Termometro Italia. Sette famiglie su dieci preoccupate di non essere curate

Termometro Italia. Sette famiglie su dieci preoccupate di non essere curate

di Saro Faraci

Cerved, la più importante agenzia di informazioni commerciali del Paese, ha appena pubblicato i risultati di “Termometro Italia”, il quinto rapporto mensile di un’indagine commissionata a Innovation Team che tra il 15 e il 20 ottobre ha intervistato, telefonicamente e via web, 500 famiglie italiane, che sono state statisticamente espanse a tutta la popolazione italiana (26 milioni di famiglie) in base ad area geografica, tipologia e professione della principale fonte di reddito. Le evidenze, disponibili sul sito di Cerved, sono molto interessanti. Si tratta di una vera e propria analisi del “sentiment” degli Italiani in questo difficile momento di proliferazione del coronavirus.

L’abbinamento pandemia-economia desta grande preoccupazione, accresciutasi di più nelle ultime settimane con la seconda ondata di contagi e diffusione del virus. Per la parte sanitaria, il 70,6% delle famiglie intervistate è sempre più preoccupato di non poter ricevere cure adeguate in caso di malattia; per la parte economica, il 61,7% teme di non poter mantenere il proprio reddito e i risparmi (59,8%) intesi anche come assicurazione sul futuro dei figli, valori ritenuti essenziali in questo periodo di emergenza.

Il Covid-19 fa paura. Mentre a settembre il 30,2% dei nuclei familiari era molto preoccupato sull’impatto che il virus avrebbe avuto sulla nostra vita, ad ottobre questa percentuale arriva al 45% dei nuclei familiari, sale a 59,2% nelle metropoli e supera il 50% tra le fasce più a rischio – imprenditori, coppie con figli piccoli e chi guadagna meno di 20.000 euro netti l’anno. Gli ottimisti, che a settembre erano il 34,7%, adesso sono appena il 10,8%.

C’è preoccupazione per i mesi a venire. Così la pensa il 66,5% delle famiglie. E’ tornato il pessimismo, anche se non ai livelli di aprile quando questa preoccupazione a breve era espressa dall’84,3% dei nuclei familiari. Come per il periodo di lockdown, una famiglia su cinque (quindi il 20%) prevede di dover fare rinunce importanti, legate a bisogni primari come la salute, la cura dei familiari e l’istruzione. Un mese fa, a settembre, a pensarlo era il 14%.  La maggiore preoccupazione per l’immediato futuro riguarda in particolare l’80,3% di chi ha un reddito basso, il 73,9% di chi vive nelle metropoli e il 71,2% delle coppie con figli piccoli.

Il peggioramento del “sentiment” arriva dopo un periodo già difficile: il 62,5% delle famiglie ha subito un impatto pesante sul reddito e per il 17,7% l’impatto è stato drammatico. Come conseguenza, oltre metà delle famiglie (54,3%) è stata costretta a intaccare i risparmi, e negli ultimi mesi sono aumentati i nuclei familiari che hanno dovuto farlo in modo consistente: dal 18,6% di aprile al 26,9% di ottobre. La situazione è ancora più difficile per le famiglie a basso reddito e per i residenti delle metropoli.

Particolarmente colpite dalla crisi sono le famiglie il cui reddito si basa sul lavoro autonomo, le cui previsioni sugli impatti dell’emergenza Covid-19 sul fatturato sono in netto peggioramento e sembrano anticipare i rischi di ulteriori chiusure. La percezione del futuro è negativa anche su un orizzonte più lungo: 69,7% degli italiani si attendono per l’anno prossimo un peggioramento della situazione economica generale.

 

 

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