Sanità, fumata nera: aziende ancora senza manager. "Faremo presto" assicura l'assessore Razza

 

 

 

PALERMO – Per la nomina dei nuovi manager della sanità siciliana bisognerà attendere metà novembre: lo assicura l’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza che conta di poter anticipare questa scadenza.  “Gli incarichi attuali – dice Razza – scadranno il 5 novembre. Noi come governo avremo le risultanze del lavoro della commissione che ha esaminato i curriculum degli aspiranti entro i prossimi giorni. Ci riserviamo di prenderli in esame e con la discrezionalità che la legge ci concede, pur nell’ambito di precisi criteri, faremo le nostre scelte. Punteremo innanzitutto sulle professionalità specifiche per assicurare efficienza a tutto il sistema sanitario regionale”. L’assessore si è dimostrato soddisfatto del lavoro fin qui svolto dalla commissione e delle procedure: “Ci hanno consentito – ha sottolineato  Razza — di chiudere il percorso delle nomine in poco meno di sei mesi rispetto ai 2 anni e mezzo di chi ci ha preceduto”. Le nomine riguarderanno le Aziende sanitarie provinciali metropolitane (Palermo, Catania e Messina), Altre aziende sanitarie provinciali (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani), Aziende ospedaliere universitarie (Policlinico Giaccone di Palermo, Vittorio Emanuele di Catania e Martino di Messina) e Irccs Bonino Pulejo/Piemonte di Messina, Arnas e altre aziende ospedaliere (Civico di Palermo, Garibaldi di Catania, Villa Sofia di Palermo, Cannizzaro di Catania, Papardo di Messina).

“La fumata nera sul fronte della nomina dei manager della sanità, che fa il   paio  con la grottesca telenovela della rete ospedaliera, è l’ennesima prova dell’inadeguatezza di questo governo, che sta a guardare mentre il settore continua da affondare”. Lo affermano i deputati M5S all’Ars, componenti della commissione Salute, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua. “Questa battuta d’arresto – commenta Cappello – è gravissima. Quello che non si capisce è se il governo si ferma perché non ha tenuto conto delle  regole che esso stesso aveva stabilito in giunta o se dietro si cela qualche altra volontà. Fatto sta che le aziende al momento si trovano guidate da commissari che non sanno quale sarà il loro destino. Tutto ciò – continua Cappello – non fa che aggravare le condizioni di una sanità che non decolla, anzi,  e si regge esclusivamente sul  sacrificio e sull’ abnegazione di medici  e infermieri, che ormai sono al collasso”.“Razza e Musumeci – conclude il M5S – hanno il dovere di fare chiarezza sui criteri che  hanno imposto per la scelta dei  direttori generali e di procedere alla loro nomina nel più breve tempo possibile, utilizzando criteri di meritocrazia e non dettati dalla politica”.

E sul “Modello lombardo per il 118″ i deputati del M5s della commissione Salute dell’Ars   sono fortemente critici dopo la morte della ragazzina in provincia di Sondrio, soccorsa in prima battuta da una ambulanza senza medico a bordo.    “Il modello lombardo sposato dall’accoppiata Musumeci-Razza per il 118 – afferma Antonio De Luca – non ci convinceva per nulla prima, non ci convince ancora più oggi. E a prescindere dalla moltiplicazione dei costi e delle poltrone che l’operazione comporterà. Quanto successo a Chiavenna potrebbe succedere a maggior ragione in parecchie nostre province, prive di ospedali e con comuni molto distanti dai pochi ospedali che ci sono. Se è questo – continua De Luca – il modello che noi retrogradi siciliani ci stiamo facendo rifilare dai civili lombardi che vengono nella nostra commissione all’Ars a dire che diciamo cavolate, diciamo, ‘no grazie’. Noi il modello economico ed efficiente già lo abbiamo ed è il modello Messina, basterebbe esportare quello in tutta l’isola”.

“Alla luce di tutto ciò – continua De Luca – proseguiremo nello studio dei dati che ci sono stati rappresentati dai dirigenti lombardi e che ci hanno convinto pochissimo, specie se raffrontati ai non bassi tassi di mortalità in seguito a ictus e infarto. Ad un trasporto tempestivo dovrebbe infatti conseguire un basso tasso di mortalità per le patologie dove il tempo conta più di ogni altra cosa. Cosa che non sembrerebbe affatto. Musumeci e Razza riflettano”.

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