Daniele Lo Porto
SCICLI – Un’accoglienza da star: abbracci, baci, selfie condivisi sui social e tanti “like”. Il protagonista, però, non è un personaggio televisivo, né uno sportivo che inaugura un negozio esclusivo. A suscitare tanto entusiasmo è un condannato per estorsione e altri reati, ritenuto dalla Direzione nazionale antimafia e dalla Direzione investigativa antimafia il referente della criminalità nel territorio di Scicli: Franco Mormina, detto “u trinchiti”. L’uomo è intervenuto, forse con il ruolo di ospite d’onore, all’inaugurazione di una sala scommesse nel centro di Scicli, proprio nel comune dove ha commesso diversi reati, tanto da essere stato condannato dalla Corte d’Appello di Catania, nel maggio scorso, a 7 anni, con una riduzione rispetto alla pena prevista in primo grado. Non è stata, infatti, ravvisato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Pena ridotta anche al figlio Ignazio, da 4 anni e 6 mesi a un anno e due mesi, condannato insieme ad altri imputati. Il caso è stato sollevato dal giornalista Paolo Borrometi sul suo giornale on line, con tanto di foto tratte dal social, e subito ripreso dal senatore del M5s, l’avvocato Mario Michele Giarrusso di Catania, che ha annunciato due interrogazioni parlamentari.
“Un capomafia che inaugura una sala giochi come se fosse una star, nel cuore di Scicli, città nota a tutti per essere il set a cielo aperto del commissario Montalbano, è un segnale sociale che le Istituzioni del nostro Paese non possono accettare. Bisogna intervenire subito facendo comprendere che in Italia non ci sono delle zone franche dello Stato”. Ha dichiarato il senatore Giarrusso, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Antimafia ed in Commissione Giustizia. “Martedì depositeremo due interrogazioni urgenti: una al ministro degli Interni ed un’altra al ministro della Giustizia per comprendere come sia possibile che un capomafia possa inaugurare una sala scommesse e girare tranquillamente nonostante sia condannato e giudicato “incompatibile con le condizioni carcerari”. Vedere le foto pubblicate nell’inchiesta del giornalista Paolo Borrometi mi ha convinto a chiedere immediatamente l’intervento dei due ministri, così come ho già chiamato il prefetto di Ragusa per chiedere delucidazioni e per far cessare subito questo scandalo. Chi ha permesso l’apertura di una sala giochi a persone vicine al capomafia? Chi ha permesso al capomafia di Scicli di girare indisturbato malgrado la condanna? Sono domande su cui ci aspettiamo delle risposte pronte ed urgenti”, ha concluso il senatore Giarrusso.
A rendere incompatibile il sistema carcerario sono i problemi di ipertensione accusati da Franco Mormina, gravi, ma non tanto, da impedirgli di festeggiare con amici una nuova attività economica.
Dal Giornale di Sicilia