Un terremoto dopo il Covid-19, ma le piccole e medie imprese del turismo provano a ripartire

Un terremoto dopo il Covid-19, ma le piccole e medie imprese del turismo provano a ripartire

di Edoardo Maria Di Bella e Rosario Enrico Di Perna, studenti del corso Principi di Management dell’Università degli Studi di Catania

Quando si pensa alla tipica azienda italiana, certamente la prima cosa che salta in testa non sono sicuramente quei grossi grattacieli diffusi in Paesi come gli USA sedi di grandi imprese famose e molto potenti. La visione di azienda italiana, infatti, si restringe a quella di una relativamente piccola costruzione, vuoi che sia in mezzo alla campagna vuoi che sia parte di un grosso distretto industriale. Queste sono le classiche e famose PMI, cardine del tessuto economico italiano costituendo praticamente la totalità delle imprese del territorio nazionale e propulsori del fenomeno ‘Made in Italy’ che ha reso la nostra nazione famosa anche per il pregio dei suoi prodotti.

Inutile dire la sofferenza di questo indispensabile settore in questo periodo di emergenza sanitaria, che ha costretto in seguito ai famosi e tanto odiati D.P.C.M. la chiusura temporanea di molte PMI e la sospensione della loro produzione, ma questa è solo la punta dell’iceberg: curioso sarà vedere quante di queste aziende riusciranno a riemergere da questo spettro quando la produzione dovrà riattenersi ai livelli pre-covid, dato che molte di loro, specie quelle più piccole, hanno accusato il colpo continuando ad avere perdite costanti ma senza compensi di ricavi.

Nonostante l’elevato deficit statale, il governo sta ritenendo fondamentale il ruolo delle PMI, grazie alla loro estrema flessibilità e adattamento alle nuove evoluzioni di mercato, e quindi sta cercando di stanziare un Fondo di Solidarietà Nazionale per le PMI, dotato di 8mld di euro vincolati al solo scopo di aiutare queste piccole ma importantissime aziende. Altri problemi sono legati ai rapporti col credito: in condizioni normali, infatti, l’accesso al credito da parte loro richiede grandi sacrifici. Adottando una moratoria di tutti i pagamenti dei debiti delle PMI, sì, le banche sono chiamate ad ulteriori sforzi e a garantirsi dei flussi alternativi di liquidità, ma si farebbe in modo di ammortizzare le reali e disastrose previsioni sul PIL italiano, visto che esso dipende per la maggior parte da questo tipo di aziende.

Da non sottovalutare sono anche quelle PMI che operano nel settore, forse, più redditizio del paese, il turismo, che, tra restrizioni doganali ed una visione distorta dell’Italia e degli italiani quasi considerati come appestati, sta soffrendo e soffrirà soprattutto con l’arrivo della bella stagione. Il turismo balneare è fonte di nutrizione per molte regioni specie del Centro-Sud e rischia di avere forti perdite se non incoraggiato, infatti molte regioni si stanno muovendo con l’emissione di buoni e sconti per viaggi in Italia, sperando in un discreto flusso sia di turisti sia di entrate per le aziende impegnate nel campo per cui l’Italia primeggia insieme ad altri Stati.

Per analizzare al meglio quello che succede all’interno delle PMI, abbiamo optato per un approccio meno teorico, dando voce proprio ad un imprenditore. Evitando così di ripetere concetti teorici non sempre applicabili da queste piccole, ma importanti realtà. Citando le parole di un grande allenatore “In Italia sono tutti diventati dei teorici” proprio perché non solo gli esperti ma anche i giornalisti o gente che non ha nulla a che fare con l’impresa millanta soluzioni. Abbiamo cosi chiesto ad un imprenditore del territorio di rispondere ad alcune domande sul presente e sul futuro della sua impresa e in generale delle PMI. L’imprenditore scelto e che ringraziamo è Tommaso Landi proprietario della Big agency S.R.L.S con sede a San Giovanni la punta.

– La sua che azienda è? 

“Vi ringrazio innanzitutto per lo spazio a me dedicatomi all’interno del vostro lavoro. L’azienda si occupa di animazione turistica che è il nostro core business ed inoltre ci sono altri due settori e che sono pubblicità e marketing ed eventi e matrimoni quindi noi, all’interno della nostra azienda ci occupiamo principalmente di comunicazione in tutte le sue sfaccettature e della gestione degli eventi. Ci occupiamo di realizzare le idee ed i sogni dei nostri clienti. Da una pluridecennale esperienza nei settori villaggi e delle strutture ricettive abbiamo creato una scuola di formazione che si occupa di formare ragazzi da inserire in strutture ricettive e realizzare programmazioni per l’intrattenimento all’interno dei villaggi.

– Quale settore ha risentito maggiormente degli effetti del lockdown?

“Purtroppo tutti i settori della nostra azienda hanno risentito negativamente allo stesso modo. Il settore turistico è quello che al momento rimane più incerto, le strutture turistiche non sanno se riapriranno, quando riapriranno e come. Ovviamente nel momento in cui si troveranno costretti a fare un sacrificio di servizi, per rientrare dei costi, probabilmente per primo sarà l’animazione turistica, calcolando anche che il nostro lavoro nasce per aggregare le persone e in questo caso quest’anno si parlerà di non fare aggregazione. Così come il settore turistico ne ha risentito il settore eventi wedding, perché per lo stesso identico principio non si possono aggregare persone, nessuno si sposa con le mascherine. Nessuno è in grado di pianificare ed in questo momento tutti gli eventi del 2020 sono stati rinviati tutti al 2021. Pubblicità è il settore che si può riprendere prima al momento, stiamo lavorando con i dispositivi di protezione anti covid ma ovviamente ci vorrà del tempo”

– Gli aiuti da parte del ministero sono arrivati? Se la risposta è si hanno contribuito in qualche modo?

“Purtroppo gli aiuti ministeriali non sono arrivati, non sono arrivati in nessuna sua parte: noi abbiamo in azienda sei ragazzi assunti e sono state fatte le pratiche per la cassa integrazione. Beh nessuno ha ricevuto un centesimo e io in quanto in qualità di amministratore avrei dovuto avere accesso al bonus dei 600 €. Nessuno ha ricevuto nulla, nemmeno un centesimo, nemmeno l’azienda ha avuto nessun tipo di sovvenzione, di conseguenza l’azienda è in una situazione di grave perdita perché parliamo di tre mesi di costi fissi in quanto tutti i costi si sono mantenuti uguali a prima: affitto, utenze, gestione noleggio delle macchine, noleggio delle attrezzature”

– Con una PMI come la sua ha già avviato o scelto un piano per il “post Covid”?

“Ovviamente sì. Abbiamo pensato ad un piano B e purtroppo snatura quello che è il nostro lavoro. Quindi al momento lavoriamo con dispositivi di protezione anticovid che produciamo noi in quanto anche agenzia pubblicitaria anche se temo che questa cosa scatenerà una sorta di guerra dei poveri tra le aziende e tra chi si svenderà al prezzo più basso che non è mai salutare per il mercato. Il difficile sarà cercare di dare la possibilità a tutti i ragazzi che lavorano con noi perché oltre 6 in sede ci sono 50 stagionali e la cosa più difficile sarà dare la possibilità a tutti di continuare a lavorare. Stiamo sviluppando un prodotto animazione che si potrà proporre alle strutture con magari un piccolo team che possa fornire più che intrattenimento assistenza a chi riuscirà andare in vacanza. Nel frattempo work in progress”

– Cosa accadrà secondo lei in generale alle PMI dopo questo periodo?

“Purtroppo accadrà che molti chiuderanno, soprattutto chi non avrà la forza di resistere o di re inventarsi e fallirà. Penso a chi ha un’attività ed è mono reddito e che porta avanti con fatica il suo negozio, il suo salone, il suo centro massaggi. Oggi queste attività come noi sono costretti a stare chiusi per 3-4 mesi e quando riapriranno dovranno riaprire anche loro in condizioni di estrema difficoltà con ingressi contingentati e tutto quello che si va via dicendo. Vuol dire che queste aziende lavoreranno nei prossimi quattro mesi per pagarsi una parte di quello che non hanno potuto pagare i mesi precedenti. Vuol dire che chiuderanno se tutto va bene a bilancio 0 ma questa è la migliore delle delle aspettative. Lo Stato in questo doveva garantire la sopravvivenza di tutte le aziende di tutte le persone in maniera equa. questo purtroppo non è successo e queste saranno le conseguenze”

Immagine di copertina: Photo credits

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