Quando un inglese diventa "un uomo maturo" e un catanese

CATANIA – Coniugando humour british e spigliatezza da siciliano (abbondantemente) acquisito – piccante sì ma mai fuori le righe – Steve Cable con “Uomo maturo”, da lui scritta e interpretata, ha aperto sui legni dell’affollatissimo Roots di Catania, “Underground Rivers” la stagione teatrale del Teatro Argentum potabile. Più che una piece autobiografica lo spettacolo si è snodato come una gradevole, pubblica confessione che ha restituito ad una platea – soprattutto di giovani – le vicende anche rocambolesche di un giovane inglese catapultato nella nostra isola nel lontano 1994: insomma un attore che racconta come se non fosse un attore il modo in cui è diventato un attore e un catanese.

In questo modo la complicità è scattata immediata e tra leggerezza e ironia – confortate solo da una “scenografica” birra fredda – Steve Cable racconta gli inizi della passione per le scene, il suo approccio non proprio ortodosso, anzi catastrofico, al teatro anche attraverso una serie di sottesi – la laconicità in forma di filosofia è maledettamente inglese – affrontando e sminuendo i luoghi comuni (il famigerato” the alle cinque” su tutti) ma rivedendo nello stesso tempo le certezze britanniche alla luce della sua componente catanese: dallo scorrere logico del tempo che qui invece si dilata assumendo contorni quasi indecifrabili fino alla burocrazia metafisica e allo straordinario “business del non è compito mio”, senza escludere il traffico, i vigili urbani e la condotta automobilistica del catanese-tipo: insomma tutto l’armamentario ontologico e illogico di questa nostra parte di mondo. Non manca nemmeno l’affondo nella storia intimissima: i primi approcci, gli amori dell’adolescenza e le sue cicatrici che poco a poco trasformano lo spettacolo in un racconto piacevole e vivo: per noi avvezzi agli iperbolici turpiloqui sintattici che propinano molti comici nostrani, la performance si delinea come la straniante visione di occhi che sono ancora, per certi versi, quelli di un bambino ingenuo e continuamente sorpreso.

Una piccola lezione di teatro e di vita nella quale Steve Cable “Uomo maturo” ci ha ricordato che per ritrovare se stessi a volte è necessario percorrere strade inaspettate, che potremmo sentirci più vivi durante una corsa nella notte buia che in momenti solenni e che la vita ci batte dentro in modi strani e imponderabili.

Giuseppe Condorelli

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