Tra sorrisi e grottesco, Gianluca Barbagallo in scena con "Next"

CATANIA – Si ride e si riflette assistendo alla pieces “NEXT” di Gianluca Barbagallo che andrà in scena il 9 e 10 dicembre all’interno della rassegna di Teatro Contemporaneo della Urban Theatre Company di Catania, presso la Sala Chaplin di Catania. In scena oltre allo stesso Barbagallo, che cura anche la regia, il compagno di viaggio Nicola Diodati ,Marcella Marino e Luana Piazza.

Premendo l’acceleratore sul paradosso, sul grottesco e anche sulle battute e spunti comici, Barbagallo mette il dito su una piaga dell’italica nazione: la burocrazia. Al centro della vicenda ci sono un disoccupato e un esodato che attendono spasmodicamente di essere ricevuti da un onorevole, un politico che sadicamente gode nel fare attendere i suoi “questuanti”. E qui il rimando al “Godot” di beckettiana memoria è più che palese, perché i due poveracci sono in eterna attesa e si sentono protagonisti di una quasi surreale vicenda drammaturgica tant’è che, ecco il risvolto grottesco, si confidano l’un l’altro di amare il teatro e di sentirsi protagonisti di un assurdo meccanismo degno di essere rappresentato in palcoscenico. Ma questo avviene in effetti anche nella vita reale, vissuta dai due tapini, alla ricerca di un posto a tempo indeterminato. Magra consolazione che sa di beffa aggiunta al danno: le due segretarie dell’onorevole non fanno altro che rassicurare “Attendere, il prossimo sarà lei”.
Cosi l’attesa si prolunga ad una fetta di tempo che sembra un giorno, potrebbe essere un mese, un anno, una vita, chissà quanto durerà, mentre la sfortunata coppia, con le tasche vuote, continua a dissertare sul teatro e dunque il teatro entra nel teatro, con il bisticcio di parole simile al bisticcio che i due vorrebbero avere con il diabolico onorevole, epigono del marchese De Sade che, quando (e se) li riceverà, farà promesse che non manterrà mai. Autore brillante del testo è Barbagallo, che ama, sia soffermarsi su tematiche serie e gravi, come la mafia ,descritta da un fortunatissimo “Paolo e Giovanni”, ma che riesce a suscitare riflessioni anche attraverso il sorriso.

“Per me il teatro – chiosa Barbagallo – è lo specchio della vita, un affascinante e stimolante punto d’incontro per pensare, approfondire, rendersi conto di scomode realtà. Il Teatro insomma è la vita che ci circonda e che viene “sezionata” su un palco illuminato e popolato da uomini-attori che raccontano crucci, vizi e debolezze della loro esistenza non facile e piena di insidie”.

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