Rotta balcanica: eurodeputati PD bloccati al confine tra Croazia e Bosnia

Rotta balcanica: eurodeputati PD bloccati al confine tra Croazia e Bosnia

di Carlotta Costanzo

Era il 23 dicembre, il campo profughi di Lipa è stato raso al suolo da un incendio appiccato dai migranti del luogo. Il campo era stato dichiarato inadatto e malsano a causa delle condizioni igieniche e delle risorse troppo limitate. L’IOM (International Organization for Migration) ne aveva predisposto la chiusura e lo spostamento dei migranti residenti verso altri accampamenti allestiti dal governo bosniaco. Tuttavia, il campo di Lipa, anche se inadeguato e degradato, rappresentava un rifugio sicuro per i migranti ospitati perché molto vicino al confine con la Croazia, il Paese da dove i migranti tentano di entrare nel territorio europeo in cerca di una vita normale. 

L’IOM, l’ONU e l’UE hanno subito avvertito il governo Bosniaco della precarietà della crisi migratoria nella rotta balcanica. Un avvertimento che, in realtà, costa all’UE somme non indifferenti. Infatti, il 3 gennaio 2021, solo una settimana dopo l’incendio, la Commissione Europea ha annunciato lo stanziamento di 3,5 miliardi per aiutare i migranti in situazione di difficoltà nel territorio bosniaco. Questo finanziamento si aggiunge ai precedenti per un totale di 13,8 miliardi di euro erogati dal 2018. 

Questa storia fatta di finanziamenti e sofferenze ha qualcosa di strano. L’Unione fornisce continuamente soldi per la gestione migratoria a uno Stato, non membro, che non è minimamente disposto ad occuparsi dei migranti. Dopo l’incendio, ad esempio, i profughi di Lipa dovevano essere spostati a sud di Sarajevo, ma sia le autorità che le comunità locali si sono aspramente opposte. In altre parole, l’UE sta pagando uno Stato che non fornisce sufficienti servizi ai migranti al solo scopo di non gestire la crisi all’interno del suo territorio. 

Di fatti, i confini croati (unico passaggio verso l’UE) sono blindati dalle forze di polizia che utilizzano metodi violenti e disumani, irrispettosi di qualsiasi valore di uno Stato di diritto. Usano cani e droni, li spogliano, li derubano e li torturano. Così la polizia croata non lascia scampo a chi tenta di attraversare il confine. I migranti lo chiamano “the game”, dice Huffingtonpost, quel “gioco” in cui si preferisce essere massacrati dai manganelli della polizia piuttosto che rimanere anche un solo giorno in più in Bosnia. Un gioco per la salvezza, un gioco per una vita normale. 

Una delegazione dell’S&D – gruppo politico europeo – ha voluto guardare con i propri occhi cosa stesse succedendo nei confini croati, ma senza successo. Una catena di poliziotti ha bloccato il passaggio negli ultimi 100 metri di territorio croato (che è territorio europeo). Brando Benifei, Alessandra Moretti, Pierfrancesco Majorino e Pietro Bartolo (eurodeputati del PD) rimangono attoniti e denunciano tramite social e giornali quanto hanno vissuto. Un’esperienza fuori da ogni valore europeo, principio dello Stato di Diritto, e principio democratico. Gli stessi hanno detto su RaiNews24: “se trattano così degli eurodeputati, figuriamoci cosa può succedere a quelle persone che sono dall’altra parte”.

Nel frattempo, UE e istituzioni locali non si assumono la responsabilità di quanto sta succedendo. 

Balkan route: PD MEPs stuck at Croatian-Bosnian border

It was the 23rd of December, Lipa refugee camp was razed to the ground by a blaze started by local migrants. The camp was declared unadapt and unhealthy due to hygiene condition and lacking resources. The IOM (International Organization for Migration) declared its closure and migrants’ displacement towards camps set up by the Bosnian government. Nevertheless, Lipa camp, although unsuitable and degraded, represented a safe shelter for migrants since it is very near Croatia, the country from which they try to enter the European territory looking for a normal life. 

The IOM, UN and EU have immediately warned the Bosnian government about the precariousness of the migration crisis in the Balkan route. Actually, a warning of substantial amount for the EU. Indeed, 3rd January 2021, just a week after the blaze, the European Commission declared to allocate 3.5 billion to help migrants in situations of difficulty in the Bosnian territory. This fund adds to the previous, for a total amount of 13.8 billion of euros granted from 2018.

This affair of funds and sufferings has something strange. The Union continuously provides money for migration management to a non-member State which is in no way interested in dealing with migrants. After the blaze, for example, Lipa refugees should have been displaced toward the south of Sarajevo, but both the authorities and the local communities harshly opposed. In other words, the EU is paying a State which does not provide enough services to migrants, for the sole purpose of not tackling the crisis within its territory. 

Indeed, Croatian boundaries (the unique pass toward the EU) are locked by security forces which use violent and inhuman methods, disrespecting every value of the Rule of Law. They use dogs and drones, they strip them, steal them, and torture them. The Croatian police leaves no way out to those who try to cross the border. Migrants call this attempt “the game”, says the Huffingtonpost, that means a “game” in which they prefer being hit with police batons rather than staying just one day more in Bosnia. A game for safety, a game for a normal life.

A S&D delegation – a European political group – wanted to check what was going on in the Croatian border, but without success. A police chain blocked the way in the last 100 metres of Croatian territory (which is European territory). Brando Benifei, Alessandra Moretti, Pierfrancesco Majorino and Pietro Bartolo (PD MEPs) stood speechless and denounced the Croatian block through social media and newspapers. A situation out of any European value, Rule of Law principle, and democratic principle. These latter said on RaiNews24: “if they do that on MEPs, let’s think what it can happen to those people out there”. 

In the meantime, EU and local institutions do not take the responsibility of what is happening.

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