Strage di alberi ai Monti Rossi di Nicolosi

Strage di alberi ai Monti Rossi di Nicolosi
Riceviamo e pubblichiamo.
NICOLOSI – Ogni albero che vive in qualsiasi parte della Terra dovrebbe essere patrimonio dei cittadini e dell’umanità e non proprietà disponibile di singoli Sindaci anche se questi vivono nel loro territorio. Se poi tutto ciò coinvolge centinaia se non migliaia di alberi trasformandosi in un incontrovertibile  scempio ecologico all’interno di un Parco naturale come quello dell’Etna, dichiarata nel 2013 Patrimonio naturale dell’Umanità dall’UNESCO,  il danno alla nostra Terra e a noi stessi si moltiplica in modo esponenziale alla stregua, a nostro avviso,  di uno sfregio ecologico contro la Natura e conseguentemente contro ogni essere vivente (così come accade periodicamente, per fare un esempio a crescita esponenziale, in Amazzonia e in Australia devastati da decenni da abbattimenti  e incendi speculativi e dolosi che hanno ridotto tali polmoni della terra ai minimi termini). Ogni albero, oltre alla sua peculiare bellezza e armonia,  in meno sul nostro pianeta nel far diminuire la possibilità di avere più ossigeno ma nello stesso tempo fa aumentare il livello di anidride carbonica, prodotto dall’uomo grazie tra l’altro alla combustione di petrolio e carbone e agli allevamenti  intesivi,  che è poi la causa del surriscaldamento della Terra dovuto all’ effetto serra con tutte le conseguenze ambientali in ogni parte del mondo coinvolgendo ogni uomo e ogni altro essere vivente.
Quello che dovrebbero chiarire – afferma Alfio Lisi portavoce Free Green Sicilia – tutte quelle Istituzioni pubbliche, dal Sindaco di Nicolosi al Presidente del Parco dell’Etna, al Comandante del Corpo Forestale agli Assessori regionali all’Ambiente e all’Agricoltura, e  così via che per le loro competenze e finalità istituzionali dovrebbero salvaguardare i boschi e ogni singola pianta in evidente salute che vive all’interno del Parco, è il vero motivo, che dovrebbe essere esclusivamente scientifico,  per cui si sia scelto deliberatamente il disboscamento di massa non selettivo, peraltro non risulta che tale  scelta sia stata divulgata prima del taglio anche in considerazione della chiusura contemporanea della pineta in primo luogo ai cittadini che nel parco vivono, un numero non precisato di pini che forse corrisponderebbe a circa la metà della pineta dei Monti Rossi di Nicolosi ,  nel cuore del Parco regionale dell’Etna. Peraltro l’ immagini prelevata attraverso google risalente al 2016 (che si allega), ovvero dopo due anni dall’incendio   che si è verificato nel 2014 in un parte limitata della pineta, dimostrano che i pini inquadrati si trovano  in ottimo stato di salute. Incendio  di matrice dolosa del 2014, ovvero risalente a sei anni fa, che sarebbe l’unica giustificazione da parte del Comune di Nicolosi  gestore della  pineta oltre al non meglio chiarito “sviluppo delle specie autoctone e rinvigorimento del suolo”  dimenticando che la Sicilia si è desertificata grazie all’assenza di boschi dovuto al quasi totale disboscamento dell’isola  da parte di colonizzatori  e quelli oggi presenti  sono quasi esclusivamente merito dei rimboschimenti anche con specie non autoctoni in particolare nelle zone montane con l’Etna.
Tra le Istituzioni a cui è stata indirizzata la denuncia del disboscamento di massa dei Monti Rossi solo la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici di Catania ha risposto formalmente con la nota n.4643 del 19 02 2020 (che si allega),  indirizzata pure alla Polizia Municipale del Comune di Nicolosi e al  Distaccamento della Forestale di Nicolosi nella quale tra l’altro afferma “..di non aver rilasciato alcun provvedimento autorizzativo riguardante il taglio degli alberi..” chiedendo inoltre  di voler conoscere gli autori del disboscamento siano essi enti che persone fisiche.  Quello che i cittadini del Parco e del Mondo intero ( poiché  l’Etna è patrimonio dell’intera Umanità) hanno il sacrosanto diritto di conoscere,  è se le condizioni biologiche di ogni  albero eliminato siano state attentamente studiate e certificate da esperti conclamati nel mondo della botanica con gli strumenti che oggi mette a disposizione la scienza e dunque se il taglio di ogni singolo pino sia giustificato scientificamente e non per altri non conosciuti motivi.
Inoltre pensiamo che i cittadini siciliani contribuenti dovrebbero  inoltre conoscere a quanto ammontano i costi economici per tale scempio ambientale oltre ai costi che dovranno pagare per il rimboschimento  (se rimboschimento ci sarà)  se facciamo riferimento a delle dichiarazioni del Sindaco di Nicolosi (ma il Comune in questione non avrebbe solo la gestione a tempo dei Monti Rossi  da parte della Regione?)  solo in parte rispetto all’enorme superficie disboscata, e da dove saranno presi i fondi. Per quanto segnalato pubblicamente  Free Green Sicilia, purtroppo l’unica associazione ambientalista che ha denunciato tale scempio ecologico,  ha chiesto essendo venuta a conoscenza del disboscamento ad ognuno degli Enti pubblici coinvolti direttamente o indirettamente di chiarire non solo a parole ma con corredo di documenti scientifici  alla mano,  i veri motivi,  o se questi non siano stati arbitrari,  che hanno condotto  le Istituzioni  coinvolte direttamente a mettere in atto il disboscamento di massa indiscriminato di una parte consistente della pineta dei Monti Rossi come se si  trattasse di tronchi senza vita e senza quel dovuto rispetto che ognuno di noi deve ad ogni singolo albero il quale ci garantisce la vita sulla Terra ed è l’unico mezzo per fermare il cambiamento climatico che  da anni coinvolge direttamente ogni essere vivente.

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