Teatro: “Mai stata sul cammello?”, l'analisi attenta sui rapporti umani

Teatro: “Mai stata sul cammello?”, l'analisi attenta sui rapporti umani

di Mario Pafumi

GIARRE – Il secondo appuntamento della stagione di prosa della Compagnia teatrale Jonica di Giarre-Riposto, presieduta da Giambattista Galeano, ha proposto l’attualissimo testo di Aldo Nicolaj “Mai stata sul cammello?”, una commedia in due atti, diretta con maestria da Eugenio Patanè (assistente alla Regia Giuseppe Cultrera), con le scene di Gaetano Venuto e Mariangela Grasso, fotografia di Giuseppe Savona, luci e suoni di Salvo Sipala e service di Danilo auditore.

Lo spettacolo di Nicolaj, autore attento alle problematiche scaturenti delle dinamiche familiari, venne scritto per la grande attrice Paola Borboni, che non ebbe il tempo di portarlo in scena. La commedia focalizza la riflessione dello spettatore sull’analisi dei rapporti umani, qui tra una madre e una figlia, la cui relazione è caratterizzata dal cinismo e l’egoismo della madre anziana e sola. Di grande attualità il tema del rapporto tra genitori anziani e figli adulti, i quali spesso vedono vanificate le loro richieste di indipendenza e libertà, negate loro attraverso stratagemmi e continue richieste di ‘amore’ dai genitori anziani che sentono il grave peso della solitudine. Protagoniste della commedia, su una scena che fotografa la luminosa casa della signora Olga, sono tre donne: Olga, una novantenne, attaccata morbosamente alla vita, ancora intraprendente, che non dimostra l’età che ha, a cui piace mangiare ogni genere di dolci, giocare e tornare indietro nel tempo attraverso i ricordi di una vita vissuta a tutto tondo. La vittima dei suoi giochi e dei suoi scherzi è la figlia Elsa, una cinquantenne ancora piacente, che cerca di salvare la sua ultima giovinezza, ora innamorata di un extracomunitario ricercato dalla polizia. Iris, la domestica tuttofare e fanatica di telenovela, il cui ruolo sarà determinante e fatale nell’epilogo della storia. Olga è una mamma cinica ed egoista che concede pochissimo alla vita privata della povera figlia Elsa alla quale non risparmia ogni sorta di umiliazione, le dice ripetutamente di essere brutta e di non essere riuscita a costruirsi una vita decente, di essere invecchiata troppo presto e di non aver saputo sfruttare le occasioni che le si sono presentate.

La cameriera tuttofare Iris, alla ricerca continua della pax domestica tra due caratteri completamente opposti, Olga ed Elsa, cerca di mediare ed ottenere le rispettive confidenze. L’arzilla mamma novantenne, che nella vita ha sempre dominato e che all’improvviso corre il rischio di rimanere sola, perché la figlia cinquantenne Elsa la vuole lasciare per un ‘profugo’ di cui si è innamorata, è tutt’altro che una mamma buona, anzi appare molto cattivella o, come dice lei stessa, “birichina”. Sulla figura della mamma egoista, anziana, golosa e tiranna e su quella della tipica figlia cinquantenne, depressa, insicura e desiderosa di amore, l’autore Aldo Nicolaj costruisce una commedia umana, dal gusto amaro e dall’umorismo agrodolce. La vittima sacrificata è la figlia, oggetto degli strali impietosi della madre, sempre intenta a demolirne l’autostima. Nello spettacolo un ruolo estremamente delicato ed importante è quello della serva, giovane, belloccia, ma rimbambita dalle telenovela, strumento inconsapevole della furbizia dell’egoista e calcolatrice vecchia. Applausi alla fine per uno spettacolo che fa riflettere e nel contempo diverte ed amareggia, ben diretto da un sempre più maturo Eugenio Patanè, che mostra di avere passione e competenza nelle scelte ed interpretato con grande pathos dalle tre donne, che danno vita a tre caratteri ben delineati: Daniela Melita, tornata alle scene dopo diciotto anni con grande padronanza interpretativa, caratterizza in modo convincente la perfida e calcolatrice vecchiarda Olga; Angela Giammuso, ormai una certezza per la compagnia giarripostese, ha molto ben interpretato un difficilissimo ruolo psicologico, quello della povera figlia Elsa, affettuosa e succube e infine la giovane Silvana Cultrera, perfettamente calata nei panni dell’ingenua e divertente domestica Iris. Azzeccata nello spettacolo la scelta dell’innesto di significative coreografie magistralmente interpretate dai danzatori Paola D’Angelo, Giuseppe Nicotra, Giordana Montesilvano, Marco La Macchia, Filippo Fisicaro e Cecilia Spina. Simpatica la presenza nel ricordo di una bella crociera del personale della nave interpretati da Gaetano Venuto, Salvo Di Franca, Giuseppe Leonardi, Giambattista Galeano, Dario Barbagallo sullo sfondo di una dolce melodia a sottolineare l’amaro contrasto tra le due protagoniste del testo di Nicolaj.

Appuntamento ai prossimi 1 e 2 febbraio, sempre al teatro Garibaldi di Giarre, con la messa in scena di “Filomena Marturano” di Edoardo De Filippo, per la regia di Pietro Redi.

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