Taormina, il G7 e l'elipista abusiva

TAORMINA – Lo scorso maggio, per il G7 di Taormina, era tutto perfetto. Erano state decisamente apprezzate tutte le misure approntate e la disponibilità della Sicilia ad accogliere un evento dal risalto internazionale, erano stati costruiti persino due eliporti: uno su un terreno privato e l’altro sul territorio comunale. Il primo è stato smantellato tre giorni dopo il summit. Il secondo, invece, è al centro di una querelle politica. La soprintendenza ai Beni Culturali di Messina lo ha giudicato abusivo. Il sindaco Eligio Giardina, invece, punta i piedi: “È un’opera che serve a tutta la città anche dal punto di vista sanitario”.

“Entro sessanta giorni l’opera deve essere smantellata e il territorio riportato alla situazione originaria”, scrive la Soprintendenza. L’eliporto è servito ai capi di Stato intervenuti al G7 per arrivare in città. È costato circa due milioni di euro e ci sono voluti 75 giorni per realizzarlo. Peccato che, scrive il Soprintendente, non siano state richieste le dovute autorizzazioni quindi, di fatto, l’opera è abusiva. Erano stati alcuni cittadini e diversi albergatori a promuovere l’iniziativa contro l’eliporto: secondo questi ultimi la pista era stata costruita troppo vicino al centro storico. Di tutt’altro avviso invece il sindaco: “Taormina non ha una piazzola per l’elisoccorso e questa pista può essere utilizzata anche a scopi sanitari oltre che turistici”.
Il comune ha cominciato l’iter per la variante urbanistica e rendere così “legale” la struttura. La palla è passata alla Regione per l’approvazione. “Entro il 12 novembre ci dovranno dare la risposta”, aggiunge Giardina, “altrimenti scatterà il silenzio-assenso”.

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