Terremoto di Santo Stefano, si riparte dalle Chiese non soltanto luoghi di culto

Saro Faraci

FLERI – Il video che riportiamo è stato predisposto dai Vigili del Fuoco in occasione dell’intervento tecnico effettuato ieri alla Chiesa Maria Ss. del Rosario a Fleri per la sua messa in sicurezza prima dell’avvio dei lavori di ristrutturazione post-terremoto.

La Chiesa consta di due edifici. Il primo è la cosiddetta Chiesa vecchia, già danneggiata dal sisma del 1984, ristrutturata ed adibita ad auditorium per attività culturali e musicali ma anche di pastorale della comunità parrocchiale. E’ stata nuovamente danneggiata a seguito del terremoto di Santo Stefano, poichè è crollato il campanile, per fortuna collassatosi dentro la struttura e non caduto all’esterno dove avrebbe generato sicuramente ancora più danni. Si sono già messe in salvo alcune campane; alcuni sacri dipinti sono stati tratti fuori e custoditi in un deposito in attesa di ricollocazione. Quella “Chiesa vecchia” ha ospitato nel 1943, per alcuni mesi dell’estate, le reliquie di Sant’Agata, portate in fretta e furia a Fleri su volere della famiglia del cardinale Francica Nava, per evitare che fossero trafugate in città, prima dai tedeschi e successivamente dagli alleati inglesi. Per questi motivi, il legame affettivo fra la gente di Fleri e i devoti catanesi di Sant’Agata è fortissimo, come testimonia la lapide posta sulla facciata dell’edificio nel 1948 dall’associazione S.Agata al Carcere.

Accanto alla Chiesa vecchia, c’è la Chiesa nuova, monumentale, edificata nel rispetto dei più moderni criteri anti-sismici nel 1990 su progetto del professore Ugo Cantone che, in occasione del sisma del 26 dicembre scorso, ha subito alcuni danni interni ai tamponamenti, per fortuna non strutturali. Attualmente anch’essa è chiusa, in attesa dei provvedimenti consequenziali.

Come per Fleri, anche le Chiese di Pennisi, Fiandaca, Piano d’Api, Pisano e così via sono già state messe in sicurezza dai Vigili del Fuoco. Serviranno risorse finanziarie e saranno necessari probabilmente tempi non brevi per riaprirle nuovamente al culto. Per il momento le comunità si arrangiano da altra parte. A Fleri, ad esempio, il parroco mons. Alfio Russo ha ottenuto dall’Arcidiocesi di Catania l’utilizzo di Casa Dusmet, in via Vittorio Emanuele, dove si celebrano regolarmente le messe e si svolgono tutte le attività parrocchiali, a cominciare dalla catechesi per i fanciulli.

Il terremoto ha colpito al cuore queste piccole frazioni dell’acese, di Zafferana Etnea e delle altre cittadine etnee interessate dal sisma. Qui le Chiese non sono soltanto luoghi di culto, ma per le attività che svolgono sono pure centri di aggregazione, luoghi di cultura, e presìdi di impegno civile e sociale. Dalla parrocchia Maria Ss. del Rosario a Fleri, ad esempio, è partito nel 2007 un movimento per sollecitare le istituzioni ad interventi per la sicurezza della strada provinciale 8/IV che collega Zafferana Etnea a Viagrande, teatro negli anni di numerosi incidenti automobilistici alcuni dei quali mortali, soprattutto nel tratto compreso fra Fleri e Sarro.

C’è dunque necessità che questi luoghi di culto siano restituiti al più presto ai loro parroci per riprendere il cammino pastorale e anche tutte le attività sociali, culturali e di formazione collaterali. Anche questo vuol dire lento ritorno alla normalità

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