SOS aree interne, SiciliAntica: c’è una parte dell'isola fortemente penalizzata dalle politiche regionali

 

 

 

L’Associazione SiciliAntica lancia un allarme: i centri interni della Sicilia e, in particolare, quelli della Sicilia centrale, rischiano, tra pochi anni, un vero e proprio tracollo economico, sociale e culturale. Da tempo ormai la situazione è diventata insostenibile e si sta assistendo a un progressivo e inarrestabile processo di degrado e di abbandono che riguarda innanzitutto le infrastrutture, praticamente inesistenti, e in secondo luogo la mancanza di un concreto progetto di sviluppo economico che possa garantire un futuro a queste aree depresse delle quali il governo regionale sembra essersi completamente dimenticato.

E i recenti annunci dell’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Sebastiano Tusa, sembrano confermare questo dato: non sono previsti scavi, lavori di consolidamento o di messa in sicurezza, né restauri e creazione di percorsi di visita per le aree archeologiche della Sicilia centrale (fatta eccezione, forse, per la villa romana sita in contrada Gerace, nell’Ennese) e non è prevista l’istituzione di nessun Parco Archeologico, nonostante SiciliAntica, proprio in questi giorni, abbia presentato agli organi competenti un’istanza per richiedere l’istituzione del Parco archeologico e naturalistico di Monte Scalpello.

Va però sottolineato che il governo regionale si ricorda di questa parte della Sicilia solo quando ci sono da approvare progetti per la costruzione di mega-discariche, come quella che la Oikos sta cercando di realizzare a Centuripe o per erigere opere pubbliche inutili e dannose, come la diga di Pietrarossa, nell’Ennese, la cui edificazione rischierebbe di distruggere un insediamento romano di età imperiale, posto lungo la strada che collegava Catania ad Agrigento. È giunto dunque il momento che Musumeci e la sua Giunta si mettano veramente al lavoro, intervenendo con fatti concreti e con opere virtuose: i centri interni della Sicilia hanno lanciato il loro ultimo grido di allarme e se non si interviene urgentemente, hic et nunc, rischiano di scomparire per sempre.

Simona Modeo, presidente regionale di SiciliAntica

 

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