Stop agli incubi di chi è studente. Ma gli esami nella vita non finiscono mai

 

|Saro Faraci|

Si avviano alla conclusione, o sono appena finiti, gli esami di maturità. E’ tempo di risultati e di voti, quelli dei più bravi finiscono addirittura sui quotidiani locali con tanto di foto e di parole di speranza per il futuro. Qualche settimana fa si erano chiusi poco prima quelli di licenza alla scuola media inferiore. E’ in dirittura d’arrivo anche la prima parte della sessione estiva degli esami all’Università, con tantissimi studenti alle prese con prove scritte, test di valutazione e colloqui orali, questi ultimi un vero e proprio spauracchio quando subentra l’ansia di fare “scena muta”. Per gli esami universitari della seconda parte della sessione estiva, cioè settembre, c’è la spada di Democle degli effetti dello sciopero che coinvolgerà moltissimi docenti, in rivolta contro un Governo, non solo quello attuale, che dell’Università e pure della Scuola si occupano spesso con grande approssimazione, alla stregua di tanti altri servizi  di pubblica utilità.

Per chi di mestiere fa lo studente, finito un esame si tira un sospiro di sollievo, si recuperano le energie perdute, si tenta di recuperare parte del tempo “buttato sui libri”, si dice così in gergo; qualcuno prova persino a rassettare la propria stanzetta e fare un po’ di pulizia, forse nel tentativo di fare un po’ di ordine anche nelle proprie idee. Scappare al mare è il primo modo per togliersi dalle pelle le scorie di un esame.

Ma gli esami non finiscono mai nella vita. Per quelli che hanno appena finito la prova di maturità, c’è un altro tipo di esame, ma non consiste in alcuna prova scritta o nell’ennesima interrogazione orale, la scelta della facoltà universitaria. E’ una prova con se stessi, per capire come orientarsi nella selezione del percorso accademico. E non è facile, perché ci sono mille tentazioni, tanta confusione, molti “si dice” e tanti ammonimenti. Compresi quelli dei genitori che, sovente del tutto ignoranti sull’identità scolastica e sulle vocazioni di studio dei propri figli, procedono per tentativi ed errori, e talora magari vanno avanti per moda. Ultimamente, quella di mandare i ragazzi a studiare nelle Università del Nord con tanti sacrifici finanziari sta perfettamente assecondando le politiche di marketing di tanti Atenei d’Italia interessati a “pescare” nel grande mercato delle matricole di provenienza meridionale. Ed invece, dovrebbero essere gli stessi neo maturati a decidere secondo le proprie vocazioni, perché quello che vorranno fare nella vita, sebbene soltanto abbozzato al momento attuale, dipenderà sia dal livello di conoscenze acquisite durante l’Università, sia dallo stock di competenze maturate man mano che si cresce. E, fino a prova contraria, saranno ad un certo punto le competenze la vera discriminante per entrare a far parte del mondo del lavoro. L’Unione Europea da anni predica l’importanza delle cosiddette otto “key competencies for longlife learning” , ma ci sono ancora tante scuole superiori che ignorano questa “policy”, continuando a proporre modelli di apprendimento che fanno di tutto per “infarcire” i ragazzi di conoscenze e di abilità, senza integrare queste ultime con le competenze chiave e con quelle di cittadinanza. Conoscere e padroneggiare una lingua straniera o l’informatica, ad esempio, è una competenza che prima o poi dovrà incastrarsi perfettamente con il livello di conoscenze e di abilità acquisite .

Idem all’Università. Esame dopo esame si consuma la carriera degli studenti. Quelli che sono vicini alla laurea triennale (in questi giorni, in tanti corsi di laurea si stanno celebrando gli Exam e i Graduation Days) si pongono il problema del dopo. E dopo? Rimanere a Catania oppure partire? Proseguire alla magistrale o magari accedere ad un master? Tentare un primo approccio col mondo del lavoro o rinviare tutto la definitiva conclusione degli studi della magistrale o del master? Decisioni del genere sono esami importanti alla stregua di quelli superati durante il periodo di studi, anche perché si intrecciano con tanti profili di vita personale ed affettiva che non sono irrilevanti quando si è giovani. Anche in questo caso, non mancano le suggestioni del momento e soprattutto si fanno sentire forti le influenze della moda. Una suggestione forte è che si trovi più facilmente occupazione al Nord che al Sud, il che in parte è vero stando alle statistiche. Ma molto dipende pure dal lavoro che si vuole fare nella vita. Se non si hanno le idee chiare prima di intraprendere il “viaggio della speranza” verso altre terre lontane, come si può pensare di trovare quel lavoro che, come il vestito realizzato dal sarto, si taglia su misura sulle proprie aspettative e sulle competenze acquisite?

Tempo di esami dunque, ma – come recita un antico detto – nella vita gli esami non finiscono mai. In bocca al lupo, dunque!

[foto tratta dal web]

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