Tra beat e rime: la realtà rap milanese

| Martina Pumo | 

Sotto la Madonnina di Milano c’è un mondo che va avanti a rime e beat. Una realtà musicale milanese, alimentata dalla cultura hip hop, che si dirama in rap e trap e conta numerosi nomi importanti della scena musicale italiana:Guè Pequeno e Marracash, senza contare i già famosissimi Fedez e J-ax, fino ad arrivare alle rivelazioni degli ultimi anni Sfera Ebbasta, Vegas Jones e Ghali. Questi sono solo alcuni degli artisti che da Milano hanno conquistato i fan italiani e internazionali, trasformando la loro passione in un lavoro. Ma non sono soli: come loro, moltissimi artisti ogni giorno, con passione e dedizione, dedicano la loro vita alla musica.

Come Samuel, producer di Milano, precisamente di Porta romana, come la definisce lui: un perfetto punto intermedio tra il totale caos del centro, con il Duomo a 10 minuti e l’inizio di una progressiva periferia che diventa quasi rurale e silenziosa man mano che si avanza lungo Corso Lodi e le sue traverse. Un artista milanese che negli anni ha creato numerose produzioni. L’ultima, tra le più importanti, quella con GionnyScandal per il suo disco Reset prodotto per Universal. Un passo importante per la sua carriera, il primo disco sotto un’etichetta discografica, il lavoro più impegnativo sia sotto l’aspetto artistico che personale, lavorando a fianco di un altro artista, seguendolo passo dopo passo per far uscire il meglio da entrambi. Ci ha raccontato come, nel suo studio di Milano, lui sia una guida per i suoi artisti durante tutto il percorso lavorativo, dove la parte psicologica gioca un ruolo importante. “Il mio compito è quello di creare idee musicali vincenti in base alle loro richieste, a quello che hanno dentro la testa, a guidarli nel percorso migliore per creare un prodotto musicale vendibile” ci ha raccontato il producer.

Una passione, un lavoro dove la sfera artistica entra in gioco insieme a quella personale, collaborando per creare un prodotto nuovo, che funzioni.

Ma è anche la città a condizionare gli artisti, ad attirarli a sé, ispirandoli quando ispirazione non c’è. Milano, moderna e frenetica, offre spazio e opportunità a chi sa dove cercarle, ad artisti provenienti da tutta Italia. Samuel ci ha raccontato che è il ritmo della città  che ti invoglia a fare sempre di più, ad essere più ambizioso grazie anche a una realtà musicale variegata, dove la diversità di stili va di pari passo con le diversità culturali ed etniche, una metropoli in movimento dove gli artisti possono trovare il giusto spunto per mixare generi e stili. Per lui, c’è tanta ricerca di freschezza e internazionalità da parte degli artisti milanesi, sia con l’utilizzo della lingua inglese che con l’ingresso di sonorità elettroniche all’interno di generi musicali più tradizionali come il pop, avvicinando i lavori italiani ad un sound più internazionale, come hanno anche affermato i talent show televisivi. Una Milano in movimento, fonte di ispirazioni per questi artisti troppe volte non capiti, principali performer di un genere una volta di nicchia ora sempre più alla portata di tutti.
Come Samuel, sono tanti i ragazzi che cercano di fare della musica un lavoro, tra di loro anche Riccardo e Paolo, in arte Lowslee, un rapper e Elvn, un producer. Dall’hinterland milanese cercano di affermarsi, continuando a fare musica nonostante il lavoro, le difficoltà. In una realtà dove eventi e live riesci a farli solo se hai agganci o se sei già qualcuno, un ruolo fondamentale lo occupa il personaggio che si cela dietro le produzioni. I social, l’essere costantemente presente online è essenziale per farsi conoscere. Vogliono realizzarsi nella musica, creando giorno dopo giorno, puntando a mangiarci, come ci ha raccontato Lowslee. Qui, la fase creativa gioca un ruolo fondamentale, il punto esatto da dove partire, attingendo a stati d’animo e situazioni per trovare l’ispirazione, la quotidianità come principale musa. Per Elvn, invece, tutto è scollegato: quando fa musica non esiste nient altro, nessun stato d’animo intacca ciò che lui crea, i beat che fa, immaginando gli stacchi e come Lowslee potrebbe rapparci sopra. Stanno facendo la loro gavetta, fatta di aperture di live, pubblicazione di singoli e collaborazioni. YouTube come palcoscenico e da due anni la svolta: il loro gruppo, il punto centrale del loro fare musica.  Chi è vicino a loro li influenza, ci confessano che se stai con chi ha la tua passione, la fai in modo diverso, c’è più aiuto. Quello che fanno condiziona quello che creano, soprattutto come raccontano ciò che vivono, un passaggio fondamentale per avere una street credibility, racconta Lowslee. Milano diventa un grande palcoscenico, dove è tanto facile far girare le produzioni quanto è difficile riuscire ad emergere nella quantità di singoli che escono. Qui nasce il bisogno e l’obbiettivo di crearsi una community, proprio ora che stanno concludendo la creazione di un loro studio. Lì, dovranno lavorare fianco a fianco ma hanno già capito cosa si cela dietro, il lavoro, la meccanica, non si sono fermati a quello che vedono perché sanno che non c’è niente di superficiale nel fare musica. Il loro obbiettivo è togliersi qualche soddisfazione, senza restare isolati, ma facendo conoscere agli altri il loro stile.

In fondo, tutto sta qua: nel provarci, continuamente. In una città come Milano, in una realtà musicale come quella di oggi, l’importanza sta nel sapersi reinventare, spingendo al massimo la creatività al fine di creare prodotti sempre nuovi, senza dimenticare il grande obbiettivo comune: fare della musica un lavoro.

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *