegnante di Italiano al Liceo Gulli e Pennisi di Acireale, per gli insegnamenti di vita e la saggezza che sapeva trasmettere»
Chi ha lasciato il segno nella tua formazione umana, al punto da rappresentare oggi un «buon esempio» nella tua professione di docente?
«Direi il compianto Michele Strano, per la preparazione, lo spessore culturale che andava al di là delle discipline che insegnava, e per l’umiltà, essendo stata una persona che non faceva in alcun modo pesare la sua cultura»
I tuoi ragazzi, i tuoi alunni, ti sentiresti di ringraziarli per cosa?
«Li ringrazio perchè noi insegnanti apprendiamo a nostra volta dagli studenti, in termini di entusiasmo, amore per la disciplina, capacità di vedere la vita attraverso i loro occhi, nel senso che se facciamo un paragone tra la nostra generazione di studenti e gli attuali vediamo tante enormi differenze, ma è anche grazie a loro che riusciamo a capire tanto del mondo che ci circonda»
E per cosa ti piacerebbe essere ringraziato da loro?
«Non ho fatto particolari sperimentazioni, a parte cercare di utilizzare meglio gli strumenti informatici applicandoli alla disciplina. In un caso ho fatto lezione avvalendomi di un geometra per far capire ai ragazzi i risvolti pratici di ciò che studiano. Ritengo che su questo dovrei migliorarmi»

Passiamo adesso ad ascoltare Luciano Privitera, da ragazzo pallanotista e comunque amante dello sport. 

#RingraziaunDocente. Chi in particolare?

«Il docente che ha lasciato traccia indelebile nella mia formazione e che mai ringrazierò abbastanza è don Salvatore Arcifa, docente di Italiano e Storia al biennio dell’ ITC  Angelo Majorana di Acireale. Il docente che ricordo con affetto e capace di interpretare di più il mio modo anche attuale di vivere l’azienda è stato il prof. Carmelo Buttá all’Università»

In cosa ti piacerebbe che l’Università di oggi fosse diversa da quella che tu hai frequentato?

«Vorrei che l’Università fosse diversa da ieri in termini di a) maggiore finalizzazione della formazione rispetto ai fabbisogni del territorio; b) maggiore contribuzione allo sviluppo attraverso il contributo non necessariamente oneroso sia alla Pubblica Amministrazione che a certe imprese»

C’è qualcuno che ti ha ringraziato fra i tuoi docenti?

«Il riconoscimento lo ho avuto dal prof. Benedetto Matarazzo. E poi anche dai miei ex colleghi di studio. Un collega universitario di allora, il commercialista Giovanni Caminito, mi incontra dopo anni ad Acitrezza e racconta ad un suo amico di quello studente che correva per laurearsi. Poi non dimentico nemmeno alcuni colleghi che oggi sono docenti universitari e mi gratificano continuamente della loro leale amicizia»

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