Una colata di cemento per la bambinopoli tra stalle e catapecchie

CATANIA – Quante sono le città che pensano di cementificare un’area di rilevante interesse storico e archeologico? Sicuramente poche, tra queste c’è Catania, dove l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare una bambinopoli all’interno del Bastione degli infetti, un tratto delle mura cinquecentesche fatte realizzare dall’imperatore Carlo V nel XVI secolo per difendere la città. Una destinazione che ha trovato la decisa contrarietà di alcune associazioni di volontariato, prima tra queste il Comitato Antico Corso e SiciliAntica, che avrebbero preferito una valorizzazione dei contenuti architettonici e storici del sito, iniziando magari da una ricerca archeologica in un terrapieno che potrebbe custodire testimonianze e tracce dell’uso del sito nella fase pre eruzione e terremoto, nella seconda metà del 1600, quando subì sicuramente i maggiori danni. Niente di tutto questo. Il Comune ha aperto frettolosamente il cantiere, si provvedere presto alle prime colate di cemento come piattaforma per i giochi per i bambini, con la speranza che non vengano vandalizzati o rubati subito, al solo scopo di scoraggiare la fruizione del luogo, perché potrebbe dare fastidio ai residenti. Residenti che, in alcuni casi, a due e quattro piedi, possono essere considerati abusivi. Le mura, infatti, sono “aggredite” da costruzioni fatiscenti con materiali messi insieme alla meno peggio e coperture di amianto, quindi potenzialmente dannose, e vi sono ospitati dei cavalli, che in centro abitato non dovrebbero stare, non si sa bene se per usi alimentari, macellazione clandestina, o per “attività sportiva”, cioè scommesse sulle corse illegali.

Forse non sarebbe stato sbagliato occuparsi della bonifica dell’area, abbattere le casupole, vietare attività sicuramente illegali e in violazione dell’igiene pubblica, le stalle appunto, e dare decoro e respiro al Bastione degli infetti, come è avvenuto di recente per le Terme della rotonda, prima soffocate da costruzioni più o meno pericolanti. ma forse era, anzi è, pretendere troppo. La generica risposta di qualche assessore “Poi vedremo”, non tranquillizza nessuno dei rappresentanti delle associazioni, anzi sembra una evidente non risposta.

D.L.P.

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *