Terme di Acireale e Sciacca. Ma perché venderle proprio all'INAIL?

Terme di Acireale e Sciacca. Ma perché venderle proprio all'INAIL?

di Saro Faraci

Torniamo a parlare di Acireale e Sciacca, delle loro Terme.

Sabato scorso la Presidenza della Regione ha diramato un comunicato stampa, rilanciato da diverse testate, dove è stata data la notizia di un’interlocuzione avviata con INAIL e Federterme.

L’obiettivo del governo Musumeci è valutare se INAIL possa effettuare un investimento negli stabilimenti termali. I due complessi sono attualmente di proprietà regionale attraverso le due società partecipate Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA.

Si tratta di una importante novità, mai discussa prima.

La Regione, in pratica, sta pensando di cedere la proprietà degli stabilimenti all’ente pubblico che in Italia si occupa principalmente di assicurazione obbligatoria sugli infortuni sul lavoro.

Il ruolo di INAIL

Perchè proprio l’INAIL e non un altro ente pubblico?

La risposta la si trova nella legge di stabilità del 2018, approvata dal Parlamento l’ultimo giorno di quell’anno.

All’articolo 419 della legge, in un comma specifico introdotto su un emendamento proposto dai deputati Vito De Filippo e Gianluca Beneamati, si specifica che “l’INAIL è autorizzato a valutare, in via eccezionale, nell’ambito del piano triennale degli investimenti 2019-2021 […] la realizzazione di investimenti immobiliari nel settore termale e alberghiero-termale, con esclusivo riferimento alle aree che presentano significative condizioni di crisi economico-industriale”.

Quell’articolo di legge prosegue poi precisando che “i territori termali nei quali possono essere effettuati i citati interventi sono individuati nell’ambito dell’accordo di cui all’articolo 4, comma 4, della legge 24 ottobre 2000, n.323”.

La legge richiamata del 2000, tanto per intenderci, è quella nazionale quadro di riordino del sistema termale. La Regione Siciliana non l’ha mai finora recepita.

Dunque rimane solo il 2021 perché la Sicilia possa entrare in quel piano triennale degli investimenti dell’INAIL con gli stabilimenti termali di Acireale e di Sciacca.

Ecco perché il comunicato della Presidenza fa riferimento ad interlocuzioni che riprenderanno da gennaio dell’anno che sta per entrare.

Investimenti INAIL nel termalismo

Altra domanda che sorge spontanea è se, in questi due anni dalla approvazione della legge di stabilità del 2018, l’INAIL abbia effettuato investimenti nel settore termale.

Abbiamo provato a contattare l’ente pubblico per avere una risposta a questa nostra domanda, ma complice forse il periodo di festività non ci hanno ancora risposto dall’ufficio stampa.

Da alcune ricerche sul web, però, risulta che di quasi 3 miliardi di euro di investimenti programmati dall’INAIL per il triennio 2019-2021, appena 50 milioni sono riservati ad investimenti del settore termale.

Di questa somma complessiva  30 sarebbero i milioni da spendere entro il 2021.

Pochi? Molti? Dipenderà dalle proposte che INAIL riceverà dalle Regioni.

Attualmente, c’è un accordo della Conferenza Stato-Regioni, che individua periodicamente le aree geografiche in cui INAIL potrebbe investire nel termalismo.

Fino ad ora hanno contattato l’istituto di assicurazione sugli infortuni, le Terme di Agnano (Napoli), le Terme di Porretta (Bologna), le Terme di Caramanico e quelle di Popoli, entrambe in provincia di Pescara.

Si tratta però solo di contatti preliminari. Ma la politica locale e regionale in tutti i casi li ha considerati come già sicuri e risolutivi.

Non è così, presumiamo.

Infatti, per INAIL si pur sempre tratta di investimenti immobiliari e pertanto la valutazione di convenienza deve essere effettuata sempre in maniera ponderata.

La Sicilia

La Conferenza Stato-Regioni ha incluso la Sicilia come area in cui l’INAIL potrebbe effettuare investimenti nel termalismo.

Se si percorresse questa strada, la Regione Siciliana dovrebbe spogliarsi della proprietà delle Terme, secondo quanto lascerebbe intendere il sibillino comunicato stampa di sabato scorso.

Bisogna poi capire – dato che non se ne era mai parlato prima – perché sia stata scelta questa strada.

E non sia stata invece nemmeno minimamente discussa quella suggerita tante volte dal commercialista catanese Francesco Piccirillo, esperto di finanza immobiliare. Ovvero, ricorrere ad un partenariato pubbico-privato tra la Regione e società di gestione del risparmio. In questo caso, la Regione non si spoglierebbe della proprietà degli stabilimenti.

Poi c’è da capire quale sarà il ruolo di Federterme in questa complessa vicenda, perché anche in questo caso sembra che si tratti solo di interlocuzioni.

La federazione delle aziende termali potrebbe essere d’aiuto nell’individuare i privati interessati agli stabilimenti di Acireale e di Sciacca.

Resta da capire però come questa trattativa più diretta si concilia con la procedura ad evidenza pubblica, il bando di gara per intenderci, con cui selezionare i potenziali gestori.

Finora, ricordiamolo, il bando pubblicato per Sciacca è andato deserto per ben due volte.

Le reazioni ad Acireale e Sciacca

Le città di Acireale e di Sciacca hanno accolto la notizia del possibile accordo con INAIL con speranza, ma anche con una certa prudenza.

In un eccesso di entusiasmo, però taluni si sono lanciati in giudizi di piena soddisfazione, come se la vicenda si fosse conclusa con esito positivo.

In verità, le Terme sono la croce di queste città ormai da dieci anni, da quando è iniziato il calvario della liquidazione delle società di gestione.

A Sciacca, Nino Porrello, il presidente del comitato civico patrimonio termale, ha espresso un certo scetticismo sull’operazione. Ha lamentato giustamente che i territori non sono mai coinvolti in questi slanci della Regione verso soluzioni avveniristiche sul futuro delle Terme.

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