Troppe tasse per i catanesi


 
 
 

CATANIA – “La scadenza dell’acconto Imu-Tasi è dietro l’angolo. A Catania si pagheranno mediamente 557 euro per le seconde case. Rispetto al dato nazionale, 22 euro in più. La forbice si allarga sino a 470 euro per le prime case di lusso. Lavoratori dipendenti e pensionati, che nel nostro Paese sono il 76 per cento dei proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, saranno i più colpiti da questa imposta con … sovrapprezzo per i catanesi”. Lo afferma la segreteria generale della Uil etnea, Enza Meli, commentando il Rapporto nazionale Imu/Tasi 2018 appena diffuso dalla Uil. Sulla base di questi dati, l’esponente del “Sindacato dei Cittadini” lancia un appello al neoeletto primo cittadino di Catania: “Alla vigilia del suo insediamento – afferma Enza Meli – chiediamo a Salvo Pogliese un impegno concreto: se proprio le aliquote non possono essere riviste al ribasso, essendo ingessate dal piano di riequilibrio, almeno il neosindaco s’intesti un atto di giustizia sociale affrontando lo scandalo dell’evasione fiscale. Senza se e senza ma”.
Il rapporto del Servizio Politiche Territoriali Uil, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy, ricorda anche le cifre dovute dagli intestatari di prime case, limitatamente a cantine e box-auto. A Catania sborseranno 67 euro (39 per la cantina, 95 per il posto macchina) contro i 55 della media nazionale. “Alleggerire il macigno fiscale sopportato da pensionati e lavoratori dipendenti – commenta Enza Meli –  è una necessità, un dovere. Fisco più leggero, salari e pensioni più pesanti: è la formula di buon senso suggerita, anzi rivendicata, dal nostro leader Carmelo Barbagallo per far ripartire il Paese. Nel nostro territorio questa parola d’ordine suona ancora più forte, risulta ancora più urgente. Con Guglielmo Loy, poi, sollecitiamo a proposito di Imu-Tasi un sistema più equo rispetto all’attuale che vanta, si fa per dire! , un alto grado di infedeltà fiscale e valori catastali non corrispondenti al valore reale dell’immobile. Serve una riforma che non provochi maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili in base al valore reale”.

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