Terme di Acireale. Da otto anni c'è chi non si arrende mai all'idea che rilanciarle significa ridare fiato all'economia della città

Terme di Acireale. Da otto anni c'è chi non si arrende mai all'idea che rilanciarle significa ridare fiato all'economia della città

Saro Faraci

ACIREALE – Hanno cominciato nel 2011 ad occuparsi stabilmente delle Terme di Acireale, ma la realtà del termalismo è stata sempre di loro interesse perché la considerano parte fondamentale dell’offerta economica e turistica cittadina e, allo stesso tempo, un elemento distintivo del brand Acireale in tutto il mondo. Tant’è che se ancora oggi si fa una ricerca su Internet e si digita il nome di Acireale, il riferimento alle Terme compare tra i primi risultati, insieme Carnevale,  Timpa e barocco.

Le Terme di Santa Venera e di Santa Caterina però sono chiuse e inattive da tempo, ingabbiate dentro la ferrea e talvolta incomprensibile logica della burocrazia regionale e diventate soltanto una pratica amministrativa, spinosa e fastidiosa, di cui si occupano a Palermo una decina di persone al massimo fra dirigenti, funzionari preposti e liquidatori. Nel frattempo, decine e decine di milioni di euro pubblici si sono sprecati tra liquidazione e debiti, senza che sia stato fatto nulla per provare a tenere aperti gli stabilimenti.

Si interessano delle Terme di Acireale dal 2011 tant’è che dal primo giugno di quell’anno, dopo aver organizzato qualche mese prima un importante convegno regionale e portato fino a Palermo, alla commissione Bilancio, alcune istanze derivanti da quel momento assembleare pubblico, hanno dato vita ad un Forum permanente ben presto diventato un contenitore culturale e di informazioni che ha ispirato negli anni lavori di tesi e analisi tecniche; un “think tank” di impegno civico che ha provato a contaminare il resto della società civile acese; uno strumento potentissimo di divulgazione pubblicistica e specialistica che è diventato pure un pungente osservatorio permanente sul termalismo acese e regionale. Una iniziativa bella e meritevole che ne ha ispirato una analoga a Sciacca che con Acireale condivide la medesima mala sorte di un termalismo bruciato e depauperato.

Hanno a cuore le sorti delle Terme e sono forse l’unico baluardo rimasto a presidiare sulle spoglie di quello che una volta era uno dei complessi idrotermali più importanti d’Italia e d’Europa, un vero e proprio gioiello del benessere voluto dal barone Agostino Pennisi di Floristella nel 1873, adesso ridotto ad un ammasso di carte bollate che viaggiano sui binari di una farraginosa procedura di liquidazione la quale, quando cesserà col pagamento di tutti i debiti e la restituzione dell’attivo residuo alla Regione proprietaria, avrà lasciato ad Acireale un patrimonio di immobili e di strutture tutti da riprendere, ristrutturare, riorganizzare per provare a rilanciare imprenditorialmente le Terme.

Sono i difensori del termalismo. Non sono gli unici in città, ma sicuramente si possono annoverare come i più continui, vigili, attenti e propositivi. Tant’è che, in otto anni da quando è stato costituito il Forum permanente, non c’è stato un Presidente che non abbia promosso una qualche iniziativa per difendere il termalismo. E di Presidenti ce ne sono stati otto dal 2011, quanti sono gli anni di vita del Forum permanente.

Parliamo dei Lions di Acireale, dei soci del più che cinquantenario club service cittadino quest’anno guidato dal dottor Alfio Cristaudo, i quali rimangono fermamente dell’idea che debba essere la città intera di Acireale a riappropriarsi delle Terme, vigilando attentamente sulle procedure di liquidazione e privatizzazione in atto alla Regione Siciliana; monitorando attentamente lo stato di salute del patrimonio immobiliare del complesso termale; rivendicando il diritto a far sentire la voce della città in tutte le decisioni che i burocrati regionali si stanno adoperando a prendere nelle stanze dell’Assessorato all’Economia a Palermo. In ballo ci sono le sorti dell’economia della città che non possono essere delegati sbrigativamente a chi del territorio non ha piena cognizione delle relazioni economiche e sociali.

Il Forum ha compiuto otto anni e la sua storia è interamente ripercorribile sul suo sito Internet, che ha registrato fino adesso oltre 121.000 visite e ancora oggi è esplorato da decine e decine di visitatori “virtuali” al giorno. I Lions auspicano che al più presto ricomincino le visite reali ma questa volta ai siti termali di Santa Venera e di Santa Caterina. Non sarà semplice perché la politica la fa sempre facile, mentre la burocrazia la fa da padrona; tra politica e burocrazia ci sono i fan dell’una e dell’altra sponda che perdono spesso di vista la realtà dei fatti e soprattutto c’è tanta gente giustamente indignata che sfoga la propria rabbia sui social quando invece si dovrebbe far fronte comune tutti insieme per far sentire la voce di Acireale fino a Palermo. Magari di presenza e senza più deleghe in bianco.

La prossima pagina che si scriverà tra qualche giorno è (forse) quella del riacquisto da parte della Regione di due cespiti immobiliari che, una volta tornati in mano alla Regione, saranno unificati al resto del patrimonio che si potrà affidare ai privati. Ci sarà l’asta per l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale; un’ unica offerta di 13 milioni di euro verrà avanzata (forse) dalla Regione. Questo è l’obiettivo dichiarato da politica e burocrazia regionali ma il Lions di Acireale sarà attento come sempre a verificare che gli impegni annunciati siano rispettati e soprattutto che alla logica del mero adempimento si sostituisca una volta per tutte quella del risultato. Le Terme vanno riaperte il più presto possibile

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