Sacramenti e pedofilia, don Pio Guidolin a processo

Katya Maugeri

CATANIA – “Troppe voci sul suo conto, troppe volte veniva allontanato dalle parrocchie senza mai sapere il perché. Come mai? Adesso forse si è scoperto. Nessuno parla, mai. Si scopre tutto sempre a cose fatte!” Sono state tantissime le testimonianze che abbiamo ascoltato in esclusiva: raccontavano lo sgomento e la delusione dinanzi a quanto accaduto a dicembre scorso, quando don Pio Guidolin veniva arrestato. Accusato di pedofilia e responsabile di violenza sessuale sui minori fino a quel momento responsabile della parrocchia Santa Croce al Villaggio Sant’Agata a Catania. Un uomo che aveva lasciato un bellissimo ricordo ai giovani della Parrocchia di San Giovanni Galermo, che lo ricordano come un sacerdote perbene. Alcuni, invece, mormoravano e hanno ammesso che questo scandalo fosse già nell’aria.

Arrestato il primo dicembre 2017, don Pio Guidolin sarà giudicato con il rito abbreviato secco.

Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppina Montuori ha rigettato la richiesta del giudizio abbreviato condizionato all’audizione di un testimone avanzata dai difensori, gli avvocati Alessandro Crisafulli e Simone Luciano Iofrida. In precedenza la richiesta del pubblico ministero, Anna Tranchillo, era stata quella del giudizio immediato e così i difensori hanno optato per il rito alternativo dell’abbreviato secco.

Le indagini, svolte dai carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto, Marisa Scavo, hanno accertato che nella parrocchia Santa Croce del Villaggio Sant’Agata, a Catania, , presentando così alle vittime i loro rapporti quali “atti purificatori”, in grado di lenire le loro sofferenze interiori. Le indagini hanno consentito di accertare che dal 2014 il sacerdote, sfruttando il suo ruolo e approfittando della condizione di particolare fragilità di diversi ragazzini di età minore dei 14 anni provati da vicende personali che li avevano turbati, li avrebbe costretti a subire e compiere atti sessuali.

Uno scandalo che portò anche alcuni sacerdoti ad esporsi per rassicurare le comunità, i fedeli e i giovani, tenendo a precisare che il ruolo del prete non è sinonimo di pedofilia, “il web è pieno di rabbia, un accanimento giustificato in parte, lo capisco. Noi sacerdoti dobbiamo essere una luce per chi si trova nelle tenebre, da noi ci si aspetta un comportamento virtuoso, un esempio da seguire, non possiamo peccare di morale”.

“La verità è questa: questa nostra Diocesi è allo sbando totale – raccontavano alcuni parrocchiani – siamo nelle mani di nessuno, mi creda. L’Arcivescovo non si occupa di nulla e delega tutte le decisioni al suo segretario”. Giovani delusi, parrocchiani che raccontano delle loro intuizioni: “Lo vedevo dai suoi gesti confidenziali e dai ragazzini: i bambini che c’erano il giorno in cui l’ho visto io avevano un viso vuoto, triste e guardavano sempre in basso per non incrociare gli occhi di noi adulti. Lo ricordo benissimo. Credevo li avesse rimproverati, ora ho capito il motivo”.

Il Villaggio Sant’Agata è noto essere dominato dal clan dei Santapaola e il sacerdote esercitava persino una pressione e violenza psicologica alle giovani vittime che avevano deciso di denunciare gli abusi, minacciandoli di far intervenire esponenti della criminalità organizzata per indurli a desistere. Uno dei genitori delle vittime è stato denunciato per favoreggiamento personale perché, subito dopo che il figlio aveva reso sommarie informazioni all’autorità giudiziaria, avrebbe contattato il sacerdote per avvertirlo delle indagini a suo carico, inoltre uno dei ragazzini che aveva opposto resistenza alle azioni del sacerdote, rivelando gli abusi subiti negli anni, era stato isolato dalla comunità di fedeli ed accusato di asserzioni calunniose nei confronti del prete.

Nelle prime fasi dell’udienza preliminare sono state ammesse le parti civili, i genitori delle vittime e i giovani, oggi maggiorenni, che erano minorenni al momento degli abusi. L’udienza preliminare proseguirà il prossimo 16 ottobre.

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *