Un giorno da sfogliare a Tempo di Libri

|Martina Pumo|

È sabato, una Milano luminosa e ventosa accoglie il quarto giorno di Tempo di Libri, la Fiera dell’Editoria Italiana. Molte chiacchiere, soprattutto quelle social, hanno destato la nostra attenzione. Molti i pareri discordanti tra visitatori soddisfatti e continue puntualizzazioni su incontri, stand e organizzazione, per questa chiacchierata prima edizione. Enormi cartelloni accolgono i visitatori appena arrivati a Rho Fiera per un ingresso trionfale che lascia solo immaginare il vero cuore della fiera. Sono i colori ad accogliere gli spettatori, arricchiti da lettere e parole. Ed eccola: due padiglioni, 26 lettere come quelle dell’alfabeto rappresentano gli altrettanti percorsi da poter seguire durante tutta la fiera, con un programma dettagliato con personaggi e incontri che cambiano di giorno in giorno. La giornata è iniziata con una serie di incontri, che soddisfano ogni percorso. Si parla di copertine e serial books, passando per il noir e l’importanza delle fiabe. Non solo letteratura ma anche matematica e storia, raccontando la crescita di uno dei pilastri della nostra cultura, Il Corriere della Sera. Qui, Luciano Fontana con Elisabetta Soglio raccontano il loro percorso, dando consigli a chi oggi si affaccia al mondo del giornalismo.

Gli stand si alternano, tra grandi e piccoli editori, di tanto in tanto frastagliati da zone relax composte da panchine e piante per la perfetta pausa lettura.

E poi le sale per i numerosi incontri, workshop e show cooking, con file di lettori e visitatori in attesa del prossimo incontro. Eppure, la poca affluenza è evidente. Tra i corridoi dei padiglioni, accanto agli stand, i visitatori si aggirano, sfogliando e chiacchierando con espositori ed editori, ma la ressa non c’è. Gli incontri con autori e personaggi nel mondo dell’editoria (e non solo) hanno portato una maggiore affluenza di spettatori, arricchendo la fiera di temi e incontri importanti, dove il lettore era il vero protagonista. Passeggiando per gli stand, incontravi lettori emozionanti, in fermento, per l’incontro con questo o quell’autore del cuore. Tra questi ultimi, spicca Licia Troisi, con due differenti incontri nell’arco della stessa giornata. Qui, tra sale e corridoi, la differenza tra gli stand era evidente. I grandi editori, come LaFeltrinelli, Mondandori o Giunti hanno allestito i propri stand come piccoli negozi itineranti, luci chiare e pareti bianche, delle librerie tra i corridoi. E poi ci sono loro, i piccoli editori, che tra bancali e pallet hanno creato delle piccole oasi del libro, sempre più affini alla vera essenza della casa editrice. Mondi a sé, che rappresentano queste piccole realtà, la vera scoperta di questa prima edizione.
Letteratura e romanzi, cucina e design: tutti sotto lo stesso tetto. Non solo grandi classici ma anche novità, graphic novel, libri di architettura e design. Piccoli artigiani di utensili per l’editoria rendevano la fiera ancor più particolare, con i loro ninnoli e l’oggettistica, tra mini libri fatti a mano e segnalibri personalizzabili. Spicca tra tutti lo stand del
Lucca Comics and Games, con quadri e illustrazioni suggestive. Le illustrazioni diventano protagoniste di incontri speciali, come quello con Zerocalcare e il suo firma copie. L’attenzione ai dettagli era evidente, l’organizzazione per gli incontri precisa, eppure la differenza con l’affluenza del Salone del Libro di Torino era palpabile. La conferma è arrivata anche dagli espositori stessi: si facevano paragoni, sussurrati tra un acquisto e l’altro, confermati successivamente dalla  conferenza stampa tenutasi l’ultimo giorno di fiera: 70mila spettatori contro i 120mila del Salone del Libro di Torino. Ma Milano è alla sua prima volta e l’appuntamento è già stato rinnovato per il 2018.

I giudizi non si sono fatti attendere: Tempo di Libri è stato definito un flop da alcuni, altri affermano che è semplicemente alla sua prima edizione e bisognerà aspettare prima di giudicarlo pienamente. Sicuramente, la scelte delle date infelici, tra un ponte amato da tutti gli italiani e le feste pasquali, non hanno aiutato per la presenza in fiera. La poca pubblicità, sui social e altrove, è stata un’aggravante. Tanto chiacchierato sì, ma poco pubblicizzato. Ma l’attenzione ai dettagli, la precisione nell’allestimento e la presenza di una moltitudine di realtà, lo ha reso una fiera ricca che ha mostrato tutte le sfumature della letteratura oggi.

Sicuramente, non ci resta che aspettare l’anno prossimo per la prova del nove, con la speranza di una scelta di date differenti e di un’affluenza maggiore, con l’augurio di ritrovare la moltitudine di realtà che ha caratterizzato questa prima edizione di Tempo di Libri.

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