Salvo Noè: accendere l'entusiasmo e mettere da parte paura e ansia in tempo di Covid-19

Salvo Noè: accendere l'entusiasmo e mettere da parte paura e ansia in tempo di Covid-19

di Saro Faraci

Dalla pandemia al post Covid-19, ma anche prima del coronavirus e sicuramente dopo, quando finirà tutto. Avremmo tutti bisogno di farci una bella chiacchierata con psicologi, psicoterapeuti ed esperti della materia per trovare un po’ più di equilibrio interiore e tirare fuori il meglio delle energie positive che danno un colore diverso alla vita, spesso segnata da tonalità cupe e grigie quando non ve n’è proprio motivo.

A noi è capitato il privilegio di chiacchierare con il dottor Salvo Noè, psicologo, psicoterapeuta e mediatore familiare. Esperto in processi formativi e consulente di Rai1, lo si vede spesso in tv. Lavora a stretto contatto con Papa Francesco e il prossimo 6 agosto, dalle 21 alle 23, sarà possibile ascoltarlo all’Anfiteatro di Zafferana Etnea alla presentazione ufficiale del suo ultimo libro Accendi l’entusiasmo

Andiamo con ordine. Durante il Covid-19, che tipo di ansia e di paura hanno sviluppato gli Italiani?

«Il pericolo reale o percepito ha scatenato insicurezza e quindi meccanismi di paura e ansia, perché quando si perde il controllo della quotidianità, ci si sente in balia degli eventi, aumenta l’incertezza e si può arrivare anche a meccanismi di angoscia che generano conflitti interni. E sono proprio questi conflitti che attivano maggiormente gli stati d’ansia»

Esattamente che succede?

«Le persone che hanno una personalità tendente all’ansia, nei momenti di difficoltà, enfatizzano gli stimoli esterni e aumentano le reazioni interne fino a stare ancora più male. In questo caso la paura diventa disfunzionale e porta a evitamenti»

Adesso che siamo in fase 3, gli Italiani hanno altro tipo di paura? Oppure hanno allentato un po’ la corda, al punto che molti sono diventati addirittura negazionisti?

«La fase 3 induce a fare una vita diversa da quella del pre-covid, per i vari cambiamenti che sono avvenuti in questi mesi e poi, per le varie crisi che sono avvenute nel mondo del lavoro. Alcuni hanno la paura di non riuscire a lavorare, altri cercano di negare addirittura l’esistenza del virus dicendo che è stata solo una manipolazione. In effetti c’è confusione tra le persone comuni e tale confusione è stata accentuata anche dagli organi preposti che, nel corso dei mesi, hanno dato informazioni contraddittorie»

Con l’emergenza economica e finanziaria da Covid-19, emergeranno nuove inaspettate povertà nelle famiglie. Cosa ti senti di dire a chi ha cominciato ad attraversare un brutto periodo dal punto di vista economico che potrebbe addirittura acuirsi nei prossimi mesi?

«Mi sento di dare innanzitutto un incoraggiamento forte a chi ha serie difficoltà, ricordandoci che noi siciliani siamo stati sempre in difficoltà perché non abbiamo saputo utilizzare bene le immense risorse che possediamo dal punto di vista naturalistico e monumentale. Siamo la regione più attraente del mondo anche per la nostra biodiversità. Dovremmo organizzare meglio le risorse e saper raccontare il nostro territorio, affinché si possa dare risposta anche a quelli che, in questo periodo, stanno soffrendo per la mancanza di lavoro»

Cosa ci manca in particolare per fare meglio?

«Noi non manchiamo di risorse, ma della capacità di saperle utilizzare bene. Dobbiamo aumentare la competenza e fare chiarezza sui valori. La vera crisi sta proprio in queste due parole: competenze e valori. Bisogna rimetterle al centro per trovare soluzioni adeguate»

Parlaci del tuo nuovo libro “Accendi l’entusiasmo” che presenterai in una serata a Zafferana il prossimo 6 agosto. Come i tuoi ultimi libri, che hanno avuto la prefazione del Papa Francesco cioè “Vietato lamentarsi” e “Prima di giudicare pensa”, tu provi a trovare il lato positivo in tutte le cose della nostra vita, anche quando oggettivamente la vita è un po’ difficile?

«La vita diventa più difficile quando non riusciamo a sviluppare il nostro talento e le nostre ricchezze interiori ed esteriori. Vietato lamentarsi l’ho scritto proprio per dare una sferzata di positività ai miei conterranei e non solo, dicendo che è inutile lamentarsi, bisogna trovare soluzioni con coraggio, competenza e dignità. Il libro ha fatto il giro del mondo (con 18 traduzioni), grazie anche a Papa Francesco che ha deciso di mettere il mio cartello sulla sua porta e di curarne la prefazione»

E il libro successivo?

«Anche Prima di giudicare pensa ha avuto l’approvazione del Papa, e l’obiettivo del libro è stato fare capire che se giudichiamo in maniera tossica le persone, rischiamo di impantanarci, perché l’accusa rinforza il comportamento accusato. Quindi più giudichiamo distruttivamente più stiamo male. Bisogna attivare quello che io ho chiamato: il giudizio genuino»

Andiamo all’ultimo libro.

«Nell’ultimo libro Accendi l’Entusiasmo edito da Mondadori, ho voluto portare una boccata di ossigeno parlando di come possiamo fare per accendere l’entusiasmo dentro di noi. Dopo aver tolto le erbacce del lamento e del giudizio, adesso possiamo piantare i semi migliori per diventare il meglio di noi. L’etimologia della parola entusiasmo vuol dire “sentire Dio dentro”. Quando ho scoperto il significato della parola mi sono innamorato della forza che possiede. Ecco perché ho scritto questo libro che in questo periodo storico ritengo sia importantissimo. Giovedì 06 agosto alle ore 21 presso l’Anfiteatro di Zafferana Etnea lo presenterò ufficialmente»

Hai detto recentemente ai giovani universitari che le competenze sono fondamentali nella vita. Un messaggio di incoraggiamento ad investire su stessi per trovarsi sempre pronti, in qualunque momento della vita. Cosa ci vuoi dire ancora di più su questo argomento?

«Le competenze sono fondamentali per sentirsi adeguati e fare bene quello che si fa. Le 3C delle competenze sono: Conoscenza (sapere), Capacità (saper fare) e Comportamento (saper essere). Negli anni si è molto svilito il concetto di competenza, perché abbiamo fatto credere che non serviva, tanto basta la “raccomandazione”. Ma io ho sempre pensato che, se sei competente, prima o poi, trovi la tua strada ed è la tua. La mia vita ne è un esempio. Sono un libero professionista che lavora abbastanza e sono arrivato dove sono per la mia tenacia e la voglia di avere una vita interessante. Ogni ostacolo è stato un’opportunità per diventare migliore. La mia frase è: “Nella vita possono toglierti tutto, ma tranne quello che sei diventato”»

Ultima domanda. La società italiana fa fatica a misurarsi con quello che alcuni sociologi chiamano il principio di generatività, cioè ideare, progettare e creare; prendersi cura, lasciare andare, un po’ le tre tipiche fasi della genitorialità. Nel fare impresa, nel portare avanti iniziative sociali, nello stesso senso civico e dunque nella cittadinanza attiva, la generatività si conosce poco. Perché secondo te?

«Abbiamo spento l’entusiasmo e pochi conoscono come funziona il giocattolo più bello che possediamo sin da piccoli: il cervello. Immaginare, pensare in modo proattivo, attivare gioia nella nostra vita. Questo è quello che ci serve per attivare il principio di generatività. La scuola dovrebbe insegnare a vivere e non a ripetere solo le poesie a memoria. Abbiamo bisogno di maestri che amano il sapere e non trasmettono solo nozioni, ma l’amore per la conoscenza. Che sappiano innescare un trasporto, una passione, una voglia di scoperta. Questo è quello di cui ogni studente ha bisogno: incontrare un maestro che sappia accendergli il fuoco dentro»

Che tipo di fuoco dovrebbe saper accendere un buon maestro?

«Ritornare a credere nella bellezza della buona politica, della buona famiglia e del rispetto delle relazioni umane. Questo genera la voglia di creare, del prendersi cura e di vivere con consapevolezza. C’è bisogno di incontrarsi per ascoltarsi e per comprendersi. L’antidoto alla noia e alla paura è fare cose insieme e rimettere al centro l’umanità e progettare un futuro che metta al centro l’uomo e i suoi veri bisogni»  

Ultimissima domanda. E il prossimo libro di Salvo Noè su cosa verterà?

«Il prossimo libro affronterà un tema fondamentale: la fiducia. Senza fiducia è impossibile vivere bene»

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