Scenari e stime, non previsioni. Così l'Europa si prepara ad affrontare la crisi economica da pandemia

Scenari e stime, non previsioni. Così l'Europa si prepara ad affrontare la crisi economica da pandemia

di Federica Costanzo (*)

(*) Dottoressa in Finanza Aziendale e Project Manager – Università degli Studi di Catania

 

Siamo in attesa di ulteriori risposte sulle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) per fronteggiare questo delicato momento provocato dal Covid-19. Proviamo a capire come la BCE abbia agito in passato di fronte a periodi di crisi, attuando un confronto con il presente.

In questo modo, cercheremo di analizzare i possibili scenari attraverso alcuni dei principali strumenti macroeconomici.

Quando si pianificano analisi con un orizzonte temporale più disteso spesso si pensa a dover fare delle previsioni. Concettualmente si tratterebbe di un ragionamento errato. E’ impossibile infatti prevedere quali situazioni economico-finanziarie si presenteranno all’interno di quel determinato contesto oggetto di studio.

Scenari e stime

Per tale ragione, sarebbe più corretto parlare di scenari e di stime, e meno di previsioni. Non a caso, i Dynamic Stochastic General Equilibrium models (DSGE), ossia i modelli Dinamici e Stocastici di Equilibrio Economico Generale, sono utili nella formulazione e nella comunicazione della politica monetaria presso molte banche centrali del mondo. Ma vengono considerati metodologicamente inesatti.

Questo perché tali strumenti presentano dei limiti di matrice teorica, empirica e di politica economica. In particolare quando negli studi non si tiene conto delle imperfezioni di alcune variabili introdotte ex ante ed altre ex post.

Infatti, nel predire la crisi del 2008 questi modelli non hanno funzionato, poiché non hanno analizzato il sistema bancario nel suo complesso ed il suo ruolo all’interno dell’economia.

Gli studiosi stanno cercando di superare questi limiti integrando nei modelli il reale comportamento degli agenti economici e l’incidenza delle aspettative. Grazie anche all’apporto dei modelli matematici ed economico-finanziari.

Si pensi ad esempio agli scenari prossimi al Covid-19 esplicati da una delle più rinomate multinazionali di consulenza come McKinsey&CO. La quale in un report pubblicato i mesi scorsi dal titolo “COVID-19: Implications for business”, illustra tre possibili situazioni. Una rapida ripresa, o un rallentamento globale oppure una recessione, includendo in ciascuna ipotesi l’andamento del PIL e le reazioni dell’economia nella sua globalità.

La Banca Centrale Europea

Dando uno sguardo al passato, vediamo, invece, come la BCE ha risposto a periodi di crisi attraverso strategie di politica monetaria, citandone alcune.

Misure incentrate sulla liquidità (Ottobre 2008), per far fronte a circostanze impreviste.

Operazioni monetarie definitive (Settembre 2012), per scongiurare scenari nefasti. In simili casi, si applicano condizioni rigorose connesse ad un idoneo programma del MES.

Misure a sostegno dell’offerta di credito, per erogare liquidità alle banche a patto che venga trasmessa all’economia reale sotto forma di prestiti.

Indicazioni prospettiche forward guidance (Luglio 2013), per influenzare le aspettative future sull’andamento dei tassi di interesse, con l’obiettivo di mantenerli a bassi livelli per lunghi periodi.

Fino ad arrivare, così, a marzo del 2015 con il quantitative easing, dove i tassi restano fermi ai minimi.

L’Unione Europea

Tornando ai giorni nostri, come riportato dal sito del Consiglio Europeo, in risposta alla crisi provocata dalla pandemia, l’UE ha istituito il Next Generation EU. E’ un fondo straordinario per la ripresa da 750 miliardi di EUR.

Nel luglio scorso il Consiglio Europeo ha approvato un bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027 che stimolerà la crescita e sosterrà le imprese e le nostre economie negli anni a venire.

L’UE ha anche presentato un pacchetto di sostegno da 540 miliardi di EUR a favore degli Stati membri. La Banca Centrale Europea sta inoltre mobilitando 1.350 miliardi di EUR supplementari nell’ambito del suo programma di acquisto di titoli per soccorrere i governi durante la crisi.

Come vedete la liquidità anche in questo quadro ne fa ancora da protagonista, che sia di erogazione immediata o mirata a più lungo termine è necessaria per ripartire da una pandemia non di certo prevedibile per le ragioni suddette.

Si ritiene, dunque, fondamentale studiare le scelte del passato per migliorare quelle del futuro, che siano pensate sul presente dalle grandi banche, dagli studiosi o dalle maggiori realtà aziendali, trovando in questo modo soluzioni mirate ed efficaci per il benessere di un’intera collettività.

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