“Un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale”, l’allarme dell’Unicef

“Un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale”, l’allarme dell’Unicef

di Katya Maugeri

Un adolescente su sette soffre di disturbi mentali. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Unicef pubblicato oggi, “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani”. Siamo dinanzi a numeri davvero preoccupanti: più di un adolescente su sette tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato e tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni ragazze.

Il suicidio come via d’uscita

Un disagio che non deve essere sottovalutato visti i dati preoccupanti, secondo cui 46.000 adolescenti si suicidano ogni anno: più di uno ogni 11 minuti.

Secondo il rapporto dell’Unicef, le cause sono da ricercarsi in vari fattori: la genetica, le esperienze e l’ambiente fin dai primi giorni di vita, il fondamentale ruolo dei genitori, la scolarizzazione, le relazioni interpersonali, l’esposizione alla violenza o ad abusi, la povertà, le crisi umanitarie e le emergenze sanitarie. A peggiorare il quadro della situazione, infatti, la pandemia di Covid-19, le cui conseguenze sociali e psicologiche hanno avuto un impatto deleterio soprattutto sulle fasce più giovani.

Salute mentale e pandemia

“Con i lockdown a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, ha dichiarato il direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore, dagli amici, dalle aule, dal gioco. Anche prima della pandemia, troppi bambini erano gravati dal peso di problemi non affrontati di salute mentale. I governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita”.

Da quanto emerge dal rapporto Unicef, l’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati e i tassi in percentuale sono più alti in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale. In alcuni casi il disagio mentale è tale che da lasciare i giovani con la sensazione di non avere una via di uscita. E così il suicidio è, nel mondo, una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni ma in Europa occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali.

Le problematiche di salute mentale diagnosticate, tra cui ADHD, ansia, autismo, disturbo bipolare, disturbo della condotta, depressione, disturbi alimentari e schizofrenia, danneggiano i bambini e anche la società nel suo insieme: un giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività. E i giovanissimi “potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere”.

A livello globale, denuncia l’Unicef, agli interventi per la salute mentale viene destinato soltanto il 2% dei fondi governativi per la salute che in un periodo estremamente delicato come quello che stiamo vivendo, si tratta di una cifra irrisoria.

È ora di allontanare i pregiudizi e parlare di salute mentale, riconoscendone l’importanza perché “la salute mentale è una parte della salute fisica, non possiamo permetterci di continuare a vederla in altro modo”.

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