Pina Mazzaglia
SANTA MARIA DI LICODIA – Giornata di riflessione per i cittadini di Santa Maria di Licodia chiamati al voto di domenica 11 giugno. Si riflette perché lo dice la legge: il silenzio elettorale si effettua il giorno prima e il giorno stesso delle elezioni. È il momento per attenzionare e ragionare sui punti salienti presentati dai quattro candidati a sindaco Angelo Capace, Benedetto Torrisi, Salvatore Mastroianni, Santo Torrisi, in corsa, per la poltrona di primo cittadino: coalizione di anime variegate, ognuno dei quali cercherà di dare il giusto peso per potare in equilibrio un’Amministrazione blindata da più di quattro anni. Ognuno di loro ha presentato un programma elettorale con proposte di risoluzione a 360°, spinti e fiduciosi anche per via del fatto che in paese, si vocifera, “devono arrivare soldi”.
E poi serve un decalogo che annoveri progetti e idee, lo vuole il programma elettorale. Ma quale Programma elettorale? Sarebbe meglio dire,in un momento come quello attuale, cosa si può fare, e chiedersi, quali sono le emergenze? Sarebbe meglio domandarsi come spendersi per sollevare dalla sottocultura un paese ormai in rovina.
Delle promesse e del programma elettorale di 5 anni fa, fino ad oggi si è visto poco… o forse quasi nulla. -E che si poteva fare col comune commissariato? – Dice qualcuno da lassù… E la situazione, poteva andare ancora peggio a sentire altri. Adesso si gioca sul tempo per recuperare e cancellare la cattiva politica degli anni passati, politica che nel corso dell’ultimo decennio, ha gettato nel fango il piccolo comune etneo.
Ci hanno riflettuto. Alcuni facendo autocritica, chi in maniera evidente, chi un po’ più celato, c’è chi invece alla prima esperienza si affida alla gente con la volontà di spendersi realmente, c’è chi sta accanto ai lavoratori da tempo e parla di solidarietà, e chi cerca di ripartire dall’agricoltura, facendo trapelare una sorta di equilibrismo politico che fa capire come ancora creda in quello che è stato il percorso intrapreso negli anni.
Nei vari incontri svolti durante la campagna elettorale si è parlato di rilanciare l’immagine del comune, uno dei centri più antichi della Sicilia Benedettina, immagine ormai degradata e avvilita da anni di abbandono, di inciviltà, di azzeramento e di appiattimento.
La verità scatterà alle 23 di domenica 11 giugno quando comincerà lo scrutinio delle schede: allora sarà il momento saliente che chiamerà il vincitore ad una presa di coscienza e ad acquisire, speriamo, la cognizione e le giuste responsabilità sull’uso e manutenzione di una “macchina amministrativa” ormai abbandonata a se stessa. Ci confidiamo. Così sia.