Tutti pazzi per i dehors, con botta e risposta


 
 
 

CATANIA – “In Conferenza dei Servizi, i tecnici hanno confermato le nostre tesi: se sul Regolamento dei Dehors qualcuno intende continuare a perdere tempo, se ne assumerà la responsabilità davanti al Consiglio comunale e alla città”. Lo ha detto l’assessore alle Attività produttive Nuccio Lombardo al termine della riunione – svoltasi in Sala Giunta, con l’avv. Uccio Russo per l’Avvocatura comunale, il direttore delle Attività produttive Alessandro Mangani, la dirigente dell’Urbanistica Rosanna Pelleriti e il responsabile unico del procedimento, Gianpaolo Adonia -, nata dalla richiesta di ritiro, da parte della Commissione comunale Commercio, del Regolamento sui Dehors presentato il 25 marzo scorso.

“La Commissione – ha spiegato Lombardo – ha sostenuto che il Dpr 31 del febbraio di quest’anno renderebbe superato il Regolamento da noi messo a punto. In realtà quella norma rappresenta soltanto una semplificazione nelle procedure di rilascio dei pareri della Soprintendenza. Peraltro l’interpretazione data da alcuni componenti la Commissione, secondo cui la posizione delle Soprintendenze sarebbe ridimensionata è stata smentita dai tecnici”. L’Assessore ha ricordato come, tra l’altro, nel Regolamento sui dehors vi sia un semplice richiamo alla necessità del parere della Soprintendenza, esclusivamente nei casi in cui è dovuto. “Il Dpr – ha sottolineato –, che peraltro deve essere ancora recepito dalle Regioni a Statuto speciale, Sicilia compresa, altro non fa che semplificare le modalità di rilascio dell’autorizzazione e questo ci fa piacere, perché velocizzerà i tempi delle procedure amministrative”. Per il resto, l’assessore ha ricordato come il Regolamento che dovrà essere approvato dal Consiglio comunale con gli emendamenti che l’Assemblea cittadina vorrà apportare, abbia suddiviso Catania in quattro ambiti territoriali omogenei perché, “le regole da applicare in periferia saranno ovviamente meno restrittive rispetto a un centro storico barocco dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità”.

“Soltanto in aree molto ristrette del centro storico – ha sottolineato Lombardo – i dehors, ossia supporti esterni alle attività commerciali, devono limitarsi a tavolini, sedie e ombrelloni. Altrove possono essere aggiunti fioriere, pedane, tende, pareti divisorie, porta menù, stufe eccetera. Al di fuori del centro storico, poi, il Regolamento consente la realizzazione di strutture chiuse stagionali per un periodo non superiore ai 90 giorni perché la normativa urbanistica, sia nazionale sia regionale, non lo consente”. “Speriamo dunque – ha concluso Lombardo – che, una volta chiarito tutto, si possa procedere velocemente per l’approvazione di questo strumento così utile per le attività produttive e per il turismo catanese”.

Di seguito la replica di Ludovico Balsamo, presidente della Commissione commercio:

In merito a quanto, con molta approssimazione, è stato affermato dall’assessore Lombardo nel comunicato stampa relativo al presunto regolamento sui dehors (perché di dehors reca solo il titolo), occorre precisare diversi punti:

Il DPR n 31 del 2017,entrato da poco in vigore, apporta novità in materia ed e’ da considerarsi immediatamente esecutivo poiché,sussistendo un vuoto normativo regionale,trova immediata applicazione la legge statale persino nelle materie in cui la Regione Sicilia ha competenza esclusiva, come precisato dai dettami della Corte Costituzionale.

Il regolamento proposto dall’ Ass. Lombardo(in merito al quale fino ad oggi non mi ero ancora espresso)per le attività produttive e turistiche contiene una serie infinita di adempimenti burocratici,di planimetrie,di cause di sospensione e decadenza,sanzioni e limitazioni che costituiscono immotivatamente appesantimenti in tante zone del nostro territorio dove operano già diversi esercenti.

Lo stesso regolamento proposto non è assolutamente in linea con i principi del DPR che prevede un alleggerimento burocratico,e per alcune fattispecie,una vera e propria sburocratizzazione.

Ostinarsi a sostenere la bontà della delibera proposta la cui approvazione comporterà un notevole impatto negativo sugli investimenti nel settore ed ingenererà un clima di sconforto nelle attività gia esistenti,causerà una compiuta e diffusa informazione degli esercenti e delle associazioni di categoria ad opera dei soggetti istituzionali interessati di cui mi pregio di fare parte.

E’ evidente che questo regolamento non avrà alcun impatto occupazionale nella misura in cui non interviene concretamente e con coraggio per destagionalizzare l’attività delle imprese del settore,così come avviene,per non andare lontano ,nella vicina Acicastello.

In risposta ad altre osservazioni sollevate con imbarazzante superficialità da qualche rappresentate di associazione di categoria, faccio presente che se dovesse essere approvato questo regolamento l’ufficio urbanistica non potrebbe più rilasciare concessioni edilizie in ordine a strutture chiuse proprio perché l’ ufficio stesso dovrebbe uniformarsi alle disposizioni del predetto regolamento che ne inibisce,appunto,la nascita nelle zone 1,2 e 3 ovvero nella stragrande maggioranza del territorio comunale.Appare inoltre quantomeno suggestivo avere equiparato la zona A e la zona B anche e non solo alla luce del nuovo DPR.

Se per l’assessore. Lombardo la frettolosa approvazione di questo regolamento continua a rappresentare una reale priorità, lo invito a modificare il titolo dello stesso e ad intitolarlo con il proprio cognome.

Nella malaugurata eventualità che il regolamento venga approvato così come attualmente redatto, le migliaia di esercenti, che si troveranno costretti a presentare 4 planimetrie, che incorreranno in verbali, che saranno costretti a smontare tende, per improvvisarle all’interno dei vani e ad accorciare le pedane, sapranno chi ringraziare!

Tutto ciò, per giunta in un momento in cui la Soprintendenza non pone più eccezioni di sorta. Quanto sopra costituisce il mio pensiero ed il mio contributo che non è stato richiesto nella fase di preparazione del testo regolamentare oggi proposto. In ogni caso auspico che le festività che ingenerano in tutti noi momenti di pace, di serenità e di riflessione possano servire anche a consigliare di ammorbidire la linea che appare eccessivamente rigida di un regolamento che, viceversa andrebbe redatto per garantire l’ente ma anche la libera iniziativa degli operatori commerciali.

E, infine, la posizione della Confcommercio. “Finalmente questa Amministrazione comunale sembra intenzionata ad approvare il regolamento e mettere definitivamente la parola fine al problema dei Dehors. Siamo favorevoli al riordino, necessario, delle strutture esistenti, ma con l’apporto di alcune modifiche”. Così il presidente di FIPE Confcommercio Catania Dario Pistorio sul regolamento sui Dehors, bocciato dalla Commissione comunale Commercio e rimesso di nuovo in discussione perché considerato obsoleto. Concorda con Pistorio il presidente provinciale FIPE Bar e Pasticcerie Massimo Magrì. “Forse a qualcuno ha portato fastidio il fatto che ne eravamo a conoscenza già prima che arrivasse in Commissione, ma, letto e studiato con attenzione, a noi di FIPE non sembra poi così male o così restrittivo tanto da essere rispedito in prima battuta al mittente. Puntualizziamo che qualche articolo va rivisto ma riteniamo che sia un regolamento al quanto semplice e aggiungerei facile da emendare”.

Per DEHORS si intendono tutti gli elementi di arredo che possono essere installati e/o posizionati sul suolo esterno alle attività di somministrazione, quindi anche solo tavoli, sedie e ombrelloni costituiscono un dehors. Ma da riordinare ci sono anche tende, coperture, paravento e tutte quelle strutture più invasive che permettono però la destagionalizzazione. Strutture tipo gazebi chiusi, che a legger bene il regolamento sembrano essere scomparsi, provocando reazioni preoccupate tra gli operatori. “Sulla chiusura totale di spazi a servizio del locale – interviene ancora Pistorio – vogliamo rassicurare i nostri associati e tutti gli operatori del settore: non è l’assessorato al commercio ad autorizzare i gazebi chiusi ma sono gli uffici dell’urbanistica che devono rilasciare, su richiesta, la concessione edilizia. Quindi, altra procedura che prescinde dal regolamento in oggetto”.

Critica la FIPE su alcune restrizioni previste dal regolamento, per cui chiede maggior tolleranza: “Certo non accettare in alcune vie o piazze del centro storico le tende a bracci, già fortemente presenti, non ci pare giusto – afferma Magrì – , o le pedane, che a nostro parere dovrebbero essere invece obbligate al fine di permettere un sicuro fissaggio delle partizioni verticali (paravento), che in caso di condizioni atmosferiche avverse risulterebbero al quanto pericolose. Non possiamo accettare che il regolamento preveda solo le costosissime tensostrutture nella zona del lungomare, quando invece le pergotende avrebbero un impatto minore. E ancora, non siamo di sicuro d’accordo all’installazione del Dehors stagionali (gazebi) per una temporaneità di soli 90gg. Questi alcuni dei punti salienti che a nostro modesto parere sono necessari di emendamento e/o modifica, al fine di rendere questo regolamento quanto più fruibile in tutta la città, senza particolarità alcuna. Noi vogliamo lavorare nel rispetto delle regole, auspichiamo quindi un’accettazione delle nostre modifiche ed una celere approvazione da parte dei gruppi consiliari cittadini, perché questa precarietà a noi di FIPE Confcommercio, non è mai piaciuta”.

 
 
 
 
 
 
 

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