Un San Valentino speciale, dedicato alle donne e alla loro bellezza, che vede protagonista l’arte femminile

Un San Valentino speciale, dedicato alle donne e alla loro bellezza, che vede protagonista l’arte femminile

PALERMO – In occasione della tradizionale ricorrenza di martedì 14 febbraio, il “Centro d’arte Raffaello” apre le porte della galleria, nella sede di via Emanuele Notarbartolo 9/e a Palermo, per accogliere, a partire dalle 17:00, tutte le donne che vogliano trascorrere un pomeriggio all’insegna della cura e dell’amore per se stesse. È questo il senso dell’evento, con ingresso libero e gratuito, dal titolo “L’arte ti fa bella” giunto alla terza edizione riproponendo una formula che, negli anni scorsi, ha riscontrato grande attenzione e partecipazione per l’approccio originale e il felice connubio tra creatività e celebrazione dell’amore declinato in tutte le forme.

“Le nostre ospiti – spiega Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello”, che conferma la propria attenzione alle dinamiche contemporanee legate al mondo femminile – saranno vezzeggiate e valorizzate dalle sapienti mani del parrucchiere Domenico Sorce”. “Il tutto, sorseggiando un calice di vino – aggiunge – e immerse nell’arte, focus dell’evento, che sarà arricchito da una collettiva  e da un cocktail di benvenuto”.

Sarà infatti possibile indossare autentici gioielli d’artista quali la splendida collezione, in oro e argento, di Salvador Dalí e alcuni  monili in ceramica, vere e proprie sculture. Questi ultimi portano la firma di Alberto Criscione, artista di origini ragusane che predilige la scultura quale mezzo espressivo, autore della serie “Sibille” e, nello specifico, “Incantatrice”, “Profetica” e “Veggente”. “L’idea – aggiunge la dottoressa Sabrina Di Gesaro – nasce dal concetto vero e proprio di bellezza, perché sin dall’antichità e in molti periodi storici, a essere considerata tale era soprattutto quella della natura”.

“All’arte, invece – prosegue  il direttore artistico – era affidato il compito di operare bene e far sì che le creazioni fossero funzionali allo scopo verso il quale erano destinate: pertanto, in una simile ottica, si considerava arte sia quella del pittore e dello scultore che quella del costruttore di barche, del falegname o del barbiere”. “Soltanto molto tardi – conclude – al fine di distinguere la pittura, la scultura e l’architettura da ciò che chiamiamo artigianato, è stata elaborata la nozione di belle arti”. Singolare la scelta dei due artisti che animano la collettiva: talenti diversi, uno storicizzato e l’altro contemporaneo, che raccontano l’ampiezza della proposta culturale del “Centro d’arte Raffaello”, custode dei capolavori del passato ma con lo sguardo lungimirante rivolto alla contemporaneità e al futuro.

“L’impronta che Salvador Dalí – commenta il critico d’arte Giuseppe Carli   – lascia nel mondo contemporaneo è tale da fissarlo tra gli artisti più rappresentativi del secolo scorso : una storia che lo vede pittore, scultore e genio dell’oreficeria”. “È noto che l’artista spagnolo fu un fervente ammiratore dello scultore Benvenuto  Cellini – precisa – e che la celebre Saliera celliniana gli trasmise un’onda di commozione così intensa da contagiarlo”. “Ma Salvador Dalí è, comunque, un artista di oggi – prosegue – che ci fa ritrovare nei suoi capolavori di oreficeria l’impronta inconfondibile della sua arte, ovvero  l’astrazione e la realtà insieme, il simbolo e la verità, la lievità delle forme e la concretezza della materia: i suoi gioielli, come la sua scultura, sembrano una dilatazione plastica di quegli oggetti misteriosi e fantastici che si ritrovano nei suoi quadri”.

“Alberto Criscione – spiega il critico d’arte–  nella nuova serie di gioielli da indossare, trae ispirazione dalle donne alla tinozza del Maestro Edgar Degas”. “La donna – osserva – è la sola e unica protagonista, posta al centro di tutto, colta nella sua intimità e immersa nei suoi pensieri: ne deriva un aspetto sacrale della figura femminile che diviene espressione del divino”. Il critico d’arte pone l’accento sulla concezione, essenzialmente popolare, di sibilla. Tutti i popoli, infatti,  riconoscono alla donna caratteristiche predittive e divinatorie. “La narrazione profetica è rimessa alla sensibilità individuale – aggiunge –  e l’artista, attraverso i particolarissimi oggetti da lui creati, rende il destino indossabile cercando di restituire alla dimensione reale quel pizzico di magia che può alleggerire la pressione della vita moderna”.

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