Pubbliservizi: chi mangerà il panettone?


 
 
 
 
 

CATANIA – Cambiano continuamente gli interlocutori politici e tecnici (Bianco, Cocina, Bianco, e…), si susseguono tavoli e incontri più o meno allargati, si alternano fasi di protesta clamorosa e più ordinata, ma

il futuro della Pubbliservizi sembra essere definitivamente indefinito

“Siamo parecchio sconvolti dal silenzio assordante che si è venuto a creare in queste ultime ore attorno alla vicenda Pubbliservizi. L’ultima comunicazione che ci è arrivata, infatti, risale a due giorni addietro e riguarda l’avvio della procedura di licenziamento collettivo dei lavoratori.” E’ l’amaro sfogo del segretario generale territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci, e del segretario provinciale della federazione Ugl igiene ambientale Santo Gangemi nell’evidenziare una situazione che, oltre ad essere ormai ampiamente precipitata, è divenuta imbarazzante. “La dichiarazione di ieri dell’amministratore unico Silvio Ontario è il preciso emblema della sua più che inconcludente esperienza alla guida della partecipata che, purtroppo, continua a durare da 8 mesi, ma evidenza anche un grado di incompetenza ed incapacità tali da esser diventati al limite della tollerabilità. Non si può infatti dichiarare che non ci sarà alcun licenziamento quando è in atto un procedimento ben codificato dalla legge, tranne che è lo stesso vertice ad assumersi le responsabilità e le conseguenze rispetto a ciò che dice. L’avevamo detto che con il ritorno del tandem Bianco – Ontario, al timone del caos Pubbliservizi, c’era poco da fidarsi ed i fatti non ci hanno smentito in alcun modo. Anche perché

si continua a perdere del tempo prezioso

e siamo ancora in attesa di conoscere, non solo l’esito dell’asseverazione, ma anche il piano e le carte che dettano inequivocabilmente il percorso che deve confutare il pronunciamento del tribunale fallimentare con la nomina del curatore e la prosecuzione delle attività previste dalla legge 223. – continuano Musumeci e Gangemi. Diversamente, lo vogliamo detto a chiare lettere che c’è la ferma intenzione di far naufragare la società per togliere dal peso della Città metropolitana una partecipazione così gravosa. Nelle intenzioni nulla da eccepire, se non che la Pubbliservizi allo stato attuale da lavoro a 380 dipendenti e si occupa della manutenzione di chilometri di strade, della manutenzione degli edifici scolastici appartenenti alla ex provincia, della mitigazione dal rischio idrogeologico e dell’Etna che, tra non molto, dovrà fare i conti con ghiaccio e neve. Le misure annunciate, ed in parte adottate in queste ore come il pagamento di parte degli stipendi, a nostro avviso – concludono i sindacalisti – sono solo dei palliativi che rientrano nell’ambito delle attività d’istituto che l’azienda deve compiere per lavori già svolti. Per questo

vogliamo risposte serie, concrete e non campate in aria

che solo in un luogo terzo ed imparziale come la Prefettura potremmo ottenere. Chiediamo, dunque, al Prefetto la convocazione di una riunione permanente tra tutte le parti in causa a partire dalla Regione siciliana (che auspichiamo possa innanzi tutto rispondere alla nostra richiesta di convocazione, supportata da numerosi sindaci, in tempi rapidi), perché è una questione che interessa principalmente l’ente di area vasta che è coordinato dalla stessa amministrazione regionale. Noi siamo già disponibili a prendervi parte, sostenendo un ulteriore supplemento di impegno perché rimaniamo fermamente convinti che la Pubbliservizi ed i suoi dipendenti debbano essere salvati.”

 
 

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