Start Up Weekend, cala il sipario. Una pagina di speranza per la Generazione Impresa


Saro Faraci

CATANIA – Tre giorni, dal 27 al 29 ottobre, 55 ore (compresa quella in più regalata dal passaggio all’ora solare), dodici progetti in gara, tre vincitori e tutt’intorno una comunità di mentors, tutors, il comitato organizzatore pullulante di giovani, le giurie e i vari ospiti, i formatori e i testimonials invitati; la stampa, i nuovi e i vecchi mass media, l’incessante tam tam su Twitter, un mare di foto e video condivisi sui social.

Bisogna essere stati immersi in questa iniziativa per poter affermare che il bilancio di Start Up Weekend è ampiamente positivo, nei numeri e nella partecipazione dei giovani ai diversi team di lavoro. E’ positivo perchè è stata azzeccata la scelta della location, la Città della Scienza, nel cuore di Catania, messa a disposizione dall’Università e finalmente vivificata dalla presenza dei giovani, sempre più desiderosi di vivere autentici spazi urbani di socializzazione. E’ positivo soprattutto per il “sentiment” dei partecipanti, tutti ampiamente soddisfatti, pur nella consapevolezza che c’è ancora parecchia strada da fare perchè Catania possa diventare realmente una “smart city”, come recitava il claim di questa edizione di Start Up Weekend. E’ positivo anche per la mobilitazione di tutti gli attori principali che, con ruoli e compiti diversi, stanno provando a dare a Catania il volto di una vera “start up city”. E’ stata una bella prova corale in cui c’erano tutti, proprio tutti: l’Università di Catania con il COF, alcuni corsi di laurea (come Economia Aziendale ed Informatica), il Capitt, il Contamination Lab e gli Alumni della Scuola Superiore di Catania che in questi anni hanno portato avanti iniziative a vario titolo sulla cultura delle start up; gli organizzatori di Youth Hub insieme a Google For Entrepeneurs e le altre associazioni di volontariato, le comunità e i gruppi di interesse (come il Google Business Group, Igers Catania e il WordPress Meetup) che ormai da tempo animano dal basso con decine di iniziative il mondo del digitale delle nuove idee imprenditoriali; i rappresentanti degli incubatori e degli acceleratori d’impresa presenti nel territorio: Tim WCap, Vulcanic, Impact Hub, Enel Innovation Lab, MakeHub e Free Mind Foundry; rappresentanti ed esponenti delle comunità imprenditoriali di altri territori: Messina, Siracusa, Ragusa e Palermo. Ed ancora, unitamente a tante start up che ce l’hanno fatta (da Flazio a Ganiza, da Orange Fiber a Giromangiando), c’erano pure giovani catanesi di Confindustria, di Confcommercio, di Coldiretti che in questi anni hanno promosso direttamente, intersecato più volte, finalizzato in più occasioni molti di questi percorsi di autoimprenditorialità che, al di là dei numeri, hanno un grande valore simbolico.

E via di seguito, perchè il mondo delle start up è variegato e variopinto e si colora ogni giorno dell’entusiasmo, del contributo, della tensione al sociale e della “voglia di fare” di molte persone. A Start Up Weekend ce n’erano veramente tantissime ed è stata come una grande festa all’insegna dell’intraprendere. Età media: sotto i 25 anni, con qualche presenza “senior” a fare, come suol dirsi in statistica, da “outlier”. E’ stata una bella pagina di speranza per il nostro territorio, come da tempo non si vedeva.

Cala il sipario, si tira qualche somma, si giunge a qualche conclusione. Sebbene ci siano 132 start up innovative e Catania risulti la prima provincia in Sicilia per numero di imprese del genere (ammesse al Registro speciale del Ministero dello Sviluppo Economico), non è ancora un vero e proprio ecosistema delle start up e dell’innovazione quello che c’è a Catania. E’ allo stato embrionale, ci sono i presupposti perchè possa diventare un ecosistema più maturo, ci sono tanti ingredienti fondamentali, a partire dalla mobilitazione di massa di tanti attori, ma c’è strada ancora da percorrere. Mancano ancora sul campo alcuni attori fondamentali: i finanziatori, i portatori del capitale di rischio, altre grandi imprese, i grandi centri di ricerca. Di solito o sono i primi a partire o sono gli ultimi ad arrivare. Volano bassi su Catania, ma atterreranno prima o poi  anche qui, perchè se non è ancora un vero e maturo ecosistema, Catania comunque è un luogo stimolante per l’innovazione e per gli innovatori. Come tutti i luoghi, non sono quelli a vocazione turistica, per trasformarsi in una attrazione per nuovi imprenditori ed in una vera destinazione per i grandi investitori deve potenziare di più la propria offerta di servizi alla comunicazione e alla fruizione. Ci vogliono, ad esempio, più luoghi di contaminazione simili alla location della Città della Scienza.

E poi bisogna lavorare di più sulla qualità tecnica ed economico-aziendale dei progetti. Questa è stata l’unanime conclusione cui sono pervenuti giurati, esperti, mentor e tutor impegnati a seguire da vicino le idee imprenditoriali dei dodici team rimasti in gara. Perchè se Start Up Weekend è un tournament di tre giorni, una gara a tappe alla quale in 54 ore si partecipa un po’ per gioco, un po’ per il desiderio di far conoscere nuove idee e mettersi in discussione, è anche vero che i Millennials sono la nuova Generazione Impresa che più delle precedenti è chiamata a crescere puntando fortemente sull’innovazione digitale a tutto tondo (e non soltanto sulle applicazioni mobili che girano sugli smartphone) e scommettendo tutto sulla contaminazione a 360 gradi dove ogni occasione di multiculturalità e di multidisciplinarietà è buona e propizia per fare nuova impresa. L’indagine di Unioncamere-Movimprese pubblicata ieri conferma questa tendenza: una impresa su due che nasce per iniziativa dei giovani è una “digital company”.

Erano stati gli stessi organizzatori ad esortazione all’inizio i partecipanti a Start Up Weekend. “Get out of the building”, uscite fuori dal palazzo, non solo in senso fisico ma soprattutto mentale. Andate oltre il vostro orticello, insomma, era stato detto. Solo così si potranno cogliere i grandi benefici di un mondo sempre più globale, in cui giovani e adulti; professori e studenti; formatori e formati; piccole imprese, start up e grandi aziende possano dialogare sempre di più.

(foto messa a disposizione dagli organizzatori di Start Up Weekend)

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