Tutta Giarre unita nell'ultimo saluto a Luca Cardillo

 

 

GIARRE – Un ragazzo capace, prima e dopo la sua morte, di unificare una realtà cittadina da sempre logorata da beghe interne. Giarre, ovvero la città delle divisioni, dilaniata da lotte intestine che ne ostacolano la rinascita, si è ritrovata ancora una volta unita per Luca Cardillo. Stavolta però per onorarne la memoria, in occasione dei suoi funerali celebratisi nella Chiesa Madre di Giarre. E’ forse questa l’impresa compiuta dal giarrese Luca Cardillo, giovane promessa del mondo del teatro, deceduto lunedi scorso per via di una neoplasia aggressiva sostanziatasi in un’osteosarcoma (tumore osseo) alla gamba destra con metastasi polmonari. Quella che può apparire per la logica umana come una sconfitta in quanto è andato a vuoto il tentativo di debellare in America la sua malattia e di salvarlo, durante i funerali celebrati in suo onore ha acquisito un significato in grado di offrire una diversa lettura della caducità dell’esistenza.Un’intera città ha dimenticato i suoi problemi. Li ha messi da parte per rendere omaggio a Luca. La gente ha trovato la forza per superare anche il disagio nel ritrovarsi fianco a fianco con persone poco gradite, perchè la dipartita di un giovane in grado di amare la vita anche nel dramma, imponeva l’adesione a valori che richiamano il concetto di fratellanza universale. Forse domani, tutto tornerà come prima. Ma il semplice fatto che i giarresi abbiano unito tutte le loro forze per salvare Luca per poi riunirsi successivamente alla sua morte, significa che l’uomo, come ha suggerito l’arciprete Nino Russo durante la sua predica, non nasce per camminare da solo e che certe piaghe come l’incapacità di fare fronte comune per debellare una criticità, possono essere superate se scatta nella mente di ognuno una filosofia di pensiero tesa a vedere l’essere umano come parte di un ingranaggio e non come cellula indipendente rispetto alle altre. La stessa vita di Luca ha rappresentato un esempio da prendere in considerazione proprio per acquisire questa mentalità. Il giovane, che negli ultimi anni della sua vita aveva sviluppato un amore per il teatro superiore anche a quello per il cinema, aveva costruito diverse forme di rapporti dove a dominare la scena era il valore dell’intesa. Dell’assonanza. E la rete di contatti e rapporti interpersonali da lui tessuta, paradossalmente anche con persone che non aveva conosciuto direttamente,grazie anche all’attivismo della sorella,è emersa nella partecipazione di massa ai suoi funerali. Alle sue esequie erano presenti non solo gli amici di sempre, ma pure quegli apparati volontaristici (Misericordia e Croce Rossa Italiana) ai quali si era affidato, anche mediante post sui social, per continuare a lottare per la vita. Voleva accanto a sè tutti. Anche coloro che non conosceva. Perchè attraverso la malattia aveva compreso che chiunque, pure il più imperturbabile, se lasciato da solo nel dolore, può precipitare nella disperazione. Commovente la duplice missiva letta dal pulpito dalla sorella Lidia. Una contenente il pensiero della madre e l’altra quello della sorella stessa. Racconti di una miscela di rabbia, senso di impotenza e rimorsi, tuttavia accompagnata da un amore infinito e dall’esplicitazione di una frase indirizzata a Luca “Non respiri ma vivi. Non cammini ma voli”. Il ricavato della vendita dei biglietti per il musical di giorno 26 gennaio in programma al “Metropolitan” di Catania dal titolo “Romantico Abat Jour, il quartetto cetra e i racconti di un’epoca”, propugnato dal direttore regista e produttore della “Grandi Eventi Communications” Alberto Asero per coprire i costi delle cure di Luca in America, sarà devoluto in parte all’Ail di Catania (Associazione italiana contro leucemie-linfomi e mieloma Onlus)per la ricerca, l’assistenza domiciliare,il sostegno ai reparti di ematologia e il sostegno ai pazienti, e in parte alla famiglia di Luca Cardillo.
Umberto Trovato

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