Stupro Trecastagni, "Io, dottoressa, violentata anche dalle Istituzioni"

ROMA – “Riesco a mostrarmi oggi perché sono viva e non provo nessuna vergogna per ciò che mi è successo”, lo dichiara Serafina Strano, la dottoressa violentata da Alfio Cardillo a Trecastagni, in guardia medica durante il suo turno di lavoro nello scorso mese di settembre. La dottoressa che recentemente, aveva lamentato il silenzio delle istituzioni su una vicenda così grave, ha accettato volentieri l’invito rivoltole dalla presidente della Camera Laura Boldrini che ha promosso l’iniziativa #InQuantoDonna, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, mostrandosi per la prima volta dopo la violenza subita.
“Sono stata aggredita alle spalle, prigioniera in un ambulatorio “trappola”, un’ora e mezza in balia di quel giovane paziente che si era trasformato in un mostro. Selvaggiamente picchiata, ripetutamente stuprata senza poter dare l’allarme. Sono uscita fuori, ho urlato disperatamente, sono stata salvata dai carabinieri di Acireale. Quando lui mi umiliava con le percosse, io riflettevo su come uscire da quella situazione di pericolo. Sono rimasta lucida. Mi ha salvato il mio attaccamento alla vita, la passione per il mio lavoro e la fede in Dio”. Serafina Strano, commossa e addolorata nel ripercorrere quell’atroce episodio ha anche puntato fermamente il dito contro chi sta continuando ad essere sordo, il chiaro riferimento è stato all’Asp, alle pressanti richieste di sicurezza nei posti di lavoro delle Guardie Mediche in Sicilia. «Esigo – ha dichiarato la donna – che gli squallidi ambulatori in cui lavoriamo vengano finalmente messi in sicurezza. Al presidente della Regione Musumeci e a tutti i deputati chiedo leggi e provvedimenti che ci tutelino».

 

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