Terme di Acireale, ultima chiamata a mezzogiorno. All'asta albergo e centro polifunzionale

Terme di Acireale, ultima chiamata a mezzogiorno. All'asta albergo e centro polifunzionale

Saro Faraci

ACIREALE – L’appuntamento è per le 12.30 di oggi 18 giugno presso l’ufficio secondario del notaio Francesco Grassi Bertazzi di Acireale. Come annunciato da tempo sul sito dell’azienda, saranno venduti all’asta, con il metodo delle offerte segrete al rialzo, nello stato di fatto, di diritto, urbanistico e catastale in cui si trovano, due importanti beni immobili facenti parte del patrimonio della società Terme di Acireale SpA, ovvero l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale. Oltre 10.000 mq il primo, quasi 6.000 mq il secondo e mai entrato in funzione. L’importo di vendita a base d’asta è fissato in tredicimilioni di euro, sulla base delle valutazioni effettuate dai tre liquidatori regionali (Francesco Petralia, Vincenza Mascali e Antonino Oliva) e del parere di congruità espresso dall’Assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.

La storia di questi due immobili si perde nella notte dei tempi. Fin dagli inizi degli anni novanta, facevano parte del patrimonio immobiliare dell’Azienda Autonoma delle Terme di Acireale; poi quando fu costituita nel 2005 la società per azioni Terme di Acireale furono conferiti a quest’ultima. La società per azioni, nel frattempo, venne posta in liquidazione nel 2010 e il debito residuo contratto dalla Regione per l’acquisto iniziale di questi due cespiti fu accollato alle Terme di Acireale SpA che, senza più capacità di generare adeguato reddito, non è stata mai di fatto in grado di onorarlo. Le cose sono peggiorate da quando i liquidatori succedutisi negli anni hanno cessato l’attività termalistica per volere della Regione. Così, Unicredit, la banca creditrice, ha avviato le necessarie procedure di pignoramento degli immobili a tutela del proprio credito, prima di cederlo ad un fondo di investimento internazionale che, per avere ristoro delle somme vantate, ha ottenuto dal Tribunale di Catania che i due immobili fossero messi all’asta. Per ben due volte, nei mesi scorsi, l’asta è andata deserta. Solo recentemente i liquidatori, mettendo d’accordo tutti i creditori, hanno ottenuto dal Tribunale che si procedesse ad una nuova asta per un importo a prezzo pieno di 13 milioni di euro. La vendita dovrebbe avvenire oggi alle 12.30

Sull’operazione di vendita all’asta volteggia da tempo la Regione Siciliana. Questo è il dichiarato intento politico dell’Assessorato all’Economia, forte della legge regionale n.20 del 2016 che autorizza la Regione Siciliana a compiere operazioni finanziarie per portare ad unità i complessi termali di Sciacca e di Acireale. In pratica la Regione stipulerà un nuovo mutuo, come previsto dall’ultima legge finanziaria. Se la Regione, l’unica legittimata a pagare il prezzo pieno per riacquistare un bene di sua proprietà, dovesse aggiudicarsi l’asta, potrebbe riunificare i due beni all’intero patrimonio immobiliare delle Terme e, una volta liquidata la società e pagati tutti i creditori, procedere alla fase successiva, cioè la privatizzazione. Privatizzazione che equivale ad affidamento della gestione delle Terme ai privati e sulla quale ovviamente la città di Acireale è sempre stata tenuta all’oscuro.

Squisitamente tecnica è l’intera procedura dell’asta, tant’è che sui social, con un dibattito perennemente aperto sul futuro del termalismo acese, si sono schierati da tempo due fronti contrapposti. C’è il fronte degli indignati, vastissimo e trasversale a diverse fasce della società civile; alcuni non nascondono il proprio voltastomaco per come si è protratta la vicenda delle Terme negli anni. C’è poi il fronte dei speranzosi, più possibilisti, che contempla al proprio interno anche la frangia dei “tifosi”, quelli che a prescindere dal risultato finale vedono già come un grande successo l’interesse della Regione a sbloccare la vicenda. E naturalmente, essendo tifosi, sono pronti ad esultare ogni volta che la palla dà l’impressione di finire in goal oppure quando l’arbitro assegna un rigore a favore

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