Ruolo della dieta nella gestione della sindrome dell'ovaio policistico

Ruolo della dieta nella gestione della sindrome dell'ovaio policistico

di Elisa Musumeci
biologa e nutrizionista

Bisogna fare attenzione a distinguere un problema di ovaie con microcisti dalla PCOS, nota come sindrome dell’ovaio policistico. 

Le ovaie sono la parte dell’apparato genitale femminile costituita da follicoli adibiti alla produzione di ormoni sessuali e alla maturazione e rilascio dei gameti femminili, gli ovuli. Qualora questi follicoli rimangano ad uno stadio di “cisti”, in un numero di almeno una decina, parliamo di follicoli inattivi, che non sono in grado di rilasciare gli ormoni per consentire agli ovuli di maturare. Come risultato si avrà un ciclo irregolare, a tratti anche anovulatorio, ma parliamo comunque di micro-cisti. Ne soffre all’incirca una giovane donna su quattro, in età fertile. È un problema di natura ereditaria e non di natura ormonale, per la quale quindi non si avranno rischi per la gravidanza, né infertilità,

Cosa ben diversa è invece la Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), ed è su questa che voglio soffermarmi.

Nella PCOS le cause di insorgenza della patologia non sono ancora del tutto conosciute, anche se vi è sicuramente un contributo di origine genetica, medici e scienziati attribuiscono tra le principali cause:

  • Un eccesso di insulina,
  • Elevati livelli di androgeni ed in particolare di testosterone e androstenedione 
  • Un alto indice infiammatorio delle membrane

Questo comporta, in primis, cicli anovulatori ed un importante ostacolo per la fertilità. Il tutto è inoltre corredato da una serie di effetti collaterali, più o meno rappresentati secondo variabilità individuale, per i quali si attribuisce infatti il termine di Sindrome. Tra i più comuni abbiamo:

  • Irsutismo su viso e petto e perdita di capelli (alopecia), causati dall’eccesso di androgeni.
  • Acne e cisti acneiche, eccesso di sebo, dermatite seborroica
  • Aumento di peso, insorgenza di sindrome metabolica. Causati dall’insulino-resistenza
  • Predisposizione al diabete di tipo 2 e aumentato rischio di diabete gestazionale
  • In casi gravi: predisposizione a iperplasia e carcinoma.

Questo il quadro generale ed è purtroppo un problema con un trend in aumento perché, come abbiamo visto, le cause sono per di più di natura epigenetica, ciò significa che le nostre scelte alimentari e di vita influiscono positivamente o negativamente e la filiera alimentare di oggi, si sa, è tutt’altro che sana.

Come possiamo intervenire, dunque, con la corretta alimentazione?

Un piano alimentare bilanciato è l’arma più potente per affiancare efficientemente le cure farmacologiche. Questo deve avere come punti salienti:

  1. La riduzione del grasso corporeo, in particolare l’adipe addominale, al di sotto della soglia del 25%. Questo perché l’adipe, per via dell’aromatasi, influisce sulle vie ormonali e libera citochine pro infiammatorie ed insulina.
  2. Basare le scelte alimentari su cibi a basso indice glicemico e basso carico glicemico, per contrastare l’insulino resistenza ed evitare che possa, a lungo termine evolvere in diabete.
  3. Introdurre a tavola frutta, ma soprattutto ortaggi, ad alto indice fitonutriente,  dalle spiccate proprietà antinfiammatorie. Ottimi i centrifugati ed estratti vegetali
  4. Suddividere il piano alimentare giornaliero prediligendo una colazione ricca ma equilibrata, basando l’introito calorico con preferenza di proteine ad alto valore biologico e grassi sani, (acidi grassi a catena corta e omega 3)
  5. Evitare gli zuccheri raffinati, evitare o ridurre drasticamente latte e derivati, evitare l’alcol; tutte scelte che, altrimenti, favorirebbero l’insulino resistenza. Ricordiamo infatti che il latte, pur non avendo un alto indice glicemico, presenta un indice insulinemico piuttosto elevato.

Insieme ad una sana alimentazione, mirata a questa patologia, non dobbiamo mai tralasciare l’importanza dell’attività fisica. Lo sport non solo aiuta nel dimagrimento o nel mantenimento del peso, ma aumenta la sensibilità dei tessuti all’insulina, cosa fondamentale nella PCOS. Si raccomanda infine, per i fumatori, di interrompere la pratica poiché il fumo favorisce l’accumulo di grasso viscerale, quello a sostegno degli organi interni,  e rappresenta un fattore a favore dell’insulino resistenza.

Come avete visto, La Sindrome dell’Ovaio Policistico, se pur una patologia scomoda ed invalidante per noi donne, grazie alla sua natura epigenetica, ci consente di riuscire a gestire gli effetti collaterali e rallentarne lo sviluppo, con esiti positivi anche sulla gravidanza e la fertilità.

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