SuperAbili Onlus, Giuseppe Cataudella: "educhiamo i giovani al bene, alla solidarietà e al dialogo"

SuperAbili Onlus, Giuseppe Cataudella: "educhiamo i giovani al bene, alla solidarietà e al dialogo"

di Katya Maugeri

(Storie in prossimità, inchiesta realizzata in collaborazione con la Fondazione Ebbene diretta da Edoardo Barbarossa)

AVOLA – «L’associazione, operante in tutto il territorio della provincia di Siracusa, con le sue tante attività ha voluto riportare al centro dell’attenzione del dibattito civile e culturale il tema di una città sempre più a misura d’uomo. Città dove non esistano più sperequazione sociale e culturali, ma città-polis ricche di opportunità inclusive e di proficue convivenze civili e di prossimità», è orgoglioso Giuseppe Cataudella, presidente di SuperAbili Onlus, nel raccontare quanto sia importante vivere in prossimità. In prossimità degli altri, aprendo cuore e mente.

SuperAbili Onlus di Avola è una realtà ben consolidata nel nostro territorio, una associazione che nasce nel febbraio del 2004 da un gruppo di genitori di ragazzi diversamente abili e da un folto gruppo di volontari della città. L’associazione, con innumerevoli e significative esperienze progettuali integrate, fin dalla sua nascita ha favorito e facilitato l’inserimento dei ragazzi in tutti i settori della vita sociale: il teatro, il carnevale-inclusivo, il Baskin, “lavoro senza barriere”, il giornale “Lo Sguardo” e i laboratori di autonomia.

«I SuperAbili nascono e vivono in un territorio periferico della città – spiega il presidente Cataudella – in un quartiere dove la responsabilità sociale dei singoli cittadini ha rappresentato un grande valore di prossimità e di solidarietà umana. Quell’anno di fondazione del sodalizio, in quel preciso quartiere, con quei volontari e quelle straordinarie famiglie, ha ridato al territorio avolese il giusto ordine nella società. È stato l’impegno di tutti, nessuno escluso, il riuscire a mediare in termini culturali, politici, economici e sociali, e se vogliamo a ridare una nuova visione del senso di responsabilità sociale che non si limitasse alla sola “assistenza” ma a una “presenza” di prossimità umana. Il quartiere, vero embrione di prossimità, con i suoi giovani e “anziani” volontari, ha saputo recuperare in modo autentico quel rapporto società-persona che il più delle volte sembra non sopravvivere in tante realtà territoriali».

È necessario discutere sul tema della disabilità e farlo superando ogni pregiudizio e la più sottile forma di disinformazione anche se è «fuori dubbio che negli ultimi anni si è sviluppata maggiore sensibilità. Anche grazie all’impegno delle associazioni è stata scardinata l’idea che il disabile non sappia fare nulla e debba rimanere ai margini della società. Già il solo fatto che i disabili non stanno chiusi in casa è una grande conquista. Sono persone che chiedono legittimità e pari opportunità in tutti i settori. Occorre entrare nella logica che c’è ancora molto da fare e che il mondo del volontariato non può farsi da solo carico della problematica, ma occorre l’impegno costante e concreto delle istituzioni». Giuseppe Cataudella è un insegnante all’I.I.S.S. “Majorana” di Avola, da sempre ha saputo tessere con gli alunni e con l’associazionismo del territorio un ottimo rapporto di collaborazione e di educazione al sociale. «I giovani se educati al bene, alla solidarietà, al confronto e al dialogo, riescono in piena autonomia a stilare una nuova tavola di valori, un nuovo alfabeto dell’essere e del bene, che solo la scuola, la famiglia e il volontariato possono suggerire.  Il dialogo a scuola e in famiglia, per molto giovani, può diventare lo strumento dialettico primario, grazie al quale conoscere l’altro e riscoprire se stessi, il mezzo attraverso cui avviare la nuova ricostruzione del mondo. La scorsa estate i giovani studenti Erasmus+ del “Majorana”, con la loro creatività, la loro energia e il loro grande cuore idearono una serie di iniziative estive per allietare le giornate più calde dei SuperAbili. Tre giorni a settimana presso uno stabilimento balneare resero più piacevole e divertente l’estate per tante persone diversamente abili condannate altrimenti a rimanere a casa. Questo gesto di grande prossimità ricorda a ciascuno di noi che non bisogna rimanere solo “intellettuali del volontariato” ma bisogna partecipare attivamente al bene di tutti e di ciascuno. Sono proprio loro, i nostri giovani, che a volte ci aiutano a riscrivere una nuova mappa di valori e di principi utili per esercitare la cittadinanza a tutti i livelli».

E dal volere dei giovani, dei giovani del territorio e dai volontari nasce un progetto editoriale ambizioso, uno strumento informativo che vuole parlare al cuore delle persone per sollecitarle ad assumersi la responsabilità dello sguardo altrui, “Lo sguardo”, «un mensile che rappresenta una nuova avventura umana e sociale, un’avventura che getta uno sguardo nuovo sulla forza e sulla vulnerabilità della vita. La rivista racconta una realtà che ha bisogno delle giuste attenzioni, uno sguardo umanissimo come gesto di impegno e di cura, che con fatica rimette in moto la vita di tanti uomini e donne, desiderosi di andare oltre la disabilità, oltre i presunti limiti, oltre le presunte imperfezioni», uno sguardo che vuole andare oltre i difetti, le fragilità e le paure, per dirigersi verso la verità e la bellezza di ogni uomo.

La scrittura e l’informazione diventano strumento per raccontare e allontanare paure e preconcetti perché il pregiudizio non aiuta mai né la società né i più fragili, ed è così che i volontari, gli educatori si impegnano a restituire all’educazione la sua fondamentale finalità formativa: rendere ogni persona capace di vivere in pienezza e di dare il proprio contributo al bene della famiglia, della scuola e di tutta la società. «I volontari di questa straordinaria famiglia associativa, in tutti questi anni di servizio alla persona, con sguardo rivolto in alto e ispirato al bene, hanno saputo creare relazioni immortali, inseguendo un’altra umanità, un’umanità che sa lottare pacificamente e democraticamente per la giustizia, l’amore e l’inclusione. I tanti amici del mondo del volontariato, della scuola e della società civile, che scrivono sul nostro mensile, sono coloro che ci accompagnano in questa avventura giornalistica, parlandoci “semplicemente” delle realtà ed esperienze belle e positive della vita umana». Chi legge questo mensile ha la possibilità di dischiudere dinanzi a sé uno sguardo particolare sulla realtà, che non rimanda ai mille e centomila selfie disorientati che popolano il web, ma a ciò che è essenziale e che può generare in ogni lettore un “io” appassionato e non spettatore, che sappia conoscere, valutare e agire. «Per interpretare la realtà che ci circonda dobbiamo saper guardare dalla parte migliore della nostra anima e ricominciare da noi stessi, dagli altri e dalla comunità. Crediamo infatti che la rinascita di una comunità familiare, scolastica, cittadina passi sempre attraverso una riconversione positiva dello sguardo dell’uomo sul mondo». Ma cosa serve realmente al territorio siciliano? «È desiderio di tutti, oggi, che il nostro territorio siciliano sia sempre più a misura d’uomo. Questo significa in concreto pensare città dove ognuno si senta accolto, sostenuto, valorizzato per quello che è; significa agire insieme perché le nostre città non sia più spazio di discriminazione e di ingiustizia, ma di partecipazione e di diritto. Il nostro compito di cittadini e di volontari sarà quello di promuovere una perfetta integrazione dei soggetti svantaggiati nel contesto sociale delle nostre scuole, delle nostre case e delle nostre città. Chiedo a tutti noi di mobilitarci, perché la vera democrazia ha bisogno di ritrovare il senso della solidarietà, altrimenti non sopravvivrà».

I SuperAbili è un progetto prezioso che ama vivere in prossimità con obiettivi concreti, nei prossimi anni – continua a raccontare Cataudella – il loro obiettivo primario è la costruzione di una Casa-Famiglia “Dopo di noi”, «si tratta di una struttura residenziale che vorrà accogliere persone diversamente abili. Il “Dopo di noi” fornirà un concreto aiuto agli ospiti aiutandoli a mantenere o a recuperare le capacità quali la cura di sé stessi, il vivere armoniosamente, l’avere amici ed interessi, il prendere iniziative e progettare adeguatamente le proprie giornate e il futuro. All’interno saranno pianificate una serie di attività che, oltre a poter aver funzione di intrattenimento e di svago, serviranno agli ospiti come occasioni concrete per impegnarsi, per esprimersi, per favorire il rapporto con gli altri e con sé stessi».

Solidarietà, fraternità e cura saranno i valori ispiratrici della Casa-Famiglia e di questa bellissima realtà che ci insegna ogni giorno a donare la parte migliore di noi.

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