L'Etna fa paura: è fuga dagli alberghi

 

 

 

 

Daniele Lo Porto

ETNA – L’allarmismo provoca più danni economici del terremoto e dell’eruzione. Le strutture alberghiere e di ristorazione del territorio etneo stanno subendo pesanti ripercussioni per gli eventi di questi giorni, anche in aree lontane dai fenomeni sismici e vulcanici. “L’Etna viene percepita, da chi non la conosce, come un’unica realtà geografica, spesso non si ha il senso delle distanze e della complessità del territorio, con la conseguenza di penalizzare attività economiche che, fortunatamente, non sono a rischio”, spiega Mavie Fesco , vice presidente nazionale dei Giovani albergatori di Federalberghi, impegnata nella gestione del “Biancaneve” di Nicolosi, attività storica e di famiglia. “L’ultima disdetta è di poche ore fa: una comitiva di 100 persone che si sarebbe dovuta fermare per tre giorni, nella prima settimana di gennaio, ha preferito rinunciare. Dopo aver visto le immagini in televisione hanno scelto un’altra località meno “pericolosa”. Ma la situazione a Nicolosi è assolutamente normale: qualche scossa c’è stata, naturalmente, collegata all’attività vulcanica, ma nessun danno. Anche i colleghi di altre strutture del versante sud lamentano lo stesso problema. A rischio sono anche i cenoni di capodanno ed è facile immaginare il danno, oltre il mancato guadagno anche i problemi organizzativi per l’animazione, il personale di sala, i cuochi e tutto il resto. Noi cerchiamo di trasmettere tranquillità, ma potremo fare un bilancio definitivo solo alla fine di questa face “calda”.

Sul versante di Zafferana la situazione è ancora più critica. Le immagini delle frazioni di Pisano e Fleri, dove si sono registrati le più gravi conseguenze del sisma, hanno rilanciato uno scenario di distruzione diffusa. “Troppo allarmismo, secondo noi: così si aggiunge danno al danno e si creano ulteriori problemi all’economia turistica della zona – dichiara Enza Cutuli, titolare del ristorante Parco dei principi e del moderno Esperia palace hotel, strutture d’eccellenza nell’area etnea di nord est -. Già abbiamo subito disdette in misura del 50%. Ogni ora che passa se ne aggiungono di nuove. Avevo tutte e 84 i posti letto occupati, adesso ne sono confermati meno della metà. Avevamo organizzato escursioni, lezioni con lo chef e animazione per un gruppo proveniente da Palermo, clienti tradizionali, con un “pacchetto” su misura, dal 30 dicembre al 2 gennaio. Annullato. La nostra è una struttura nuova, antisismica ma la paura prevale su tutto”.

Sul fronte della solidarietà, l’Opera diocesana assistenza ha messo a disposizione degli sfollati 45 posti letto del Villaggio Madonna degli Ulivi, struttura ricettiva di Viagrande.

Dal Giornale di Sicilia

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