Start Cup Catania, finchè la barca va lasciala andare


|Saro Faraci|

CATANIA – Finchè la barca va, lasciala andare. E’ l’antico adagio di una canzone di successo di Orietta Berti. Quella di Start Cup Catania, concepita e stilizzata tre anni dal grafico e designer Rosario Agrò dell’Università degli Studi di Catania, è una barca che va lasciata andare, la sospinge in avanti il vento dell’entusiasmo, le sue vele si dispiegano con la forza di volontà dei marinai; ma è pure una barca che necessita di indirizzo e sostegno durante il cammino.

Il mondo delle start up italiane va proprio così. L’Italia è l’ultimo dei paesi più sviluppati per tasso di nuova imprenditorialità. Appena 4,42 persone su 100 in età lavorativa sono capaci di dar vita ad un atto generativo qual è la nascita di una start up. In altri Paesi, questo valore – che il Global Entrepreneurship Monitor chiama “total early-stage entrepreneurial activity” – è più alto. In Francia è pari al 5,32%, nel Regno Unito è dell’8,80%. In Olanda e in Israele addirittura tocca rispettivamente punte dell’11 e dell’11,31%. Il numero di nuove imprese che sopravvive, dopo 42 mesi, è ancora più basso. In Italia appena il 5,20% delle start up rimane in vita; per avere un termine di paragone, in Olanda questa percentuale è del 10,20%. C’è ancora strada da fare perché l’Italia diventi una Start Up Nation al pari di altre realtà geografiche del mondo occidentale.

Vanno sostenute le start up, quando giovani neo imprenditori le creano e le fanno partire. Ma va incoraggiato pure il momento della loro costituzione, se è vero che in Italia solo 10 persone su 100 manifestano l’intenzione di dar vita ad una nuova impresa, ma appena 4,42 arrivano effettivamente a costituire la start up. Diversi fattori ostativi intervengono strada facendo e fra questi sicuramente la paura di fallire e di sbagliare, il timore di non essere all’altezza del compito. L’Italia, fra tutti i Paesi prima menzionati, è quello in cui questa paura pesa maggiormente: l’incidenza è addirittura del 49,36%; nel Regno Unito, ad esempio, questo valore scende al 35,23.

Nella creazione di veri e propri ecosistemi territoriali delle start up, le Università, unitamente ad altri attori istituzionali, possono svolgere un ruolo importante. Per questo, l’Ateneo di Catania, per la quarta volta consecutiva in altrettanti anni, promuove su iniziativa del Rettore Francesco Basile Start Cup Catania, una business plan competition che mette a confronto team di neo ed aspiranti imprenditori. La competizione, che rientra nel circuito del premio nazionale per l’innovazione PNI Cube ed è affiliata a Start Cup Sicilia, si svolge in due fasi. La prima prevede la selezione di 8 idee imprenditoriali proposte da altrettanti team; nella seconda fase, un percorso di assistenza per la definizione del business plan, a fianco di esperti dell’Ordine dei dottori commercialisti di Catania, sarà dedicato ai gruppi selezionati nella prima fase.

I tre team vincitori della Start Cup Catania 2017, oltre al premio in denaro, parteciperanno di diritto alla Start Cup Sicilia 2017 (federazione delle Start Cup delle Università degli Studi di Catania, Messina e Palermo) e si contenderanno la partecipazione al Premio Nazionale per l’Innovazione – PNI 2017 (Napoli, 30 novembre – 1 dicembre 2017).

C’è tempo fino al 25 agosto per presentare la domanda di partecipazione. Il bando e le modalità sono illustrate nella pagina del Capitt dell’Università di Catania che dettagliatamente descrive l’iniziativa http://www.capitt.unict.it/start-cup-catania-2017-bando.

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