Sorpresa sotto l'albero. Terme di Acireale e Sciacca "assicurate" all'Inail? La Regione vuol percorrere questa strada insieme a Federterme

Sorpresa sotto l'albero. Terme di Acireale e Sciacca "assicurate" all'Inail? La Regione vuol percorrere questa strada insieme a Federterme

di Saro Faraci

ACIREALE – Gli ultimi giorni dell’annus horribilis della pandemia propiziano da Palermo una originale proposta cui sta lavorando la Regione Siciliana.

E’ di oggi la notizia, diramata attraverso un comunicato stampa della Presidenza, che alle Terme di Acireale e Sciacca potrebbe essere interessata l’Inail con un investimento diretto. Cosa questo voglia dire, in una fase in cui entrambe le società di gestione regionali sono soggette alla liquidazione, ancora non è dato capire. La notizia di per sé fa clamore e non passa inosservata.

Inail

Inail è è un ente pubblico non economico che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. E’ un colosso pubblico che si occupa di prevenzione, sicurezza, assicurazione, formazione, ricerca e pure di prestazioni. Quest’ultimo ambito di operatività legittimerebbe l’Ente – siamo nel campo delle illazioni, ovviamente – ad occuparsi di prestazioni sanitarie e riabilitative.

L’Ente infatti gestisce direttamente un centro protesi a Vigorso di Budrio (Bologna) e un centro di riabilitazione motoria a Volterra (Pisa), oltre a 11 ambulatori di fisiochinesiterapia dislocati sul territorio nazionale.

Se facesse un investimento diretto nelle Terme di Acireale e di Sciacca, secondo quanto comunica la Regione Siciliana, si tratterebbe del primo intervento di Inail nel campo del termalismo. Con una “mission” aziendale tutta da definire, perché il termalismo tradizionale basato sulle prestazioni sanitarie ha via via lasciato spazio in questi anni, in tutta Italia, a quello più moderno fondato su un’idea di benessere, beauty e cosmetica.

Torniamo al comunicato. Si fa riferimento ad un processo negoziale portato dalla Regione in questi mesi.

Si legge nel comunicato:  «Su richiesta del governo Musumeci, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato la proposta del Gruppo tecnico “Assistenza territoriale” della commissione Salute e di Federterme, che include, per l’area del Sud Italia, i due Comuni. Un passaggio fondamentale affinché le aree termali delle due città possano essere sottoposte all’Inail per valutare un investimento diretto e l’acquisizione delle strutture (così come previsto dalla legge di stabilità 2019), con la garanzia dalla presenza di un partner gestionale affidabile».

Federterme

In sostanza, per questa operazione ci sarebbe il placet della commissione Salute e di Federterme. Quest’ultima, in ambito Confindustria, è dal 1919 l’unica organizzazione italiana rappresentativa delle aziende termali del nostro Paese, che vi aderiscono per la quasi totalità.

In Sicilia afferiscono a Federterme le cinque strutture private dislocate nelle province di Agrigento, Trapani e Messina. Il Delegato di Fedeterme per la nostra Regione è da poco il dott. Francesco Giuffrida che amministra, con la sua famiglia, le Terme Acquapia di Montevago.

All’inizio del nuovo anno, già a partire da gennaio, si terranno gli incontri della Regione Siciliana con Inail e Federterme. Li hanno programmati Presidente e Assessore per l’Economia del governo regionale. Pare che il dialogo con Federterme vada avanti da tempo e di ciò sicuramente avrà più cognizione il Delegato regionale.

Da parte sua la Regione Siciliana, nel recente piano approvato dalla giunta sulle modalità di impiego delle risorse del Recovery Fund, ha incluso anche il termalismo e il turismo del benessere.

Le potenzialità del turismo sanitario

Secondo le parole di Musumeci, un’accelerazione a queste interlocuzioni si è avuta dopo l’evento sul turismo sanitario promosso in Sicilia in collaborazione con la nota società di consulenza The European House – Ambrosetti.

In occasione di quell’evento è stato presentato un corposo report di centoquattro pagine dal titolo “Le potenzialità del turismo sanitario” dove si menziona espressamente il termalismo come una delle attività per promuovere il turismo sanitario. In Sicilia, secondo The European House – Ambrosetti, la rete delle città termali conta 11 comuni, tra cui appunto Acireale e Sciacca dove insistono gli stabilimenti attualmente di proprietà della Regione Siciliana.

Da qui le parole odierne di speranza del Presidente Nello Musumeci: «Quella intrapresa è una strada decisamente innovativa perché, alla luce della volontà del governo siciliano di sostenere il settore termale e del benessere, ci permette di accedere alla normativa nazionale per rilanciare le terme di Acireale e di Sciacca».

Gli fa eco l’assessore Gaetano Armao: «Il percorso avviato potrà agevolare il trasferimento dei complessi termali a soggetti finalmente in grado di gestirli e garantirà alla Regione Siciliana una forte opportunità per ulteriori investimenti nelle aree interessate. Confidiamo molto nel rapporto con Federterme e con l’Inail per chiudere una pagina che ha vergognosamente mortificato il nostro territorio e della quale ancora oggi si pagano le conseguenze»

Il nodo della legge regionale vigente

Resta da verificare la compatibilità di questa proposta con l’art.21 della legge regionale n.11 del 12 maggio 2010. Il testo della legge ancora vigente è chiaro. «Entro 180 giorni dall’avvenuta cessione alla Regione delle quote azionarie detenute dalle aziende autonome Terme di Acireale e Terme di Sciacca rispettivamente nelle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A., la Ragioneria generale della Regione attiva le procedure necessarie a porre in liquidazione le due Società e, tramite lo svolgimento di una gara ad evidenza pubblica, affida a soggetti privati la gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Acireale e di Sciacca, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrominerali, nonché le attività accessorie e complementari»

Inail è un ente pubblico, non un soggetto privato. Dunque, si tratterebbe di capire meglio in che modo e a che titolo questo investimento diretto nei due stabilimenti di Sciacca e di Acireale potrà avvenire.

Le Terme acesi e saccensi sono state fino adesso di proprietà regionale e nessuna legge ha prospettato modifiche di governance delle due strutture. Se interverrà Inail, entrerà nella proprietà dei due stabilimenti siciliani? E la gestione? Sarà affidata ancora ai privati, come prevede la legge del 2010?

Forse è qui che Fedeterme potrebbe fornire qualche ulteriore ragguaglio. Bisognerà poi capire come si esprimerà al riguardo la potente burocrazia regionale che fino ad ora ha rallentato l’intero processo di liquidazione delle due società termali che dura ormai da 10 anni.

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