Daniele Lo Porto
CATANIA – Esattamente un anno fa qualche ora di pioggia provocava allagamento, disagi e danni soprattutto nel centro storico di Catania, ma anche in altre parti della città. L’immagine è eloquente, non sono necessari commenti. Si registrò il solito ping pong di accuse e di giustificazioni, più o meno condivisibili. Le “bombe d’acqua” sono ormai una costante, proprio ieri a Livorno come a Roma e in tante altre città del centronord se ne sono accorti, con l’immancabile bilancio di vittime umane. Nell’impossibilità di modificare le caratteristiche delle piogge le città soprattutto dovrebbero adeguarsi al meglio per prevenire le conseguenze gravissime per tutti i cittadini e per coloro che devono spostarsi per motivi di lavoro anche fuori dall’isola. Ieri, a causa delle condizioni meteo in altre città, ad esempio, con gli aeroporti allagati, alcuni voli da e per Catania sono stati soppressi, con disagi facilmente immaginabili.
Ci chiediamo, ma la domanda è retorica perché non ci sembra di aver visto operai all’opera: il Comune di Catania, ma anche i sindaci delle altre città, più o meno grandi, soprattutto quelle a rischio idrogeologico, si sono attivati per pulire caditoie e scarichi di acque in modo da consentire un adeguato smaltimento delle piogge? E, a Catania, com’è la situazione alla Zona industriale che durante tutto l’anno subisce il fuoco e l’acqua come elementi di rischio continuo? I canali di scolo sono stati puliti o sono ostruiti da spazzatura e vegetazione spontanea?