Turbante durante una classe di yoga? Ti spiego perché indossarlo

Turbante durante una classe di yoga? Ti spiego perché indossarlo

di Giorgia Landolfo (foto di Roberta Tocco)
giornalista e insegnante Kundalini Yoga come insegnato da Yogi Bhajan

“Quindi per partecipare alla prossima lezione dovrò indossare un turbante?” Questa è una delle domande che sempre più spesso mi rivolgono gli studenti dopo la loro prima lezione di Kundalini Yoga. Ricordo ancora quando, in quel lontano novembre del 2011 seduta davanti a un’insegnante con il suo turbante bianco sulla testa mi sono chiesta se avesse un valore funzionale o puramente estetico.

Ho indossato per la prima volta il turbante mesi dopo la mia prima lezione e non dimenticherò mai la difficoltà a “fasciarmi” la testa e le risate davanti lo specchio nel vedermi molto simile più ad una paziente di ortopedia che ad una yogini.

Volevo capire se davvero, come mi era stato spiegato, potesse aiutarmi a meditare e a canalizzare l’energia durante la mia ora e mezza di yoga. Mi capitava, sempre più di frequente, di uscire da lezione con un lieve ma fastidioso mal di testa che andava via solo il giorno dopo.

Imparare a indossare il turbante nel modo giusto e a legare i capelli sotto la lunga stoffa bianca che misura almeno 3 metri, è stata una vera e propria rivelazione. Era difficilissimo per me, eppure una volta messo il turbante nella maniera corretta mi sono accorta immediatamente che riuscivo a godere appieno la lezione, perché riuscivo a concentrarmi meglio, ad ascoltarmi di più, sentendo testa e collo ben sostenuti. I malditesta poi, con in dosso il turbante, sono “magicamente” scomparsi e i pensieri sembravano arrivare con meno, martellante, frequenza.

Quest’ultimo è solo uno dei tanti motivi per cui, anche da studentessa, continuo ad indossare il turbante ogni volta che pratico.

Qui di seguito ti spiego perché, pur non essendo affatto obbligatorio da indossare, potrebbe venirti voglia di provarne uno.

 Ti connette con l’Infinito che è dentro di te  

  1. Coprirsi la testa durante una pratica di yoga ci permette di proteggere il settimo chakra, senza disperderne l’energia Kundalini,  mossa e portata in alto, fino a lì, alla cima della testa, dove si trova la cosiddetta “fontanella”. Questa zona, chiamata anche “Decimo Cancello” tradizionalmente nello yoga è definita la Porta verso l’Infinito. Legare i capelli sulla cima della testa, sotto la stoffa, concentrandoli proprio in questa importante area ci consente di canalizzare e gestire al meglio l’energia e la forza vitale. E’ singolare, ma anche incredibile, considerare quanto questa potente zona sulla sommità della nostra testa sia “aperta” e sensibile quando veniamo al mondo, catapultati da quello spazio di infinito che ritroviamo quando ci sediamo a meditare e ad ascoltare profondamente noi stessi.

Ti regala calma e stabilità mentale

Quando meditiamo e pratichiamo yoga l’attività cerebrale diventa intensa e fa vibrare la struttura cranica, leggermente, ma intensamente. Il turbante sostiene e contiene il movimento delle ossa craniche e, con la pressione opportuna, stabilizza la materia cerebrale stimolando una serie di punti energetici presenti sulla fronte e sulle tempie. Si crea inoltre un allineamento osseo che ci evita possibili e fastidiosi mal di testa durante la pratica yogica e la meditazione.

Splendidi anche i turbanti colorati, che nella tradizione Sikh hanno un significato molto specifico e si indossano in diverse occasioni.

Protegge i capelli e aiuta a fissare la vitamina D

La pressione del turbante aumenta l’afflusso di sangue al cervello, molto utile anche per avere capelli sani e naturalmente nutriti. Sotto il turbante i capelli, legati sulla sommità del capo con un nodo rishi, sono protetti e riescono a conservare i naturali oli prodotti dalla cute. Sono sostanze essenziali per assorbire la vitamina D, necessaria per la salute anche di ossa, occhi denti, sistema nervoso e pelle.

Come scelgo un turbante?

Per permettere ai raggi del sole di penetrare e concentrare quindi l’energia solare proprio sulla sommità del capo è importante che il turbante sia di un materiale naturale, la scelta migliore è un cotone 100 %, tessuto totalmente traspirante.

Il colore consigliato è il bianco, caldamente indicato per l’insegnante, ottimo per praticare da studenti. Il bianco, dal punto di vista puramente ottico, riflette e non assorbe tutti le varanti cromatiche, per questo è considerato universalmente il colore della luce. Inoltre il bianco, ci consente di espandere il nostro campo elettromagnetico, donandoci un naturale effetto calmante.

Splendidi anche i turbanti colorati, che nella tradizione Sikh hanno un significato molto specifico e si indossano in diverse occasioni.

Come accade sempre nello yoga, non esiste nulla in cui credere per fede, nulla da accettare come un dogma, ma molto, moltissimo da testare personalmente.

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