#RingraziaUnDocente. Marco Pappalardo: Insegnare è un atto d'amore

#RingraziaUnDocente. Marco Pappalardo: Insegnare è un atto d'amore

Saro Faraci

Lui è Marco Pappalardo, docente, scrittore e giornalista. Sposato, 43 anni, insegna da ventiquattro mesi all’IS. Majorana-Arcoleo di Caltagirone, dopo sedici anni di docenza svolta presso il Liceo Salesiano Don Bosco di Catania. Ha scritto circa trenta libri su temi educativi, formativi, religiosi, dedicati a lettori di tutte le età; sulla scuola in particolare il best seller “Diario (quasi segreto) di un Prof” e poi “Nelle Terre dell’Educazione”, “3P. Padre Pino Puglisi, supereroe rompiscatole”, “San Giuseppe da Copertino. Protettore degli studenti”. Giornalista pubblicista, collabora con i quotidiani Avvenire e La Sicilia, con il settimanale Credere, con i mensili per giovani  adolescenti e preadolescenti Dimensioni Nuove e Mondo Erre.

  • Settimana italiana dell’Insegnante, sulla falsariga della Teacher Appreciation Week statunitense. Secondo il Prof. Pappalardo, è solo evocativa, celebrativa oppure è una preziosa occasione per riflettere sul ruolo sociale dell’insegnante oggi?

« Si dice che in Giappone i docenti siano l’unica categoria che non debba inchinarsi dinanzi all’imperatore, poiché egli riconosce quanto siano importanti per la società e lo siano stati per la sua stessa formazione; ciò è evocativo, anche se non fosse vero! Dal canto nostro ci “inchiniamo” ogni giorno dinanzi agli studenti, non per sottomissione o inadeguatezza naturalmente, bensì perché chinarsi per sostenere o sollevare qualcuno, anche dal punto di vista culturale, è un grande gesto d’amore e insegnare è un atto d’amore! »

  • #RingraziaUnDocente. Se dovesse anteporre questo hashtag ad un pensiero, ad un post, a parole di ringraziamento per un insegnante al quale sono legati i suoi bei ricordi di studente, a chi lo dedicherebbe? E perchè?

« Quando frequentavo il liceo, agli inizi degli anni Novanta, ci fu un omicidio davanti alla scuola; era il tempo della ricreazione e fu inevitabile guardare fuori e vedere un uomo a terra in una pozza di sangue. Rientrati in classe la quarta ora, il prof. di Storia e Filosofia spiegò e interrogò come se nulla fosse successo, così la quinta ora eravamo pronti per il Latino e il Greco con libri e quaderni aperti; il Prof. (non a caso qui uso la maiuscola!) ci disse: “Non avete capito cosa è accaduto fuori? Volete fare lezione dopo che a due passi da voi è stato ucciso un uomo? Che senso ha lo studio che abbiamo fatto, le ore sulle tragedie, su Omero e Virgilio, se non ci fermiamo a riflettere?”. Da allora capii il senso dello studio e della scuola, scelsi di essere un giorno un Prof. come lui! »

  • Massimo Recalcati, nel suo libro di qualche anno fa L’Ora di Lezione, rilancia il modello di una didattica quasi peripatetica a là Aristotele che deve far “innamorare” gli studenti quando il docente spiega e insegna. Solo così i giovani possono appassionarsi e apprendere di più. E’ d’accordo?

« Tra il docente e lo studente è come se si danzasse in coppia, a volte si è più vicini, altre volte lontani; ci si guarda negli occhi, si trovano le intese per il movimento giusto, si impara e ci si lascia guidare. A volte si cade, altre si viene trasportati in alto, tutto con la forza e la fatica di entrambi, il necessario rigore e la semplicità del lasciarsi andare, la disciplina e la creatività: non è forse così anche tra innamorati? A scuola non si balla da soli, non ci sono prime ballerine e, se ci sono delle étoile, devono brillare insieme! »

  • Il grande successo di Alessandro D’Avenia come scrittore e l’ascendente che come professore ha sui giovani, secondo Lei, a cosa sono attribuibili?

« Intanto c’era bisogno di un docente come D’Avenia che, stando sul campo cioè in aula tra gli studenti e i colleghi, ci facesse interrogare un po’ tutti, genitori inclusi, richiamando alla bellezza della scuola, dello studio, della cultura; come in ogni tempo c’è qualcuno che si erge all’improvviso dando una direzione, così è accaduto per la nostra professione grazie a lui, poiché è indubbio che a tanti abbia ridonato passione ed interesse. Qual è il suo ascendente? Il fatto che sia un docente coerente e credibile! »

  • Lasciamo stare Recalcati e D’Avenia, il professore Pappalardo cosa fa per fare “innamorare” i giovani e avvicinare loro al piacere, più che al dovere, della conoscenza?

« Per loro studio, mi preparo, mi formo. Inizio le mie ore con “ci sono domande?”, dunque li ascolto e, se necessario, anche fuori dall’orario o in chat. Non dico mai “quando sarai più grande capirai” o “te lo dirò quando sarai cresciuto”, poiché per me questo tempo della loro vita è già un’ipoteca sul futuro. Li esorto a dare ordine alla propria esistenza e allo studio, a cercare una sintesi  tra vita e scuola. Cerco di essere in anticipo, sempre puntuale, di accoglierli in aula sorridente ed uscire per ultimo augurando il meglio per la loro giornata. Dico bene di loro, mai male! »

  • Si avvicinano gli esami di maturità. Quest’anno ci saranno parecchie novità introdotte un po’ frettolosamente dal Ministero. Al di là delle simulazioni che diversi istituti scolastici stanno già facendo, quale è l’atteggiamento giusto con cui i maturandi dovranno affrontare gli esami?

« Innanzitutto devono fidarsi di chi gli vuole bene e di chi ne sa di più. Poi non devono evitare la fatica, ma affrontare la difficoltà per dominarla. Inoltre è utile darsi dei tempi, dei ritmi, fare un calendario per lo studio, che abbia naturalmente le giuste pause. Significativo è anche creare una sorta di “Compagnia dell’Anello” per studiare insieme, ciascuno mettendo del proprio e valorizzandosi a vicenda. Infine è più utile una sana dose di risate insieme che lunghi pianti solitari nei momenti difficili. »

  • Data la trasversalità della prova orale, pensa che possa essere utile prepararsi facendo uso di schemi, schede sinottiche, mappe mentali, tenuto conto che allo studente sarà richiesto di fare un colloquio situazionale?

« L’esame è di fatto la prima occasione per cui si studia in modo nuovo o almeno è richiesto un diverso approccio alla studio; può essere perduta o valorizzata, tanto da farne uno stile per il futuro. Intanto non bisogna cominciare tutto da zero, ma sfruttare i tanti anni passati a scuola, cogliendo il meglio e mettendo da parte il superfluo o l’inutile; poi bisogna evitare i sotterfugi, le vie brevi, il perdere tempo, gli imbrogli; infine gli schemi, le mappe, le schede sono utili se realizzate da sé, con la propria mano, diversamente acquisirli da altri raddoppia la fatica dell’apprendimento e dà risultati peggiori »

  • Un auspicio augurale per gli studenti, maturandi e non. Quali parole utilizzerebbe il prof. Marco Pappalardo?

« Studiare non perdendo di vista l’essenziale, perché nella famiglia, nelle amicizie, nei compagni, in tutte le relazioni, c’è la forza per affrontare lo sconforto e la stanchezza. Studiare tenendo fisso un sogno, perché senza sogni che ci stanno a fare sui libri? Studiare coltivando un desiderio, perché è la passione che ci spinge a raggiungere gli obiettivi. Studiare guardando ad un progetto, perché è nel presente che si comincia a vincere qualunque battaglia futura »

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Si conclude qui il nostro viaggio in occasione della Settimana dell’Insegnante. Un viaggio che Sicilia Network ha compiuto dentro il mondo della Scuola per raccontare Storie d’Amore, di un Amore vero e comune di docenti e discenti per il sapere, l’apprendimento, la conoscenza e lo studio. Sono grato a tutti coloro che hanno preso parte a questa inchiesta, raccogliendo l’invito della nostra testata.

Le precedenti puntate della Settimana dell’Insegnante sono state pubblicate su Sicilia Network e disponibili ai seguenti link:
1. L’Italia oggi dimentica la Scuola, ma gratitudine e riconoscenza verso gli insegnanti non moriranno mai (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-litalia…/)
2. L’assessore Barbara Mirabella: bisogna “esserci” a scuola e sentire il rumore meraviglioso dell’energia degli studenti (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-lassess…/)
3. Dalle elementari fino alla laurea, l’indimenticabile ricordo del Maestro Alfio di Linguaglossa (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-dalle-e…/)
4. Domenico Bella: quando il sapere umano è attraversato da una “faglia” (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-domenic…/)
5. Ylenia, la dottoressa della «movida catanese»: cari insegnanti, bisogna saper ascoltare prima e poi ben consigliare (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-ylenia-…/)
6.Emanuele Rapisarda: vi spiego l’importanza di dire grazie ad un papà che è anche il tuo insegnante (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-emanuel…/)
7. Quando un prof universitario ti stimola alla resilienza e al senso pratico (https://www.sicilianetwork.info/ringraziaundocente-quando-…/)

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