Un mondo offeso

Un mondo offeso

di Erica Donzella
editor e scrittrice

Vittorini e il suo Silvestro di Conversazione in Sicilia mi vengono in mentre mentre osservo la Sea Watch 3 fare rotta verso il porto di Lampedusa. E ancor prima mentre osservo incredula la fotografia di un padre e della sua bambina abbracciati e con i volti annegati in una pozzanghera al confine tra Messico e Stati Uniti. 

Penso al mondo offeso, penso all’umanità ridotta alla dichiarazione di un assassino vestito bene e con un tricolore dietro le spalle che si permette di definire “sbruffoncella” una donna di 31 anni che sta avendo il coraggio di resistere e in quanto essere umana, vera e con sangue in dotazione, sta sfidando un intero sistema d’odio innestato – oramai in maniera legittima – nella mente di migliaia di persone. Non ho paura delle parole che uso per schierarmi dalla parte dei pochi, mi fa più paura il linguaggio d’odio che mi scorre davanti in pochi bit a bassa risoluzione e a cui siamo stati abituati. No, io non darei la mia vita per permettere all’odio di fomentare odio. No, io non rispetto chi lascia passare la propaganda della morte in mare aperto, chi gonfia i polmoni riscoprendo un concetto di “patria” che desta il vomito in persone che, come me, un’anima ce l’hanno davvero. Il mio è un mondo offeso e va da sé che il senso di inutilità è subito pronto a mordermi le caviglie dietro l’angolo e a tirarmi per la manica nel caso in cui stessi provando ad alzare la testa, a resistere. Cosa vuoi fare? Davvero pensi che basti inveire e scrivere? Certo che no. Certo che in questo mondo offeso il mio stendardo macchiato di inchiostro spiegato controvento non possa bastare. Almeno non da solo.

Il mio è un lamento bulimico – ne sono consapevole – forse inutile, appunto.

Ma sono un essere umano e occupo uno spazio vitale su questa Terra che soffre silenziosa e non può difendersi da sé.

Mi chiedo quale errore madornale abbiamo mai potuto fare nel corso di questi anni: abbiamo forse parlato poco con i nostri simili? Forse ci siamo dimenticati di essere fratelli e sorelle? In quale linea tracciata dalla Storia abbiamo dimenticato la nostra memoria e la nostra misericordia? Non ho nessuna divinità che mi invade, ma so riconoscere cosa dovrebbe essere un mondo libero dal male, aldilà di ogni dottrina e di ogni fede.

Carola, con tutta la sua responsabilità e l’immensa forza che sprigiona, mi fa piangere. Quella donna che sta insegnando l’umanità a chi umano non è (no, non mi scuserò per la mia mancanza di diplomazia e non ho intenzione di ammorbidire i toni per esprimere ciò che sento), a chi è sciacallo e mandante consapevole di morte, a chi sputa odio barricato dietro la sua sola paura di non avere più confini da difendere. Io vorrei che questo mondo offeso non si ammalasse più d’odio.

Io voglio non avere più bisogno di pensare di dovervi offendere tutti perché codardi e accecati dalla banalità del male.

Instagram: @the_bookeditor / donzellaerica@gmail.com

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