Salute mentale, “Dalla psicoterapia di gruppo alla poesia”: quando un atto d'amore diventa dono

Salute mentale, “Dalla psicoterapia di gruppo alla poesia”: quando un atto d'amore diventa dono

di Katya Maugeri

“Affacciato a piedi nudi alla finestra, con il sole che splende, apro l’orizzonte del mio avvenire. Trovo la forza di combattere”.

Tutti abbiamo fame di poesia. A ricordarcelo sono gli autori della raccolta “Dalla psicoterapia di gruppo alla poesia”, un progetto curato da Giuseppe Raniolo, dirigente psicologo dell’Asp di Catania, che raccoglie 40 poesie frutto di un lavoro clinico e di un gruppo di terapia condotto nell’ambito del laboratorio di poesia del Centro diurno del DSM di Catania.

Lo stigma sociale e la solitudine portano le persone affette da disturbi psichici a rifugiarsi in uno spazio ridotto all’essenziale, che non è l’essenza sottolinea Raniolo

Arte e fragilità umana si incontrano per far emergere la quotidianità, la sofferenza, ma soprattutto la speranza di chi ha tanto da dire e trova finalmente lo strumento adatto: la medicina narrativa.

“Il gruppo è impegnato nell’impresa di interrogare il dolore mentale, nel dargli voce e significato, nella ricerca di un linguaggio comune, un modo per accedere e ravviare una vitalità psichica che stenta a manifestarsi. Grazie alla capacità narrativa – spiega il dottor Raniolo – riusciamo a dare spessore alle parole, i pazienti vengono stimolati nella ricerca di allegorie, metafore e all’uso di un linguaggio profondo dell’anima, dello spirito, spesso assopito e anestetizzato dalla psicosi”.

“In queste pagine gli autori compiono un viaggio nella loro vita interiore”, scrive il dottor Maurizio Lanza, direttore generale dell’Asp di Catania nell’introduzione del libro. Un percorso in cui accanto a parole fredde, crudeli, chiuse, emergono parole leggere, luminose, delicate, disponibili all’incontro e al dialogo.

Sono pagine intense che sembrano tracciare la ricerca di una serenità semplice, del senso di unione verso una realtà complessa, un approccio pacificato con il mondo in cui non si è giudicati ma liberati dallo stigma, dai pregiudizi che continuano a creare barriere e non ponti di condivisione.

Sono poesie, quelle scritte da Agata, Annarita, Gennaro, Giovanni, Isabella, Ilaria, Luca, Nicolò, Noemi, Pippo, Sebastiano e Stefania, che ricercano il sublime e nella loro semplicità, emerge la potenza della parola come esperienza catartica, un percorso che ha denudato le loro anime senza alcuna pretesa.

“Eravamo sorpresi, tutti. Racconta sorridendo Giuseppe Raniolo, nessuno di noi si aspettava di produrre una poesia per poi leggerla insieme. Ci siamo ritrovati ad applaudire ogni pensiero elaborato: in quei momenti, intrisi di commozione, loro si sentivano liberi di esprimersi in quello spazio protetto lontano dal giudizio. Uno spazio, che la poesia, ha reso vivibile, accettabile capace di dare spessore e valore alle cose”.

Come tutti i poeti, anche loro, hanno avuto il coraggio di mettere a nudo la propria anima e scendere nel profondo delle loro ombre. Siamo troppo indaffarati a riempire invano e in modo effimero la nostra quotidianità all’insegna della frenesia, da non percepire quanta bellezza è racchiusa nei pensieri semplici di persone che la società ha scelto – per paura – di tenere a distanza.

La società dovrebbe garantire loro dei punti di incontro per ricucire quella socialità che la malattia ha strappato, serve pertanto intensificare e rafforzare la sinergia con il territorio e lavorare sull’abbattimento dei pregiudizi.

In ogni poesia è emerso un nuovo passo verso la funzione – in loro assopita – di produrre  pensieri poetici, miti, sogni, speranza. L’Asp di Catania ha creduto in questo progetto originale e di forte impatto emotivo, tanto da pubblicare la raccolta. Un atto di speranza da donare a chi ancora non crede sia possibile oltrepassare il limite dello stigma.

“È possibile, dunque, che certi processi possano essere riattivati, o attivati per la prima volta, utilizzando in gruppo delle tecniche mirate e innovative. Questa raccolta è il progetto della vita: la psicoterapia insieme alla bellezza e all’amore degli altri crea empatia, un sogno incondizionato. Abbiamo creato qualcosa, un atto d’amore che è diventato un dono”.

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