Si scrive Pubbliservizi si legge Caos


 
 

 

 CATANIA – E’ di nuovo piombata nel caos la Pubbliservizi e tra i lavoratori stanno montando sempre più ansie e malumori per la sorte della partecipata della Città metropolitana di Catania. Alla base di questo sentimento di inquietudine ci sono due provvedimenti adottati dall’amministratore unico Silvio Ontario che, evidenziando il grave momento di crisi finanziaria dell’ente, ha disposto la chiusura degli uffici amministrativi e dei reparti operativi nelle giornate di venerdì, nei mesi di luglio ed agosto, mandando forzatamente in ferie i dipendenti eccetto gli stessi operativi che a turno dovranno lavorare, chiudendo i medesimi settori dal 14 al 18 agosto e poi contingentando l’erogazione del Tfr in base all’anzianità. A denunciare il fatto è il sindacato Ugl di Catania che, nei giorni scorsi dopo l’emanazione del primo atto, ha indirizzato una nota ad Ontario per far rilevare come dalle parti di piazzale Chinnici si stia procedendo in barba ad ogni più basilare regola imposta dal contratto collettino nazionale del lavoro. “Dal vertice è stato dato un sonoro schiaffo alle relazioni sindacali, che sin dal suo insediamento sono comunque state positive ed all’insegna della collaborazione – afferma il segretario etneo di Ugl Igiene ambientale Santo Gangermi. Avevamo avviato un percorso comune e condiviso per iniziare a lavorare insieme al salvataggio della Pubbliservizi e, invece, con rammarico dobbiamo constatare come il vento è di colpo cambiato escludendo le organizzazioni sindacali dalla contrattazione che è il gradino fondamentale nella conduzione di un’azienda così grande ed importante come questa. Pur con la dovuta comprensione per il delicato momento economico che sta vivendo la partecipata, non possiamo che condannare un atteggiamento che sta volgendo nella direzione di una palese e grave violazione delle norme contrattuali. Purtroppo in questo caso l’urgenza è stata una cattiva consigliera, anche perché crediamo che gli atti adottati non servano a risolvere il problema. Ci spiace anche che l’amministratore unico non ha nemmeno pensato a rispondere alla nostra nota di richiamo alla relazione con il sindacato, che pensiamo sia fondamentale in questo processo di rianimazione di un’impresa ad un passo dalla morte. Chiediamo quindi al numero uno della Pubbliservizi di ritirare le note emanate e di portare tutto al tavolo della contrattazione dove, in prima battuta, sarà indispensabile far conoscere ai componenti il reale stato economico in cui si trova l’azienda alla data odierna, per poi iniziare a discutere delle misure più urgenti ma anche di quel piano industriale e del piano di rientro che ancora fanno parte del mondo dei sogni – conclude Gangemi – nonostante fossero stati oggetto di accordo alcuni mesi addietro a seguito di una riunione in Prefettura. Esprimiamo tutto il nostro disappunto per tutto ciò e siamo ancora in attesa di ricevere una convocazione che sarebbe dovuta arrivare per giorno 20, ma che non è mai arrivata. Da parte nostra continuiamo ad essere disponibili nella speranza che si evitino altre inutili sortite fuori luogo e fuori legge.”

Una considerazione: perché oltre a imporre le ferie ai dipendenti non si revocano i contratti da superdirigenti e i numerosi “ad personam” elargiti dalla precedente amministrazione? Forse per non turbare equilibri politici e clientele? (dlp)

 

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